"Audrey Large. Metamorphosis Signals” di Barbara Brondi e Marco Rainò, ed. Quodlibet
In mezzo a tanti mostri sacri, c’è spazio anche per una designer giovane anagraficamente ma già affermata e apprezzata a livello internazionale. Nata nel 1994 e diplomata alla Design Academy di Eindhoven, Audrey Large crea in autonomia oggetti fisici stampati in 3D che sembrano digitali, con le loro geometrie ai limiti del plausibile e il loro aspetto iridescente. Costantemente in bilico tra reale e immateriale, innescano una riflessione su quanto la percezione possa essere ingannevole, e su come la presenza debordante delle immagini virtuali nella nostra società influenzi il modo in cui ci approcciamo a ciò che invece è del tutto tangibile. La monografia che Barbara Brondi e Marco Rainò, architetti e curatori, dedicano alla designer è legata alla sua partecipazione al programma di residenze creative IN Residence. Un secondo volume, sempre edito da Quodlibet, approfondisce il lavoro del norvegese Sigve Knutson.