Tutti pazzi per l’oggetto di design

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Lanzavecchia + Wai, Living Vase, image courtesy

Su una cosa social e design si sono incontrati: nell’ispirare e nel far nascere nuove correnti e un nuovo modo di intendere l’interior. Libero, originale, privo di dogmi tranne uno, raccontare sé stessi grazie anche a un solo pezzo, ma che sia iconico

Dopo più di quindici anni dal primo smartphone, forse è arrivato il momento di chiedersi: cosa hanno significato i social per chi ama il design? In che modo il mondo dell’interior è stato cambiato, influenzato, dall’utilizzo quotidiano di app e mondi sempre più virtuali? Abbiamo visto che si è già arrivati a progettare mobili per mondi irreali, oggetti per realtà parallele che nei casi più fortunati possono diventare “analogici” ma che il loro diventarlo o meno non ne determina necessariamente il successo o la possibilità di acquisto, anzi. Ma prima di tutto questo, rimanendo ad un livello di user globali, in che modo il design e i social si sono incontrati e influenzati? In effetti, se c’è un elemento che più di tutti ha visto la sua diffusione, la sua celebrazione e un fortissimo aumento della sua popolarità a livello trasversale, è l’oggetto di design, il “componente di arredo”.

Sono questi gli elementi che attraverso influencer, profili dedicati, post e storie, su Instagram ma anche su Pinterest o Tumblr e ora su TikTok, diventano delle vere e proprie superstar trasformandosi in oggetti di culto, da avere assolutamente per poter affermare di avere una casa (o uno studio) abbastanza cool. Come gli accessori per la moda, i componenti ricoprono il ruolo di far “twistare” una stanza, uno spazio, grazie alla loro personalità e alla loro riconoscibilità. Perfettamente in linea con l’abbigliamento, infatti, anche nell’interior è molte volte l’accento a dare un senso al tutto. In perfetto stile postmoderno, non serve avere ogni elemento della propria casa firmato o vintage o su misura, è ormai perfettamente accettato l’acquisto in serie, da grandi brand e multinazionali anche low-cost, ciononostante - o proprio per questo - è con alcuni elementi che si dice chi siamo, pezzi unici e iconici che impongono la loro personalità illuminando tutto di luce riflessa (anche se non sono delle lampade, eh). Proprio come con una borsa, un paio di scarpe, o un gioiello. Basti pensare al must have del momento: lo specchio Ultrafragola di Ettore Sottsass, pazzo e kitsch ma che in quegli interni dallo stile minimal e per così dire nordico degli ultimi quindici anni, rende anche una casa semivuota e magari non enorme, cool e d’impatto.

I social in questo hanno fatto da apristrada a brand emergenti, designer giovanissimi, recupero di scuole e stili vintage o appartenenti alla storia del design italiano e internazionale che ora campeggiano in foto su Instagram di case non perfette in quanto “senza difetti” ma proprio perché sprizzano vissuto, personalità, occhio per il dettaglio. Nel componente, esattamente come per l’accessorio della moda come si diceva prima, tutto sta nella capacità di intercettare la moda prima che sia troppo diffusa, nell’essere forecaster in modo da poter comunicare così anche la propria personalità e gusto estetico, prima che diventi una moda, appunto. In questo è necessario seguire profili che diano la possibilità di curiosare, di azzardare, di segnare in agenda colori, stili e oggetti che poi possono con calma entrare nella nostra wishlist personale per riempire una mensola un po’ vuota o per “twistare”, appunto, un angolo un po’ spento del living.

Tra questi, non possono mancare tappeti e arazzi, elementi d’arredo che ora più che mai sono irrinunciabili, grazie a una vera e propria nuova corrente che li ha ridisegnati e ridato loro una personalità inedita, come testimonia anche l’account Carpetculture, che ogni giorno nel suo feed raccoglie fantasie, modelli e colori per lasciarsi ispirare e, perché no, magari sceglierne qualcuno per il proprio living. E poi vasi, ciotole e contenitori, come quelli raccolti da 1000vases, progetto che fa davvero viaggiare con la creatività fatta di argilla, ceramica e grès. Più o meno rifiniti, più o meno colorati, i componenti di questo profilo sono perfetti nel loro colpo d’occhio d’insieme (che potrebbe funzionare dunque anche nel loro accumularsi su uno scaffale) ma anche singolarmente, come vere e proprie opere d’arte che possono anche diventare spunto per gli ormai numerosi amanti della ceramica fai da te. Che la ceramica viva un vero e proprio momento di gloria, lo conferma anche Ooooobjectssss, mini bibbia del “who’s next” a livello di trend degli oggetti di design.

Anche qui in questo momento il feed è particolarmente ricco di questo materiale, ma i colori si distaccano dallo stile mediterraneo e seminale, per incontrare i colori vividi della corrente di Menphis, degli anni Ottanta e Settanta, dell’arte e del 3D, che si trovano anche nei tanti oggetti che ogni giorno vengono postati e che entrano tra gli elementi salvati di chi ama pezzi pazzi di qualsiasi forma e materiale e che riescano da soli a svoltare la più sobria delle case. Sulla stessa falsariga, si inserisce Objectswithnarratives. Un altro profilo che colleziona elementi d’arredo di vario genere e di tanti designer differenti. Dai tappeti alle lampade, passando per gli arazzi a tavolini e vasi, il feed del brand fondato dai designer Robbe Vandewyngaerde, Nik Vandewyngaerde e Oskar Eryatmaz è un vero paradiso per gli occhi e per chi è in cerca di idee e spunti magari meno folli ma sicuramente più adatti per entrare in una casa dove il design è protagonista ma dove i piedi sono anche abbastanza piantati per terra. Per questo infatti basta fare anche un giro nel loro sito, dove acquistare è facile e dove si mettono in vetrina oggetti di giovani progettisti, proprio per dare loro la possibilità di entrare a far parte di questo mondo e diventare maggiormente conosciuti.

Chi non ha bisogno di presentazioni invece è Marie Kondo, famosissima “declutter” che ha fatto impazzire il mondo con la sua tecnica del riordino grazie a libri e serie tv. Knomari è il suo progetto di interior design, che certamente non poteva mancare e che riassume, se vogliamo, lo stile essenziale, la coziness di una tavola apparecchiata alla perfezione, e tip - immancabili - per ordinare e dare risalto ai punti forti della nostra casa, oltre a uno shop che permette di acquistare tutto ciò che serve per avere una casa a prova di Marie Kondo. A chiudere questa carrellata, un profilo che già dalla sua bio e dal suo nick raccoglie la sensazione che molto spesso coglie chi ama sfogliare e cercare elementi e oggetti di design sapendo - quasi sempre - di potersi soltanto limitare a inserirli nella propria lista di elementi salvati. Icantaffordthisbutmaybeshecan è una vera e propria bacheca dove le due fondatrici, le artiste George Wu e Malika Favre, pinnano (per usare un termine caro ad un altro social già citato più sopra) bagni dei sogni, castelli sperduti in Ungheria e iperdecorati, camere da letto coloratissime e verdure fermentate. Giusto a confermare che postare non costa nulla, basta volerlo.

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