Storie 8 talenti italiani da conoscere Testo di Salvatore Peluso Aggiungi ai preferiti Da Ragusa ad Amsterdam: una nuova generazione di progettisti ci mostra che il design italiano è più vivo che mai. Come cambia il design italiano? Quali sono gli approcci alla progettazione che definiscono il nostro tempo? Superata l’epoca dei grandi “Maestri” – i cui insegnamenti non sono stati comunque dimenticati – una nuova generazione di progettisti opera con paradigmi diversi, sperimentando processi e percorsi unici, innovativi e interdisciplinari. Sono coloro che interpretano le mutazioni che sta vivendo la disciplina, ridefinendo il ruolo del designer nella società. La selezione di autori da noi scelta non ha un gusto o un metodo unitario, ma insieme mostra la varietà di strade da intraprendere. Non chiamateli “giovani designer” o “designer emergenti”: sono semplicemente la rappresentazione più contemporanea del design italiano. Giuseppe Arezzi “Il mio approccio al progetto è sempre incentrato sugli stili di vita dell’uomo in relazione alla società che lo circonda, con una forte impronta antropologica”. Giuseppe Arezzi, classe 1993, ha base tra Milano e Ragusa e si occupa principalmente di design del prodotto e di interni. Con il suo studio, Arezzi indaga le questioni domestiche contemporanee, risolte attraverso prodotti adattabili e replicabili, che rispondono alle esigenze pratiche della quotidianità. Da questo processo nascono pezzi puri che evocano le tradizioni e le radici culturali del designer. Ilaria Bianchi Prima di approdare a Milano, dove ora abita, Ilaria Bianchi (1989) ha vissuto e lavorato in Svezia, Spagna e a Londra. Questa varietà di esperienze e metodi ha definito un punto di vista sul progetto molto personale, con un'indagine che va al di là della funzionalità di un semplice oggetto. “Abbiamo bisogno di storie, non di cose,” afferma la designer. A partire da un ricco tessuto narrativo e di relazioni, Bianchi sperimenta con grande libertà creativa vari linguaggi materiali e formali. Andrea de Chirico “Come volete che vengano prodotti gli oggetti della vostra vita quotidiana?”. È la domanda che guida il lavoro di Andrea de Chirico, nato a Roma nel 1990 ma attualmente di stanza a Torino. Con il suo progetto Superlocal – che ha iniziato a sviluppare alla Design Academy Eindhoven durante la sua tesi di laurea – de Chirico produce oggetti con la filosofia del “Km Zero”. Ogni prodotto nasce a partire da una mappatura delle risorse locali e di competenze artigianali in un determinato territorio. Il designer ripensa anche quegli oggetti “banali”, come il phon o il ventilatore, che solitamente acquistiamo negli ipermercati o nei marketplace digitali. Manico by Giuseppe Arezzi edited by It's Great Design 2021 Ph. Credit Natale Leontini laria Bianchi, Duo Shelves, 2016 Andrea de Chirico, Hair Dryer 1.0, 2.0, 3.0 e 4.0. Dal progetto Superlocal Flatwig Studio Flatwig Studio è uno studio di design con sede a Milano. Fondato a Londra nel 2016 da Erica Agogliati (1989) e Francesca Avian (1989), lo studio guarda al design in molti modi, occupandosi di interni, arredi e accessori, oltre che di grafica e direzione creativa. Attingere al passato, studiando usi, costumi e rituali dei luoghi: con questa attitudine Flatwig Studio sviluppa progetti che comunque seguono un’etica, un’estetica e processi sempre contemporanei. Sara Ricciardi “Penso che non esista una sola definizione di design valida per tutti. Il significato di design lo devi trovare tu, nessuno può evadere da sé stesso” afferma l’italiana Sara Ricciardi (1989). La designer realizza prodotti per aziende, pezzi unici per gallerie, design d’interni, installazioni immersive, performance e progetti a sfondo sociale. Ogni suo lavoro nasce dalla necessità di raccontare una storia: la forma segue il messaggio. Nel suo studio nel sud di Milano, la progettista ama immergersi in un ambiente caotico, ricco di materiali, stimoli sensoriali, memorie personali e oggetti bizzarri. A partire dalle diverse suggestioni assorbite, ama agire d’istinto e sperimentare nuove forme e composizioni per dar vita a oggetti e ambienti unici. Giulia Soldati Giulia Soldati, designer italiana classe 1990 di base ad Amsterdam, usa il design come strumento di ricerca attorno all’atto del mangiare. Il suo lavoro si ispira alle diverse culture culinarie, con particolare attenzione alle connotazioni culturali e sociali del cibo, utensili e i comportamenti attorno alla tavola. Per Soldati cibo è condivisione, sperimentazione e soprattutto legame con la terra. Il pasto è un motivo di relazione, conversazione, e confronto tra culture e differenti. Tellurico Tellurico è il nome dello studio diretto da Francesco Pace (1985), caratterizzato da un approccio multidisciplinare specializzato in design di oggetti, spazi e installazioni. Il contesto in cui nasce un determinato progetto è sempre un fattore determinante per Tellurico. La ricerca dello studio intreccia aspetti storici, geologici e sociali, nonché tutti quei componenti unici e semplici che definiscono la vita quotidiana. Nonostante lo studio ha attualmente sede a Eindhoven, questo porta con sé le origini campane del suo fondatore: il nome Tellurico è infatti un omaggio al Vesuvio e alla sua attività. Tipstudio Tipstudio è un duo creativo con sede a Firenze, formato da Imma Matera (1990), designer, e Tommaso Lucarini (1995), maker. Imma e Tommaso amano “disegnare storie, luoghi e cose di artigianato e design”. La loro ricerca crea un dialogo unico tra arte, design e artigianato, con una profonda cura nei processi materiali e in ogni dettaglio. I progetti di Tipstudio sono legati alle radici di un territorio attraverso una visione personale e poetica. I designer credono nel potere narrativo ed emotivo degli oggetti. Flatwig Studio, The Surreal Table, 2018. Foto Claudia Zalla Hand tools, 2017 Kitchen tools, copper and stainless steel All Credits: Giulia Soldati Tellurico, Aesthetics Follow Process, per Emma Scully, 2021. Foto Chris Mottalini Secondo Fuoco 2020 TIPSTUDIO ph.NIcolò Panzeri