Focus on Matteo Ghidoni di Salottobuono
Con il suo studio Salottobuono, Matteo Ghidoni surfa abilmente tra costruzioni e libri, mostre e riviste, in cui l'architettura è una materia malleabile che si può guardare da ogni prospettiva possibile – raccontata in un'intervista botta e risposta all'architetto, editore anche del magazine San Rocco.
Nome: Matteo Ghidoni / Salottobuono.
Dove lavori: Milano.
Il tuo account su instagram: @salottobuono
Di che cosa si occupa il tuo studio? Di architettura.
Dove hai studiato? Allo IUAV di Venezia.
I progetti che stai seguendo in questo momento: un parco in un piccolo comune dell'Emilia, l'ampliamento di un hotel in Veneto, la riqualificazione di un pezzo di costa in Puglia.
Il progetto che sogni un giorno di realizzare: un cimitero.
Il progetto di altri che più ti ha influenzato: il cimitero delle 366 fosse di Ferdinando Fuga, a Napoli.
Un elemento che non può mancare in ogni tuo progetto: una geometria precisa.
Centro città o geografie remote? Amo le isole.
Qualcosa che hai in casa e che hai disegnato tu: un tavolo copiato da Magistretti, una panca in legno molto robusta, un carrello per la cucina e una libreria “volante”.
Cosa ti piace regalare? Piante.
Se in casa potessi costruire un passaggio segreto, dove porterebbe? Nel passato.
Cosa fai di solito la domenica? Cucino.
Il tuo posto preferito a Milano: via Sarpi.
Adam Nathaniel Furman ti chiede: se dovessi rinunciare per sempre alle patate o alla pasta, quale sceglieresti? Ho iniziato a pensare per quale motivo qualcuno mi facesse questa domanda, e più in generale a chi mai potesse interessare la mia scelta tra pasta e patate, e stavo per chiederti di rispondere ad Adam con questa domanda, poi il down di WhatsApp di alcuni giorni fa ha messo confusione alla mia giornata e non ci ho più pensato. Adesso mi verrebbe invece da dire che ha senso rispondere solo da una prospettiva collettiva, visto che continuo a credere che delle mie abitudini alimentari non interessi a nessuno, quindi sono tenuto a dire che rinuncerei alla pasta perché credo che l’impronta ecologica della patata sia nettamente inferiore, ma sarei più onesto se dicessi che posso rinunciare a entrambe, ma non toglietemi i formaggi!
Vorresti fare anche tu una domanda all'intervistato che verrà dopo di te? Come direbbe Marzullo: si faccia una domanda e si dia una risposta.