Cosa sono e come funzionano le certificazioni forestali?
Ce lo spiegano Diego Florian, direttore di FSC® Italia, e Francesca Dini, responsabile promozione di PEFC Italia
Quando si parla di sostenibilità nel settore dell’arredamento, spesso si parla anche di certificazione forestale. Capire però nel dettaglio come operano gli schemi di certificazione delle filiere del legno e come mai è così importante il loro ruolo all’interno di ampi sistemi produttivi, è però piuttosto complesso. Abbiamo quindi chiesto a Diego Florian, direttore di FSC Italia, e a Francesca Dini di PEFC Italia, di raccontare di cosa si occupano questi schemi, come funzionano le certificazioni e cosa significa quando troviamo uno dei loro loghi su uno stand, su un oggetto, un packaging o un catalogo.
FSC
“Il Forest Stewardship Council® è nato nel 1994 per far dialogare le realtà produttive, ambientaliste e sindacali, pochi anni dopo che il summit di Rio de Janeiro aveva fallito nel trovare politiche globali per la salvaguardia delle foreste – racconta Diego Florian. “La nostra ong ha quindi creato un meccanismo di confronto tra interessi ambientali, sociali ed economici il cui scopo ultimo è quello di promuovere un sistema di gestione forestale virtuoso, dall’albero al prodotto finito. La qualità di questa gestione viene verificata in base a standard condivisi da FSC a livello internazionale che poggiano su tre pilastri portanti:
- la risorsa deve essere in grado generare reddito sul lungo periodo
- deve essere gestita senza minare l’integrità di biodiversità, paesaggio, suolo, ecc.
- infine le comunità locali e le comunità indigene devono trarre beneficio dalla gestione
Tutti questi impatti devono essere verificabili e verificati. FSC definisce quindi queste regole, dopodiché affida a una rosa di enti di certificazione terzi la verifica degli standard presso i gestori forestali o le industrie di trasformazione. Questi enti, a loro volta, per poter operare per conto di FSC devono essere accreditati da un ente terzo: ASI, Accreditation Service International.”
“Gli standard FSC sono principalmente due: il primo riguarda l’ambito della gestione forestale, ovvero quali impegni di responsabilità (es. conservazione della risorsa boschiva, della biodiversità e dei servizi naturali come acqua e aria puliti) deve assumere il gestore o il proprietario di un bosco in maniera addizionale rispetto ai requisiti di legge. Il secondo, invece, aiuta a tracciare la materia prima una volta che esce dalla foresta, quando diventa disponibile per essere successivamente trasformata e/o commercializzata. A questi se ne aggiunge un terzo, che disciplina l’uso del marchio e delle etichette di prodotto FSC che troviamo su molti dei prodotti che acquistiamo.
Lo standard di gestione forestale è quello che più subisce l’adattamento al contesto nazionale (quello per l’Italia, ad esempio, è in fase di revisione proprio in questi mesi), mentre gli standard di catena di custodia e di uso del marchio sono validi per tutti i paesi. Oltre alle attività di monitoraggio delle certificazioni, il lavoro degli uffici nazionali di FSC si concentra nella promozione degli standard e nella formazione di personale interno incaricato di seguire la certificazione o di consulenti esterni di supporto soprattutto alle piccole-medie imprese. Altre attività per noi molto importanti sono il monitoraggio dell’utilizzo del marchio, gli interventi in caso di abusi e il mantenimento dell’integrità del sistema.”
FSC Italia e il settore del mobile
“Inoltre, il nostro ufficio sostiene progetti speciali di promozione, che possono essere specifici per settore oppure impegnati sul fronte dell’educazione del consumatore, con realtà ambientaliste o a fianco delle aziende.
Ovviamente non potevamo non occuparci anche del settore dell’arredamento, uno dei principali pilastri del Made in Italy che tra le aziende conta già una rilevante presenza di attività certificate, per lo più con scopo reattivo al mercato – per poter partecipare a bandi pubblici, per lavorare nel settore contract nel Regno Unito, per rispondere a clienti particolarmente sensibili etc. Queste realtà sono spesso poco inclini a promuovere FSC E il loro impegno in termini di sostenibilità. Abbiamo quindi dedicato risorse a capire perché, a far emergere questa realtà e ad avvicinare altri brand alla certificazione tramite interviste mirate alle aziende, corsi di supporto a marketing e comunicazione, e concorsi come l’FSC Furniture Awards, nato come un’iniziativa italiana e ora aperta a tutti i paesi europei.
