Storie David Lopez Quincoces: “Il regalo più grande che mi ha dato Milano? Lavorare con persone con cui divertirsi” Testo di Marianna Guernieri Aggiungi ai preferiti Private Apartment, Milano - Ph. Alberto Strada Parola al design madrileno che tra le altre cose ha fondato Six Gallery, una destinazione meneghina da non perdere per tutti i design lover Co-fondatore con Fanny Bauer Grung dello studio Quincoces-Dragò & Partners, il designer madrileno David Lopez Quincoces è arrivato a Milano nel 2004 per specializzarsi in Architettura di Interni al Politecnico di Milano dopo aver studiato storia dell’arte. “Volevo tornare in Spagna, ma ho provato a mandare un paio di curriculum e dopo due giorni stavo già lavorando con Piero Lissoni!” racconta a Salone del Mobile.Milano. Ha collaborato con lui per anni, fino al 2018, diventando socio e gestendo parallelamente il suo studio tra Milano e Madrid, aperto nel 2008. Oltre allo studio, Quincoces si occupa di design del prodotto per aziende del calibro di OLuce, Salvatori, De Padova, Zucchetti e Living Divani e insieme al collega e amico Francesco Meda gestisce la direzione artistica di alcune aziende tra cui Acerbis, Ranieri Lava Stone o Fast Spa. Insieme alla sua socia e compagna ha aperto a Milano la Six Gallery, un luogo da non perdere per gli amanti del design, nato come galleria incubatrice di idee, dove fare ricerca sui materiali e sui pezzi unici da implementare nei progetti di interni. In studio non lavorano più di quindici persone per “mantenere alta la qualità e non diventare schiavi della propria struttura, dovendo accettare progetti non in linea con la nostra visione”, ci spiega. Parliamo con lui di progetto, aziende e soprattutto di Milano. Six Gallery - Ph. Alberto Strada Six Gallery - Ph. Alberto Strada Lema, Seryasse, design David Lopez Quincoces Living Divani, Green Sofa, design David Lopez Quincoces Spotti Milano - Ph. Alberto Strada Spotti Milano - Ph. Alberto Strada Spotti Milano - Ph. Alberto Strada David Lopez Quincoces Come definiresti la tua direzione artistica, il tuo approccio progettuale? Pues mira... Dopo tutti questi anni in cui ho lavorato nel mondo del design, e dove di base offriamo un servizio alle imprese, bisogna avere molto chiaro per chi si disegna, di cosa hanno bisogno i committenti e come il tuo linguaggio si possa adattare per dare la risposta migliore. Quello che faccio è innanzitutto selezionare le aziende per cui lavoro: dobbiamo essere in sintonia e avere attitudini estetiche affini per offrire un disegno che soddisfi la richiesta ma con la mia firma. Si tratta di creare un equilibrio tra prodotto, linguaggio, qualità, prezzo. In che modo Six Gallery è il vostro incubatore di idee? I pezzi che esponiamo lì sono slegati dai processi industriali. Non sono condizionati dalle logiche della catena di produzione, dalle procedure, dagli stampi e quant’altro. Sono invece più legati alla produzione artigianale, con dettagli che la produzione industriale forse non riuscirebbe a ottenere, con finiture più delicate e personalizzate che ci portano a una qualità maggiore. Su cosa state lavorando al momento? Per quanto riguarda il design stiamo sviluppando progetti con ciascuna delle aziende per cui lavoriamo: c’è sempre qualcosa che bolle in pentola e che viene presentato al Salone del Mobile. Per quanto riguarda la direzione artistica cerchiamo di tenere sempre un approccio “out of the box”, definire un linguaggio che non sia omologato a quello degli altri. Ci piace contaminare arte, fotografia, grafica, per arricchire i progetti, anche da un punto di vista intellettuale. In studio stiamo lavorando su progetti sempre più grandi come hotel, contract, case private, ristoranti in tutto il mondo. Cosa ti ha dato Milano come progettista? Non c’è posto migliore di Milano per chi lavora in questo settore. Per moltissime ragioni. È un luogo centrale in Europa e così ben connesso a livello internazionale che ti permette di lavorare con tutto il mondo. Arrivano clienti dagli Stati Uniti, dall’Oriente, dal Medio Oriente ed è un hub che a livello di contatti e clienti è molto vivace. Dal punto di vista manifatturiero abbiamo in assoluto i migliori artigiani del mondo del mobile e del contract, cosa che permette di sviluppare il proprio stile e i propri progetti con maggiore libertà. Da questo punto di vista mi ha dato tutto. Ho avuto la possibilità di confrontarmi con persone che da moltissimi anni perfezionano i propri laboratori, le proprie tecniche, il proprio modo di lavorare i metalli o il legno. È qui che uno impara davvero, quando si riesce a sporcarsi le mani. Ci si mette a lavorare insieme, anche se spesso all’inizio non si aprono verso di te, ma dopo anni di lavoro insieme i fornitori diventano amici. Conoscerai sempre qualcuno da cui imparare qualcosa di nuovo. Ecco, questo è il regalo più grande che Milano mi ha dato: lavorare con persone con cui divertirsi. Un sogno nel cassetto? Non lavorare! (ride) A dire il vero mi godo il processo tanto quanto la meta finale. Sono molto soddisfatto per come si sta sviluppando il lavoro e non sento che mi manchi qualcosa nello specifico. Disgraziatamente mi motivo molto facilmente con quello che mi viene proposto, tirando sempre fuori il lato positivo, che si progetti una sedia o un palazzo. Mi diverto in tutte le fasi, coinvolgendo il cliente e assicurandomi di essere tutti emozionati nel creare il bello. 10 novembre 2023 Tags Interviste Share