Storie Al cinema, i documentari di MDFF analizzano l’ampia sfera del progettare Testo di Porzia Bergamasco Aggiungi ai preferiti Geo-Design / An Edless Riddle By J.Urreaga Aizarna, S. Quijada Link, E. Massias, S. Fusani – In the Bloom selection, curated by Formafantasma for MDFF 2021 La 9a edizione di Milano Design Film Festival interpreta la parola “design” nel proprio nome – attraverso i temi del progetto a tutte le scale, i processi e la sua influenza sulla società. A machine to live in By Yoni Goldstein and Meredith Zielke – How to live by your self in the City Si torna nelle sale di teatri e cinema a capienza piena. Una notizia insolita, ma attesa. Così anche Milano Design Film Festival dal 21 al 24 ottobre torna in presenza, nelle sale del Teatro Franco Parenti e in tre appuntamenti dislocati a LOM, Villa Scheibler e nella sede dell’Ordine degli Architetti PPC di Milano. Ma, dopo l’esperienza totalmente digitale organizzata per la scorsa edizione, mantiene anche la programmazione in streaming sulla propria piattaforma, dove sarà possibile vedere in abbonamento tutti i film, in qualsiasi momento dei quattro giorni del festival. Parallelamente, al Teatro Franco Parenti si rispetta invece un calendario a orario, con alcune pellicole e molti incontri con registi e protagonisti raccontati nei film. Si tira il fiato con il settore in ripresa. 23 – sul totale di 63 fra corti, medio e lungo metraggi – sono di produzioni italiane. Il resto arriva da Europa, Regno Unito, Giappone, Argentina, Cile, Canada e Stati Uniti. In ripresa è l’indagine sulle questioni più attuali, sempre più indissolubilmente legate all’urgenza della riappacificazione con il nostro ambiente, naturale e costruito, e al modo in cui questo sta avvenendo. Da qui l’intreccio con i processi di produzione degli oggetti e con l’edilizia, l’architettura e il disegno delle città. L’impegno, gli esempi e l’analisi che vengono da più parti stanno componendo una sorta di nuovo melting pot culturale che parla tante lingue e unisce (quasi) tutti. Becoming Animal By Emma Davie and Peter Mettler – In the Bloom selection, curated by Formafantasma for MDFF 2021 Un affondo sul rapporto con le “specie” animali e vegetali che abitano il nostro Pianeta, è proposto dai Formafantasma. Sotto il titolo più che esplicativo, “I, You and it: Stories of entanglement between species”, i curatori per il 2021 della sezione Bloom, dedicata alle relazioni fra uomo e natura, hanno raccolto una serie di film sperimentali e di ricerca invitando a una riflessione a tutto tondo. Apparentemente esula dal perimetro del design, ma il pensiero è tutto calato all’interno del fare progetto e del produrre. Sembra dargli risposta in pratica, per esempio, continuando a sfogliare il programma, l’indagine nel design belga di Alexandre Humbert (The Object becomes.) fra rappresentazione e nuovo lessico degli oggetti. Gli fa da contraltare, la storia e la vita della sedia monoblocco di plastica fra le più brutte, contestate e davvero diffuse nel mondo (Monobloc di Hauke Wendler). Ma anche la volontà del collettivo Campo Abierto (A bus stop for Tathuen) di emancipare le comunità locali argentine con la valorizzazione dell’artigianato e delle tradizioni per l’intento ultimo chiuso in questa dichiarazione: “Non c'è futuro in architettura senza una memoria conciliante tra popoli in conflitto”. Conflitti, storia, memoria e società è proprio l’altra relazione che i documentari indagano raccontando edifici (The Building di Andréas Lang) e città (per citarne alcuni: Rift Finfinnee di Daniel Köter, Where to with History? di Hans Christian Post, Sabaudia di Lotte Schreiber, Travelogue Tel Aviv di Samuel Patthey). Non a caso molti a questo tema sono nella selezione dei 26 film candidati all’AFA – Architecture Film Award by Grand Seiko, i cui vincitori saranno annunciati in una cerimonia a chiusura del festival (24 ottobre) con la proiezione dedicata. Contengono le urgenze a cui è chiamata a rispondere l’architettura come si evince anche nel documentario, fuori concorso e in anteprima mondiale, The importance of being an Architect, di Giorgio Ferrero e Federico Biasin, con i progetti di Antonio Citterio e Patricia Viel che, fra il resto, riflettono su responsabilità e contesto. Senza Orfeo By Ernesta Caviola – IULM 6 Building, Milan By Studio 5+1AA Parlando di contesto non si può non pensare al paesaggio. Nel paesaggio si compiono le relazioni ideali e reali. Come su una più che immaginaria soglia geografica, la via Emilia, fatta di oggetti, case, strade e persone (Openings / Sguardi oltre il limite di Francesca Molteni e Mattia Colombo) o seguendo per 4.000 chilometri il gasdotto di idrogeno verde, invisibile agli occhi, in un territorio composito (The Thin Line di Giada Ripa). Paesaggio è anche l’oggetto della rassegna dei Guest curator, gli architetti Andrea Barreca e Giovanni La Varra, che dal cinema prendono la possibilità di scrutare l’Italia con lo sguardo dei registri stranieri, scegliendo quattro film fra classici d’autore di ieri e di oggi. Sancendo così la relazione fra cinema e architettura. Quasi a compendio, un’intera giornata (sabato 23 ottobre) è dedicata a un’iniziativa di mobilitazione pubblica. Avviata lo scorso giugno con una Lettera aperta finalizzata a indicare otto azioni per un intervento davvero sostenibile per lo sviluppo delle città e la protezione e cura del territorio, è stata promossa da due architetti: Andrea Boschetti e Alfonso Femia e sottoscritta da oltre 600 cittadini, professionisti del settore e non. Naturalmente agli incontri – due Talk, una conversazione e una Lectio Magistralis – fanno da contrappunto cinque film del programma che, più di altri, toccano le tematiche affrontate nei dibattiti. The object becomes By Alexandre Humbert. Nine Belgian design experience Poi ci sono le storie di singoli, raccontate a volte in modo eccentrico, perché eccentrici sono i protagonisti: Lina Bo Bardi, Remo Buti, Ciarmoli Queda, Hangar Design Group, Italo Rota, Carlo Scarpa e altri ancora, pronti a insegnarci sempre qualcosa. E storie singolari che diventano plurali (MACRO Asilo. Il museo di tutti di Giorgio de Finis e In corso d’Opera di Riccardo Apuzzo). L’elenco è lungo e i punti di vista ancora di più, tanto da sorprendere che possa entrare tutto nella parola “design”. www.milanodesignfilmfestival.com