3 nuovi sorprendenti libri che parlano di interni domestici
Dal buen ritiro di Alessandro Mendini alle case di Carlo Scarpa o Ettore Sottsass per committenti illuminati. E poi, spazi tra trompe l’oeil e camouflage e 40 case da sogno affacciate sul mare
Racconti d’interni
Dieci testimonianze di grande creatività. Spazi fissati dall’obiettivo di Lorenzo Pennati, che oltre ad arredi, oggetti e materiali ne “spia” i temi progettuali. “Case-manifesto” le definisce l’autrice Chiara Dal Canto, pensate dagli stessi progettisti per sé o per committenti illuminati. Eccole!
Sono gli stratagemmi spaziali, le asimmetrie e gli insoliti cromatismi a definire Casa Righi di Umberto Riva a Milano, mentre una passerella sospesa sul grande salotto connota, invece, la grande casa-studio di Gae Aulenti. Tra i vigneti di Bolzano, Casa Tabarelli, a firma di Carlo Scarpa con Sergio Los, colpisce per le stanze con giardino, le vetrate e il soffitto-origami, mentre l’appartamento torinese di Carlo Mollino, oggi museo, pensato per sé negli anni ‘60 ma mai abitato, è impregnato di significati esoterici. Alessandro Mendini per il suo buen retiro in val Taleggio ha dato vita a un complesso sistema di suppellettili e richiami: “la messa in scena di un vacuum elaborato per contenere il racconto della mia vita”. Poi, l’eclettismo colto della casa milanese di Gabriella Crespi dialoga con il suo spirito pionieristico in fatto di autoproduzione e uso del bambù. Sempre a Milano, l’immaginifica Wunderkammer di Piero Fornasetti travolge per l’accumulo di oggetti perpetuato, in seguito, dal figlio Barnaba. Lo spirito interdisciplinare della villa di Osvaldo Borsani a Varedo, degli anni ’40, vede invece intrecciati arte, design e architettura, quale esempio di modello imprenditoriale unico. Sono gli arredi su misura e ipercolorati, fino ai manufatti di marmo collocati nel giardino che assomigliano a reperti archeologici, a definire casa Quarestani di Ettore Sottsass. Infine, il dialogo serrato tra cemento e vetro fa di villa La Scala di Vittoriano Viganò, sul lago di Garda, un unicum anche per i vertiginosi 45 gradini di collegamento tra casa e darsena.
Titolo: Racconti d’interni. Case d’autore del Novecento
Autore: Chiara Dal Canto
Fotografie: Lorenzo Pennati
Casa editrice: Rizzoli Illustrati
Anno di pubblicazione: 2022
Pagine: 224
The Mediterranean Home
Forse per molti è quella dei propri sogni. Affacciata sul mare, con viste splendide, in perfetta armonia con la natura circostante. È la tipica casa mediterranea, che nei secoli ha mantenuta intatta la sua essenza, mescolando elementi della tradizione a quelli più contemporanei. E, immancabilmente in stretta relazione con l’ambiente circostante e la cultura locale.
Il Mediterraneo è il mare interno più grande del mondo, che bagna 23 paesi tra Europa, Nordafrica e Asia occidentale. Un totale di quasi 4.000 km di terre e 46.000 km di coste. Qui, si identificano le origini della civiltà occidentale e qui si affacciano i 40 progetti di questo volume, tra Francia, Grecia, Italia, Portogallo, Spagna, Marocco e Libano. Sia che si tratti di recuperi di vecchie abitazioni, capanni o stalle; o di reinterpretazioni in chiave vernacolare o di costruzioni ex novo, forma e funzione – poi divenuto il credo modernista – in questa longeva espressione architettonica sono strettamente e naturalmente collegate da sempre, come nelle finche di Ibiza o nei trulli pugliesi.
Un sottile fil bleu, come quello del mare nostrum – fatto di osmosi tra in e outdoor, di materiali e tecniche locali, di integrazione del costruito con il paesaggio – unisce questi progetti testimoniando quanto, nonostante il linguaggio comune, la continua innovazione reinterpreta e rinnova l’estetica e il lifestyle mediterranei pur mantenendone gli arcaici valori, tanto apprezzati ancora in tutto il mondo.
Titolo: The Mediterranean Home
Autore/Editors: gestalten
Casa editrice: gestalten
Anno di pubblicazione: 2022
Pagine: 288
Lingua: inglese
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Twitter: @gestaltennews
Illusion in design
Trompe-l’oeil, camouflage, inganni spaziali, anamorfosi… Parola d’ordine: illusione ottica. Distorcere l’apparenza del reale motivato da valenze estetiche, risoluzioni di problemi o semplici divertissement. Questo, in sintesi, il sunto del sorprendente volume.
C’erano una volta i Greci, ci ricordano i due autori, gli inventori di quell’accorgimento ottico chiamato entasi e da lì, nel vortice della storia, ci ritroviamo di fronte ai grandi miraggi trasparenti di glass box e curtain wall moderniste. I sei capitoli, tutti sottesi all’idea di mistero, sono un invito all’attenzione e alla meraviglia.
Il volume è sicuramente più da sfogliare che da raccontare, perché è difficile descrivere un albergo veneziano che incorpora visivamente acqua e pietre nella stanza o rendere l’intimo impiego di elementi della topografia del posto o spiegare come la dicotomia tra natura e costruito possa diventare integrazione attraverso l’uso di finestrature disorientanti. Altrettanto riduttivo sarebbe scrivere di come anche luoghi di pace e silenzio, veicoli di un oblivio contemplativo, possano portare a superare e distorcere le barriere del reale, come fa la casa con pareti a strisce specchianti che riflettono il deserto circostante, inglobandolo illusionisticamente al suo interno. O, ancora, la cappella sulla spiaggia, che con l’alta marea si trasforma alla vista in nave arenata. E che dire poi dei segni, come i murales o “le bugie urbane”, alias distorsioni architettoniche per gli autori, o delle manipolazioni dello spazio attraverso il colore?
Tra arte, progetti, materiali e arredi il perfetto equilibrio della distorsione. Nel nome dell’illusione.
Titolo: Illusion in design. New Trends in Architecture and Interiors
Autore: Gay Giordano e Paul Gunther
Casa editrice: Rizzoli New York
Anno di pubblicazione: 2022
Pagine: 280
Lingua: inglese