Manifestazioni Come cambiò il bagno nelle case (e nelle fiere) Testo di Giulia Pellegrino Aggiungi ai preferiti OMS-Servettaz Basevi’s bathroom furniture stand. Pavilion of the five galleries, Fiera Campionaria di Milano, 1941 La stanza da bagno, un microcosmo personale di prodotti, accessori e comfort. Continua il viaggio nel passato attraverso le immagini inedite dell’Archivio di Fondazione Fiera Milano, aspettando il Salone del Mobile.Milano di giugno 2022. Io vivo in una casa di ringhiera o di ballatoio, tipologia costruttiva tipica della Milano (ma anche di Torino) tra fine Ottocento e primi Novecento; prevedeva piccoli appartamenti doppio affaccio, uno di questi dava sul ballatoio in fondo al quale c’era il bagno comune, oggi inglobato (catasto permettendo o meno) negli appartamenti al piano. All’epoca l’uso promiscuo degli spazi era una condizione, dal gabinetto al lavatoio: i panni sporchi si lavavano in famiglia e la famiglia era la comunità del palazzo. Edilizia popolare pura, integrazione ai suoi primordi e soprattutto l’antitesi di ciò che oggi ci dicono ci difenda, la privacy; all’epoca non ce n’era proprio. A mio parere stava lì il bello: il controllo e il voyeurismo sulle nostre vite era manifesto e non celato/occulto come oggi. La portineria era la prima videocamera umana e da lì ciascuna finestra una antesignana webcam. Figuriamoci il bagno, rumori, odori e frequenze, tutto condiviso! Alla lunga però abbiamo conquistato un piccolo pezzo di paradiso. Il benessere e le regole d’igiene, infatti, hanno permesso di avere ciascuno il proprio bagno in casa, la sala da bagno; non solo una stanza privata, concessa al nucleo famigliare e ai frequentatori del nostro microcosmo ma un vero e proprio spazio con una identità precisa. Fioriscono gli accessori e tutti i tipi di comfort possibili e immaginabili. Stand of bathtubs. Medical-health exhibition at Fiera Campionaria di Milano, 1937 Da qui l’evoluzione nel mondo del bagno non si è mai fermata: una parte celata all’interno della muratura, impianti sempre più affidabili, tecnologicamente nati per durare e con prestazioni anti-spreco o comunque sostenibili e dall’altra parte il fiorire delle aziende di sanitari che iniziano, con sommo successo, a far disegnare oggetti la cui funzione è nota a tutti ma che possono essere anche gradevoli, ergonomici, colorati e durevoli. Due i duelli scatenati da questo settore in ascesa. Il primo descrive una parabola che non vorremmo mai vedere discesa, quella del trittico sanitario: deriva dal francese bidet, termine che indica il pony. Il bidet, infatti, va cavalcato e la posizione che si assume durante l'utilizzo dello stesso è simile a quella della cavalcata del pony e non di un cavallo, date le dimensioni. È comunque un punto di vanto che noi italiani sbandieriamo con fierezza e che nei nostri bagni non può mancare: sanitari = lavandino, gabinetto e bidet che potremmo assimilare a una sorta di Trinità non Santa ma comunque di una certa rilevanza. Vi sarà capitato di andare in un albergo estero e scoprire che in bagno LUI non ci sia e, per quanto mi riguarda, sarebbero da rimandare a settembre, bocciati! Fiera di Milano. Rassegna dell'Ente Autonomo Fiera. Year VIII. Single number 1956. Advertising for bathroom, household and similar items manufactured by Edoardo Hunke & C., Bollate (MI). La seconda è l’eterna disputa tra doccia e vasca, tipico tema da aperitivo, “ah no io alla mattina se non mi metto sotto la doccia non mi sveglio” e “vuoi mettere tornare a casa e farsi un bel bagno con un bicchiere di vino bianco e il cellulare spento”: nelle grandi città la spunta la doccia meramente per questioni di spazio ma la vasca rimane, per quanto mi riguarda, la vera protagonista; io le ho tutte e due in un solo bagno con due finestre quindi a Milano costituisco un’anomalia. Anche da piccola, dopo una uscita scout l’ammollo nella vasca era il giusto premio per una giornata passata in braghe corte a cinque gradi o il sabato sera era il preludio di Scacciapensieri sul divano con il toast (concessione della cena davanti alla tv), la vestaglia uguale ai fratelli e i capelli umidi pettinati con la riga! Manifattura Ceramica Pozzi Pavilion at Fiera Campionaria di Milano, 1962 Il bagno è un’oasi di pace con una porta e la chiave… nessuno dovrebbe valicare la soglia senza permesso o senza invito, anche nelle coppie o nelle famiglie più aperte il bagno dovrebbe rimanere una sorta di Area 51: area di sperimentazione segreta di abbigliamento, make up, camerino di prova per cantanti improvvisati; nel bagno generalmente siamo soli, ci godiamo quei minuti dove nessuno dovrebbe interagire con noi, ci sistemiamo, ci trucchiamo, a volte è un pensatoio lontano dal frastuono di figli, nipoti, stereo a tutto volume e lucidatrici! L’arco temporale in cui ho vissuto ha visto passare molte invenzioni ed innovazioni che hanno tentato di ammaliarci: vasche a idromassaggio di tutte le forme, docce multigetto, cromoterapia, gabinetti con improbabili zampilli, diffusori di musica e profumi per farci rilassare nel momento clou; a me bastano Topolino o le etichette del retro dello shampoo! Plast European Exhibition of plastics and rubber at Fiera di Milano, 1968 Caprotti company, Fiera Campionaria di Milano, 1966 Sanitation systems, Fiera Campionaria di Milano, 1969 Fiera di Milano. Rassegna dell'Ente Autonomo Fiera. Year XXIX. Single issue 1977. Advertisements of bathroom accessories, carpets, shower curtains and curtain rods from Albaitalia company, Trobaso (VB) Scopri le anteprime Accedi