5 materiali sperimentali per il futuro di design e architettura
Una selezione di innovazioni materiali da integrare in edifici e prodotti: microalghe capaci di assorbire CO2 come alberi ad alto fusto, metalli “fossil-free”, membrane fotovoltaiche, mattoni che eliminano le tossicità del terreno e tessuti biologici.
Aggiornato il 12 giugno 2023. Guardandoci intorno troviamo moltissime ricerche sperimentali indipendenti che presto potrebbero essere sfruttate anche a livello industriale. Questi progetti sono spiragli di speranza per uno sviluppo sostenibile: ci aiutano a immaginare un futuro in cui l’impatto dell’uomo sul pianeta sarà notevolmente ridotto.
PhotoSyntetica – microalghe che assorbono la CO2
Tramite la coltivazione urbana di microalghe, Ecologic Studio produce ossigeno e riduce gli agenti inquinanti contenuti nell’aria. PhotoSyntetica è una ricerca che lo studio londinese porta avanti da qualche anno tramite vari esperimenti, prototipi e installazioni che trasformano gli edifici in veri e propri filtri per l’inquinamento atmosferico. Gli architetti hanno sviluppato una tenda che funziona come fotobioreattore, in cui l’azione di un modulo di 2mq ha la stessa efficienza di un albero ad alto fusto. Si combinano le qualità del rivestimento di EFTE – un materiale polimerico leggero, robusto, trasparente e chimicamente inerte – con la capacità delle alghe di catturare le radiazioni solari e assorbire CO2 in modo dieci volte più efficiente degli alberi.
AuREUS – pellicole fotovoltaiche
Premiato nella categoria Sostenibilità per il James Dyson Sustainability Award 2020, AuREUS è un materiale che consente la conversione della luce UV in energia elettrica. Frutto della ricerca di Carvey Ehren Maigue, studente di ingegneria elettrica della Mapua University di Manila, il materiale plastico è realizzato a partire da un composto di scarti agricoli ed è caratterizzato da una grande flessibilità di utilizzo. Notevole è anche la sua efficienza, che prescinde dalle condizioni meteo. I test attuali indicano infatti che è in grado di produrre elettricità per il 48% del tempo, rispetto al 10-25% delle celle fotovoltaiche. AuREUS ha il pregio non solo di affrontare uno dei temi più urgenti dei nostri tempi – la scarsità energetica – ma anche quello di essere potenzialmente utilizzabile in svariati campi e da una grande quantità di persone.
Claybens – mattoni dal suolo inquinato
Le sostanze per- e poli-fluoroalchiliche (PFAS) sono prodotti chimici difficilmente degradabili. Impiegati per decenni in diversi processi industriali – produzione di tessuti, elettronica, rivestimenti di carta, vernici, schiume antincendio e cera per sci – sono ancora presenti nell’ambiente e nella catena alimentare. La designer olandese Emy Bensorp, con la sua startup Claybens, propone una soluzione alla questione: portando ad alte temperature i terreni argillosi contaminati da PFAS, si riescono a distruggere le sostanze chimiche inquinanti, creando un materiale ceramico pulito. Claybens lo trasforma in mattoni, la cui produzione all’ingrosso permette di ripulire velocemente grandi quantità di suolo.
HYBRIT – acciaio fossil-free
L’acciaio non è un materiale che possiamo considerare sostenibile, anzi. L’industria che ruota attorno all’acciaio genera enormi emissioni di C02: si parla di 1,85 tonnellate di CO2 per ogni tonnellata di materiale prodotto. Le emissioni globali di CO2 in una percentuale tra il 12% ed il 14% sono associate all’industria siderurgica. C’è però una tecnologia che potrebbe rivoluzionare questa industria. L’azienda svedese SSAB Oxelösund ha creato quello che dicono essere il primo acciaio “fossil-free” al mondo, prodotto attraverso idrogeno verde, piuttosto che con carbone e coke. SSAB ha usato la tecnologia HYBRIT (Hydrogen Breakthrough Ironmaking Technology), creata dall'azienda insieme a LKAB e Vattenfall nel 2016. Per il momento sono stati prodotti solo dei piccoli oggetti dimostrativi, come un portacandela progettato dalla designer Lena Bergström. Nei prossimi anni si punta però a utilizzarlo in processi industriali complessi, tanto che Volvo Group è il primo grande cliente dell’azienda.