Villa Héritage
Gio Ponti affermava “Non esiste il passato, tutto è simultaneo, nella nostra cultura esiste solo il presente, nella rappresentazione che ci facciamo del passato e nell’intuizione del futuro.” Il maestro, infatti, considerava il design come un processo creativo che collega diverse epoche attraverso l'interpretazione del presente: il passato non è mai statico, ma viene reinterpretato continuamente, e il futuro si costruisce proprio attraverso questo dialogo costante. Inoltre, Ponti riteneva che tutte le arti fossero interconnesse e che il design dovesse abbracciare questa simultaneità per creare un’unità culturale. Non separava l’arte antica dalla contemporanea, ma vedeva tutto come parte di un flusso continuo di creatività. Condividendo questa riflessione, la 63a edizione del Salone del Mobile.Milano vuole riflettere sul progetto come linguaggio universale, capace di connettere epoche e culture, di mescolare tradizione e innovazione, promuovendo il dialogo tra passato e futuro come motore per una cultura del design dinamica e innovativa.
Da qui l’idea di commissionare all’architetto francese Pierre-Yves Rochonun’installazione che affermil'importanza del tempo e dell’esperienza in una progettazione d’arredo ispirata alla tradizione ma reinterpreta attraverso una sensibilità contemporanea. L'obiettivo è quello di promuovere, educare e trasmettere, valorizzando l’eredità del passato e proiettandola verso il futuro. Camaleontico progettista e maestro dell’ospitalità di lusso, Pierre-Yves Rochon, alla guida dell’omonimo studio di interni, ha dedicato 45 anni alla ricerca del vero lusso assoluto, firmando interior prestigiosi per catene d’hotellerie come Four Seasons, Starwood, Ritz, Fairmont, Waldorf Astoria e ristoranti per chef Michelin come Joël Robuchon e Alain Ducasse. Il suo lavoro residenziale, poi, include sontuose abitazioni in Europa, America e Medio Oriente.
Per il Salone concepisce Villa Héritage, uno spazio in cui il design si fa idioma condiviso e senza tempo, capace di mettere in dialogo tutte le arti e di far riflettere sull’idea di trasmissione. Elegante ed evocativa, Villa Héritage ridefinisce il concetto di progetto d’interni, trasformandolo in un ponte che collega memoria e innovazione, passato e futuro e dove il lusso non è solo estetica, ma un’esperienza multisensoriale fatta di armonia, cultura e suggestione senza tempo.
La forma progettuale di Villa Héritage è il quadrato: l’installazione non cerca di stupire con effetti speciali, bensì accoglie, invitando alla sosta e alla riflessione ed esprimendo una bellezza discreta, silenziosa, che si percepisce senza necessariamente essere spiegata. Ogni stanza è un capitolo di un racconto, dove il design si intreccia con le arti. C’è la camera bianca, dove la luce si fa cinema e la proiezione trasforma le superfici in poesia visiva. Il giardino d’inverno richiama i paesaggi italiani con tonalità verdi brillanti. Il salone rosso esplode in tutta la teatralità dell’opera italiana, mentre la biblioteca prugna invita a perdersi tra la letteratura, omaggio alle idee che hanno plasmato la nostra cultura. E al centro, il patio dedicato alla musica dove trova la sua naturale collocazione un pianoforte Alpange: le note suonate e i silenzi condivisi si trasformano in emozioni collettive. Villa Héritage non è, così, solo un tributo al design, ma una dichiarazione d’intenti: ogni dettaglio parla di eredità e innovazione, di passato che si rispecchia nel presente per immaginare il futuro.
Pierre-Yves Rochon. Villa Héritage
8-13 aprile 2025
Pad. 13-15. Fiera Milano, Rho