Casablanca

Yuzu è una poltrona piccola, ma molto comoda, con una grande personalità.

L'architetto Cini Boeri racconta che fu ispirata dalle opere di Christo Vladimirov Javasev e Jeanne-Claude Denat de Guillebon, maestri nell’arte della pittura di paesaggio.

Seguite le linee e le superfici fluide e dolcemente curve, che caratterizzano le poltrone Brigitte. 

Un classico dell'office anni '50, Elettra è la seduta di cui non si può fare a meno. Grazie al suo stile intramontabile e alle sue proporzioni eleganti si adatta perfettamente ad ogni ambiente.

Taboga, grazie al suo comfort, è stata realizzata anche per l’arredo outdoor.

Siamo alla fine degli anni '50 : un’interessante serie di poltrone e divani, disegnata da Roberto Menghi e denominata Hall, entra a far parte della collezione arflex.

Proporzioni generose e una geometria amichevole, morbida e allo stesso tempo molto architettonica : questo è ciò che definisce il sistema di sedute Tokio.

Un divano dalla struttura minimalista e rigorosa, per un effetto confortevole e decorativo al tempo stesso.

L’immagine sobria lo rende rassicurante nella sua contemporaneità; Leenus è un sistema di sedute componibili, che permettono l’adattamento ad innumerevoli spazi d’arredo.

Strips letto, dove il rivestimento diventa parte integrante del letto: con una semplice cerniera, il letto viene coperto e rifatto, aggiungendo soltanto il cuscino.

Arflex sempre impegnata in un costante lavoro di ricerca e di realizzazioni presenta, 9000 di Tito Agnoli, una serie di sedili compatti e variamente articolabili.

Goya è un tavolo dalle linee rotonde, essenziali e semplici, ma di grande impatto visivo.

Boborelax nasce dalla costola di Bobo e costituisce con questo, un’insolita e curiosa famiglia di arredi essenziali, un esempio di design puro, senza etichetta e senza aggettivi.

La poltrona Delfino di Erberto Carboni è un esempio significativo del filone di arredamento cosiddetto “organico”, che si sviluppa negli anni cinquanta e che trae ispirazione dalle forme della natu

“Le radici sono solide, racchiudono forza ed essenzialità. Gli steli e le foglie giocano tra di loro sfiorandosi per poi prendere direzioni diverse.”

Cini Boeri riprende il modello Bengodi disegnato nel 1974, scelta di arflex, sicura che sarebbe potuto piacere, oggi come allora.