Storie Cucina e bagno: cronaca di una metamorfosi annunciata Testo di Marco Romanelli Aggiungi ai preferiti Boffi Stanze grandi, multifunzionali e iper-progettate ma anche sommatoria di stimoli e di occasioni: non chiamatele più spazi di servizio. Se, in un tempo ormai lontano, il bagno e la cucina erano considerati “spazi di servizio”, oggi sono essi a rappresentare lo statement di una situazione abitativa. Inutile negarlo: il bagno e la cucina hanno oggi dilatato la loro dimensione sia fisica sia mediatica. Sono, potenzialmente, spazi grandi e iper-progettati. Sovente multifunzionali in chiave puramente edonistica. Niente di strettamente funzionale: in bagno potrà comparire una zona caminetto, così come in cucina potremmo ubicare un angolo lettura-relax. Intarsio, Cesar Il bagno e la cucina vengono intesi, oggi, come spazi “da inventare”, sommatoria di stimoli e di occasioni e dove si prediligono grandi superfici continue, in cui la materia trova la sua massima esaltazione in termini di “metri quadrati”: marmi, legni, con ottoni e metalli bruniti per gli attacchi, dispiegheranno allora un’estensione che li trasformerà in brani di architettura o in opere d’arte. Ecco quindi che i segnali maggiormente significativi provenienti dal bagno e dalla cucina (e conseguentemente dal mondo dei rivestimenti che qui la fanno da padrone) sono segnali di lusso, di perfezione. Qui, il “disegno puntuale” del prodotto conta meno della materia con cui è realizzato: proprio per mettere in risalto la seconda, il primo viene, se non annullato, “silenziato”. Happy, Duravit Se volessimo trovare un simbolo condiviso per la ricerca in cucina probabilmente sarebbe il monolite: volume puro e silenzioso, sovente posizionato al centro dello spazio, sempre finito con materiali preziosi e cromie sofisticate. Esso nasconde al suo interno un cuore tecnologico pulsante ove i punti acqua e fuoco compaiono al bisogno con grande efficienza e numerosi accessori, ma sono altrettanto pronti a sparire, terminato l’uso. Intanto, potenti cappe aspiranti (quelle di ultima generazione posizionate sul piano e non sospese) assicurano che l’atmosfera circostante non rechi tracce di odori di cibo o di fatiche umane. Carlo Colombo, con Isøla per Rossana, propone un bancone, appunto a isola, ove i due prospetti (quello rivolto al living e quello prospiciente le attrezzature tecniche) sono trattati in modo differente anche se comunque importante (vedi, sul fronte, la breccia imperiale abbinata al castagno termotrattato). Isøla, design by Carlo Colombo, Rossana Altre fonti di ispirazione sono senz’altro i grandi banchi di lavoro delle cucine industriali, a essi guarda ad esempio, per Ernestomeda, Giuseppe Bavuso nel disegno di K-Lab. K-Lab, design by Giuseppe Bavuso, Ernestomeda Francesco Meda concentra, invece, la sua attenzione sul tema dell’accessoriamento e della immediata reperibilità (quindi visibilità) di tutti quei complementi che pratiche culinarie sempre più sofisticate hanno reso indispensabili. Nel Sistema XY per Dada in particolare si osserva la possibilità di piani orizzontali scorrevoli sulle basi, da posizionarsi ove l’estro creativo del momento (e il piatto in fieri) richiede.