Storie Passato e presente dell’architettura giapponese in quattro libri Testo di Giulia Marani Aggiungi ai preferiti Kuma, photo courtesy Taschen Che cosa hanno in comune le case del tè tradizionali e i progetti avveniristici degli architetti contemporanei? Per esempio, il felice connubio di estetica e tecnica, che erano già inseparabili nel Giappone premoderno e continuano a esserlo oggi Con sette premi Pritzker negli ultimi trentacinque anni – il primo è stato attribuito nel 1987 a Kenzo Tange, fondatore del movimento del “metabolismo” e tra i grandi maestri del brutalismo, l’ultimo ad Arata Isozaki nel 2019 – e una riconosciuta abilità nel confrontarsi con fattori ambientali peculiari come l’alta densità di popolazione e il rischio sismico, l’architettura giapponese è tra le più creative al mondo. Dai primi anni del Novecento, inoltre, quando i viaggiatori europei e americani cominciarono a visitare il paese e ad apprezzare la raffinatezza dei suoi edifici tradizionali, non ha mai smesso di ispirare e influenzare l’Occidente. Quattro libri di recente pubblicazione (o da poco tornati in libreria) ricostruiscono parti diverse di questa storia, mostrando edifici tradizionali del paese del Sol Levante come i templi e le case del tè attraverso lo sguardo di un architetto allievo di Alvar Aalto e vicino a Mies van der Rohe, prendendo in esame le architetture più rappresentative degli ultimi dieci anni, ripercorrendo la straordinaria carriera di un progettista noto in tutto il mondo come Kengo Kuma o ancora accompagnando il lettore in un viaggio per immagini nell’abitare giapponese contemporaneo. Temple and Teahouse in Japan, courtesy photo Temple and Teahouse in Japan, Werner Blaser Nel 1953, un architetto trentunenne di Basilea visita il Giappone, cercando di catturarne lo spirito attraverso le architetture classiche e scoprendo “una modalità espressiva governata da una disciplina mentale di altissimo livello”. Il suo nome è Werner Blaser, e due anni dopo il suo rientro in Europa darà alle stampe un volume che sarà il tramite attraverso il quale moltissimi architetti e creativi occidentali si avvicineranno all’estetica giapponese. Si dice, per esempio, che Mies van der Rohe, colpito dal libro di Blaser al punto da commissionargli una monografia del proprio lavoro, lo abbia regalato a diversi suoi amici. Oggetto di questo studio sono una serie di edifici costruiti tra il XV e il XVII secolo – un periodo durante il quale il Giappone trova una sintesi originale tra gli stilemi architettonici importati dalla Cina e la propria storia – e dedicati a rituali shintoisti oppure alla cerimonia del tè. L’autore ne mette in evidenza la modernità, in particolare per quanto riguarda la modularità, l’uso sapiente dello spazio vuoto o la separazione degli ambienti attraverso pannelli scorrevoli. Il libro è stato riproposto all’attenzione dei lettori di oggi dall’editore svizzero Birkhäuser, in una ristampa accompagnata da testi di Christian Blaser (il figlio di Werner), Inge Andritz e Tadao Ando. Titolo: Temple and Teahouse in Japan Autore: Werner Blaser Casa editrice: Birkhäuser (Basel, CH) Anno di pubblicazione: 2021 Pagine: 172 Contemporary Japanese Architecture, photo courtesy Taschen Contemporary Japanese Architecture, Philip Jodidio Come si legge nell’introduzione firmata dal curatore, che prima di dedicarsi alla scrittura di libri di architettura è stato per oltre vent’anni il caporedattore della rivista francese Connaissance des arts, il Giappone è un paese in cui nulla è certo a parte il cambiamento. Questo volume affronta la materia magmatica dell’architettura giapponese contemporanea isolando i 55 progetti più rappresentativi realizzati da architetti nipponici nel corso dell’ultimo decennio, in patria o all’estero. A fianco dei grandi maestri come Arata Isozaki, Tadao Ando e Toyo Ito e della generazione di talenti purissimi nati negli anni Cinquanta e Sessanta (Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa di SANAA, Kengo Kuma, Shigeru Ban, Shuhei Endo e altri ancora), troviamo alcuni progettisti più giovani che hanno ideato edifici dalle dimensioni estremamente ridotte ma ricchi di inventiva. La Casa Todoroki (2018) di Tsuyoshi Tane a Tokyo e la clinica dentistica progettata da Takashi Suo nella periferia della città di Okayama nel 2017, per esempio, hanno entrambe una superficie di 188 metri quadri. Titolo: Contemporary Japanese Architecture Autore: Philip Jodidio Casa editrice: Taschen Anno di pubblicazione: 2021 Pagine: 448 Kuma, photo courtesy Taschen Kuma. Complete Works 1988-Today, Philip Jodidio L’opera di Kengo Kuma, tra i maggiori rappresentanti dell’architettura giapponese sulla scena internazionale, è molto varia ed estesa dal punto vista geografico. Nella maggior parte dei suoi progetti, però, possono essere rintracciate alcune costanti: l’uso del legno, per esempio, spesso sotto forma di arditi intrecci e reticoli, il motivo della nuvola, che torna a più riprese in diverse interpretazioni, la ricerca dell’armonia con il paesaggio circostante e con il contesto culturale in aperto contrasto con l’idea dell’edificio-oggetto. La monografia XXL pubblicata da Taschen raccoglie il meglio di oltre trent’anni di carriera, dagli interventi compiuti nella cittadina di montagna di Yusuhara – una sorta di “laboratorio architettonico” dove Kengo Kuma continua a lavorare dai primi anni Novanta, sviluppando le sue teorie e testandone l’applicazione pratica – alle sfide più recenti, per esempio il nuovo Stadio Olimpico di Tokyo (Japan National Stadium), che può ospitare fino a 80.000 spettatori ed è stato costruito utilizzando come materiale principale il legno. Titolo: Kuma. Complete Works 1988-Today Autore: Philip Jodidio Casa editrice: Taschen Anno di pubblicazione: 2021 Pagine: 460 Living in Japan, photo courtesy Taschen Living in Japan (40th Anniversary Edition), Alex Kerr e Kathy Arlyn Sokol Chi sceglie di visitare il Giappone non lo fa soltanto con l’obiettivo di ammirare paesaggi mozzafiato e prodezze architettoniche, ma anche per assaporare la ricercata arte di vivere locale. Questo libro, pubblicato da Taschen per la prima volta nel 2006 e riproposto in una nuova veste all’interno della collana celebrativa dedicata al quarantesimo anniversario della casa editrice, propone un itinerario attraverso le più affascinanti case e locande del paese, con tanto di indirizzi che potrebbero – in tempi migliori – agevolare un’esplorazione autonoma. Si va dai ryokan tradizionali come il Tawaraya di Kyoto, in passato frequentato da personaggi del calibro di Alfred Hitchcock e Jean-Paul Sartre, ad abitazioni ultramoderne come la 4x4 House disegnata da Tadao Ando e ispirata alla struttura dei fari, tutte catturate dall’obiettivo del fotografo svizzero Reto Guntli. Titolo: Living in Japan Autori: Alex Kerr e Kathy Arlyn Sokol, fotografie di Reto Guntli Casa editrice: Taschen Anno di pubblicazione: 2021 Pagine: 460