“Una svolta nel settore l’abbiamo notata all’edizione 2022 del Salone del Mobile.Milano, occasione nella quale molte aziende hanno usato la certificazione FSC come argomento da promuovere. Stosa Cucine, per esempio, ha organizzato presso il proprio stand un evento con alcuni influencer per raccontare la loro linea di cucine certificate, Roda ha registrato un’intervista su certificazione e arredi in legno per esterni, Calligaris ha organizzato alcuni eventi incentrati sulla certificazione FSC, e anche Foppapedretti – per cui l’elemento da comunicare è sempre stato la qualità del prodotto e la tradizione Made in Italy – dallo scorso anno si racconta partendo proprio da FSC.
Abbiamo così scoperto un nuovo interesse che sta emergendo da parte dei brand del settore nell’utilizzare le immagini e i valori di FSC non solo come requisito tecnico di sostenibilità, ma anche come valore che accompagna i prodotti”.
PEFC
“PEFC è un ente normatore presente in tutto il mondo, un ente no-profit nato inizialmente per tutelare piccoli produttori in Nord-Europa e per questo chiamato Pan European Forest Certification e, poi, con l’ingresso di Australia e Stati Uniti nel programma fino a una presenza oggi davvero globale, si è trasformato nel Program for the Endorsment of Forest Certification” – spiega Francesca Dini, che si occupa della promozione di PEFC. “L’obiettivo è quello di tutelare le foreste in maniera sostenibile per il presente ed il futuro, includendo nella tutela tutte le componenti della filiera, sia del legno sia dei materiali non legnosi: legno da opera, paleria, mobili, pannelli, oggettistica, componenti d’arredo, occhiali da vista, da sole, elementi per la moda, fibbie, manici di borse, la filiera della carta, del tessuto non tessuto, dei pannolini, della carta assorbente e di tutti gli altri utilizzi della cellulosa come il filato – viscosa, tencel e modal, che si estraggono dalla cellulosa con processi chimici. A fianco a tutti questi prodotti ci sono le filiere dei prodotti forestali non legnosi – sughero, gomma naturale, miele, funghi, tartufi e bacche -, prodotti di origine forestale che possono essere anch’essi certificati.”
“PEFC scrive dunque le norme a cui, sia le foreste e le piantagioni sia le filiere di trasformazione, devono sottostare per poter ottenere la certificazione. Queste norme vengono poi declinate dal gestore in un manuale di certificazione, in cui sono descritte le procedure di gestione delle aree in linea con quanto richiesto dagli indicatori delle standard di certificazione PEFC, verificati poi da un ente terzo esterno. Questi organismi di certificazione sono poi a loro volta controllati da Accredia. Le filiere su cui siamo più presenti sono quelle del legno da opera e della carta e collaboriamo con giornali, quotidiani o case editrici che fanno libri stampati e riviste.
PEFC Italia e il settore del mobile
“Il mobile e l’arredo sono settori in cui ci stiamo concentrando a partire dal 2021 quando è stata creata a livello internazionale una campagna dedicata, Forests are Home. La campagna sull’arredo sostenibile PEFC è stata ad oggi promossa in 15 Paesi, che rappresentano oltre 51 milioni di ettari di foreste certificate e migliaia di designer, produttori e rivenditori di mobili in tutto il mondo. In Italia la campagna è stata presentata per la prima volta a Milano a giugno 2022. In questa occasione abbiamo presentato la collaborazione con il designer Giorgio Caporaso e lanciato la call to action per invitare designer e aziende del settore a realizzare opere e arredi utilizzando materia prima certificata - legno soprattutto, ma anche materiali cellulosici, come carta, cartone, fibre per il tessile, ecc. La collezione immaginata da Caporaso si è configurata come un “salotto” sostenibile realizzato in legno di rovere certificato, costituito da due sedute affiancate da un tavolino da caffè, uno sgabello e una libreria modulabile.”