Storie "Fiori di fuoco": il restauro di un catalogo commerciale Testo di Patrizia Malfatti Aggiungi ai preferiti Una sorpresa editoriale: la riproduzione restaurata del catalogo di Jinta Hirayama, uno dei più importanti imprenditori giapponesi che ha segnato la storia dell’arte pirotecnica. Un esercizio di grafica contemporanea datato 1883. I fuochi d’artificio riportano tutti noi, in un botto, alle notti magiche di bambini dove il buio si illuminava di gioia colorata. E così rievoca anche il racconto d’infanzia di Aoi Huber Kono – artista, collaboratrice e, dal 1962 moglie, del grafico svizzero Max Huber – che conclude questo insolito volume ricordando quando con la nonna creava “dei semplici foglietti di sottilissima carta multicolore attorcigliata, a formare una sorta di bastoncino lungo circa venti centimetri, e contenenti un poco di polvere da sparo”. Sono i senko hanabi “piccoli e poetici spettacoli pirotecnici” che si sviluppano in una progressione di cinque figure create dalla pioggia di scintille: il bocciolo, la peonia, l’ago di pino, il salice e il crisantemo. Anche se sembra impossibile riprodurre su carta quella improvvisa esplosione pirotecnica, c’è chi a fine Ottocento lo ha fatto, pubblicando un memorabile catalogo. Allora, nel 1883, il libricino di Jinta Hirayama assolveva semplicemente alla sua funzione primaria, quella di mostrare ai clienti di Hirayama Fireworks Company, società giapponese specializzata in fuochi d’artificio, la varietà e l’originalità delle produzioni pirotecniche, che grazie al suo know how riuscì a introdurre importanti innovazioni tecniche che diedero vita a un nuovo vocabolario espressivo: dal consueto utilizzo della tonalità arancione si passò a una palette cromatica molto articolata. Un perfetto catalogo illustrato con tanto di istruzioni per l’uso. Jinta Hirayama, che si spense nel 1900, passò alla storia quale organizzatore dello spettacolo pirotecnico di benvenuto per il presidente americano Grant in visita in Giappone nonché per essere stato il primo giapponese a registrare un brevetto negli Stati Uniti. I suoi clienti arrivavano da ogni dove al punto che i suoi cataloghi erano bilingue, in giapponese e inglese. Oggi invece, quelle 100 illustrazioni, tutte numerate – e qui riproposte in versione restaurata – si leggono principalmente come segni grafici, rigorosi ed eleganti, sullo sfondo nero della notte, oltre che testimonianze di un‘epoca lontana. Un caleidoscopio di forme e colori che fanno immaginare carte da gioco dall’arcana simbologia o tarocchi di un’epoca incasellabile. Disegni che conducono per mano all’etimologia del termine: pagina dopo pagina pare proprio di passare di fiore in fiore. Hanabi, fuoco d’artificio, tradotto letteralmente significa infatti ‘fiori di fuoco’. Titolo: Fuochi d’artificio Catalogo illustrato: Jinta Hirayama Testo: Aoi Huber Kono Editore: Lazy Dog Press Anno di pubblicazione: 2021 Pagine: 96