Bianca Felicori: tre pezzi di design che ispirano il suo lavoro

Strips 77, Arflex, design by Cini Boeri
Design Watching, la nuova rubrica di Salone del Mobile.Milano, dà voce ai professionisti del design. Ogni mese, una selezione di prodotti, idee e visioni
Design Watching è la nuova rubrica di Salone del Mobile che, ogni mese, mette in luce la visione di giornalisti e addetti ai lavori del mondo del design. Le voci di chi questa industry la vive da vicino, voci preparate e attente ai temi di attualità: dall’innovazione alla tecnologia, passando per la sostenibilità e le trasformazioni sociali. Pezzi di design, insight e curiosità raccontate direttamente da un professionista del settore con decenni di esperienza e competenza.
Il primo appuntamento è con Bianca Felicori, architetta, curatrice e ricercatrice presso la UCLouvain di Bruxelles. Bianca è tra le altre cose autrice di un interessante progetto editoriale: Forgotten Architecture. Avviato con un gruppo Facebook il 28 maggio 2019 per raccogliere e condividere i progetti architettonici dimenticati o lasciati nell’ombra in Europa e nel resto del mondo, oggi è un volume edito da Nero Edition risultato di anni di un’attenta ricerca e raccolta di materiale fotografico, documenti e disegni da studi professionali, archivi privati e istituzioni. Un volume da collezione che vanta il contributo di fotografi come Giovanna Silva, Luca Caizzi, Federico Torra, Roberto Conte, Stefano Perego e grandi studi e archivi di architettura e design come Gaetano Pesce, Fornasetti, Nanda Vigo, Vitra.

Tizio, Artemide, design by Richard Sapper
Tizio, Artemide, design by Richard Sapper
La Tizio è stata la lampada che ha accompagnato la mia infanzia da quando ho ricordi ma soprattutto in casa mia ha sempre avuto un ruolo centrale. È stata la lampada del dissidio: mia madre non la sopportava, mio padre la adorava. Non si sa per quale ragione ma mio padre voleva tenerla sul tavolo dove venivano consumati i pasti principali, i pranzi e le cene. Mia madre la considerava ingombrante (ed era vero), mio padre ormai secondo me sotto sotto si era affezionato a quei continui battibecchi. E io pure.

Strips 77, Arflex, design by Cini Boeri
Strips 77, Arflex, design by Cini Boeri
Il divano, in assoluto il mio elemento preferito. Sul divano ci mangio (sempre, non mangio mai seduta composta), ci dormo, ci lavoro, ci faccio l’amore. Accolgo le mie amiche, raccolgo confessioni, ci scambiamo affetto, ci beviamo un bicchiere di vino. Il divano è l’unica cosa che non dovrà mai mancare in ogni spazio in cui vivo. Ho scelto lo Strips 77 di Cini Boeri perché è il divano dei miei sogni e per l’immenso rispetto che porto a Cini Boeri per essere sopravvissuta alla dimensione maschile del mondo dell’architettura e del design nei tempi più bui. Cini Boeri è il simbolo di una resistenza per cui lotto ogni giorno.

Shoto Table, Maruni, design by Cecilie Manz
Shoto Table, Maruni, design by Cecilie Manz
Un tavolo perché sogno un giorno di avere una famiglia da riunirci attorno, perché sul divano tutti non ci stiamo. Un tavolo come immagine di un futuro in cui immaginare di creare intorno una nuova dimensione domestica a me ancora ignota. Un tavolo su cui rimettere La Tizio dei miei genitori e ripensare a quei giorni sereni e di pace con mia madre, mia sorella e mio padre uniti.