Il bagno di Achille Castiglioni

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Linda sanitaryware range, Ideal Standard, public presentation 1977, ph. courtesy Achille Castiglioni Foundation

"...un buon progetto nasce non dall'ambizione di lasciare un segno, ma dalla volontà di instaurare uno scambio, anche piccolo, con l'ignoto personaggio che userà l'oggetto..." Achille Castiglioni

I grandi Maestri sono stati precursori anche in un ambito molto frequentato dagli architetti di oggi: il bagno. Con progetti rimasti solo su carta o diventati reali. Gio Ponti, Gae Aulenti, Achille Castiglioni, per citarne alcuni, hanno tutti contribuito ad arricchire i cataloghi, ad esempio, di Ideal Standard, multinazionale di origine belga pluricentenaria, pioniera nell’aver portato il design nel panorama dei sanitari, impattando in larga scala sulla cultura dell’abitare.

Castiglioni nel 1971, lancia la lussuosa serie Aquatonda (progetto iniziato nel 1969): “La composizione di questi nuovi elementi permette di ottenere un ambiente abitabile e non un locale di pura necessità” annota il Maestro, al quale va il merito di essere stato il primo a elevare i sanitari a oggetto ceramico da esposizione, esibendoli alle varie manifestazioni sempre insieme agli arredi. Il debutto della presentazione al pubblico non è da meno: citando Buñuel de Il fantasma della libertà intorno a un tavolo firmato Magistretti al posto delle sedie vennero messi quattro vasi Aquatonda!

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Washbasin from the Aquatonda range, Ideal Standard 1971, ph. courtesy Achille Castiglioni Foundation

Aquatonda è una vera e propria sperimentazione materica con la vitrous china, una pasta molle, che quando portata a 1.300° raggiunge una notevole resistenza e brillantezza e che, grazie all’intrinseca duttilità, ha permesso di plasmare i sanitari come sculture. In primis, però, campeggia sempre la funzionalità. Il lavabo, ad esempio, si approfondisce nel punto di raccolta dell’acqua e si allarga per contenere il gocciolio dai gomiti “e lo stillicidio dei medesimi”, specifica Castiglioni; mentre il bordo anteriore è pensato ad hoc per contenere gli spruzzi. Il vaso, invece, è progettato in un tutt’uno con la cassetta: “Se la tank riesce a fare corpo unico con il vaso”, scrive l’architetto “fa in modo di non mettere in evidenza questa apparecchiatura idraulica che, per esempio, sul mercato italiano, è ritenuta sgradevole in quanto ricorda troppo le vecchie cassette in ghisa delle case popolari di recente memoria”.

Se Castiglioni fosse stato, come scrive, “libero di fare una progettazione integrale” avrebbe potuto arrivare a “una rivoluzione più completa”, ma ciò non fu possibile per alcuni vincoli. “Vi sono state invece necessità produttive e tecnologiche che hanno portato il progettista a prendere l’oggetto in considerazione come una comunicazione d’immagine in stretto rapporto alla tradizione d’ambiente.

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Diagram of inlet and outlet pipes, Linda sanitaryware range, Ideal Standard, 1977, ph. courtesy Achille Castiglioni Foundation

Sempre per Ideal Standard, rispondendo alla precisa richiesta dell’azienda, nel 1973 inizia invece a pensare a una serie di apparecchi sanitari “dalle ridotte dimensioni, ma dalla forma essenziale destinata al grande pubblico”. Battezzata Linda, viene messa sul mercato nel 1977, alla 18° Mostra Convegno di Milano, con queste parole: "Ciao a tutti! Sono Linda, in miniatura! Qui come rappresentante degli apparecchi sanitari Linda! E il nostro nome la dice tutta sulla nostra perfezione! Senza imbarazzi e senza pudori! Linda sono e siamo e lindi vorremmo rimanere. Beh, solo perché sono un sanitario mica devo essere un cesso, scusate!"

Un lavabo, un bidet e wc dalla forma ellittica: questa la composizione della serie studiata per pareti attrezzate e prefabbricate, perché doveva rispondere a requisiti di economicità (dalla produzione all’installazione alla manutenzione) e normativa europea. Economicità, in seguito, giudicata eccessiva. Nel dettaglio, il lavabo, più largo che profondo è stato progettato per adattarsi ad ambienti piccoli, mentre nel vaso lo sbocco dello scarico è più in alto del piano del pavimento, per consentire i collegamenti prefabbricati.

L’importanza di questa serie scrive Castiglioni “sta nella lunga progettazione di gruppo, quindi con un risultato che si può definire creatività collettiva”. Utilità bellezza e confort sono stati Selezionati per il Premio Compasso D’Oro 1979 .

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Preliminary project 1969, plaster model, Aquatonda sanitaryware range, ph. courtesy Achille Castiglioni Foundation

L’eclettico Castiglioni con Fonte, un prototipo di miscelatore per Teorema (1978), in acciaio satinato, con attacco a parete e caratterizzato da forme arrotondate e continue, esplora anche il mondo della rubinetteria, già affrontato nel 1969 con un progetto non realizzato per Ideal Standard.

Tra i suoi pezzi anche quello che comunemente si definisce calorifero. Ne firma due: Hp nel 1971 e Ritmo, nel 1977 per Perani, Menzione d'onore del Compasso d’Oro nel 1979, presentato con la sua immancabile ironia "Caldo? Freddo? Accendiamo un pochino? No scherzo! Scherzo!! Eh lo so... sono fuori stagione per sta sfilata…no, dai non guardatemi con terrore, sono spento!!! Davvero!! Sono gelido… vabbè portatemi via, che qua le signore tirano fuori i ventagli solo a vedermi… mica posso far alzare la temperatura con la forza del pensiero, dai!!! Vabbè vabbè andiamo… autosuggestione comunque!!!! Autosuggestione!! Esagerateeeeeee….". Un radiatore a elementi componibili in alluminio pressofuso, assemblati con nipples che permettono al corpo scaldante di avere un aspetto omogeneo. Altra caratteristica è quella di essere double-face, in quanto i due profili sono entrambi rifiniti.

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