Storie Francesco Binfaré si racconta: dalla fine degli anni '60 a oggi Testo di Patrizia Malfatti Aggiungi ai preferiti Edra, Standalto, design Francesco Binfaré, photo courtesy Le opere e le idee di Francesco Binfaré raccolte in un nuovo libro presentato da Edra. Un viaggio attraverso pagine che sorprendono, fanno riflettere e approfondiscono la figura di uno dei protagonisti del design italiano Presentato a fine ottobre nello showroom milanese di Edra, a prima vista questo volumetto sembra un breviario liturgico per il formato lungo e stretto, la copertina in pelle con scritte incise color oro come la profilatura delle pagine, il segnalibro a nastro dello stesso rosso della copertina e il corpo del testo piccolo piccolo. E, tra le righe, un’eco mistica: p. 94 “Il caso mi ha fatto incontrare Edra, così come un tempo prima mi aveva fatto incontrare Cassina. E il caso è un regalo degli angeli che va afferrato al volo”. Storie, vicende, pensieri, punti di vista, idee, sogni, aneddoti e ricostruzioni di questa eclettica figura si amalgamano e intrecciano alle parole dell’autore. Una biografia autobiografica potremmo definirla. “Francesco mi ha fatto entrare in un paese delle meraviglie”, dichiara Giampaolo Grassi. Ma chi è veramente Francesco Binfaré, oltre a essere chi sappiamo già? Ce lo svela lui stesso: “Io non sono un designer. Mi arrabbio quando mi chiamano designer […] Né progettista, né architetto. Forse un autore, ma l’autore è uno che fa da sé tutto. Come lo scrittore. Invece io faccio solo il modello, e il modello non è concreto, è un’idea che io ho in testa”. In questo dedalo di definizioni, emerge la sua verità: “Io ho una partita iva da artista inventore” p. 24 e 25 – p. 21 […] sentivo che era arrivato il momento di mettere nel design l’espressione dell’autore. Volevo che il design prendesse coscienza di essere un campo nuovo dell’arte”. E lui, proprio figlio d’arte e “nato nel momento giusto”, come ama generosamente specificare, ha il sogno di “creare un Bauhaus italiano”. p. 48 E lo raggiunge, arrivando a dirigere il Centro ricerca Cassina, dal 1969 al 1976. “Il Centro era come una nave in missione”, spiega Binfaré. P.56 “Eravamo mandati dalla regina Isabella, ma non era importante sapere quello che voleva lei. L’importante era navigare nell’oceano e cercare di trovare il Nuovo Mondo, una terra che non si sapeva se ci fosse o no. A noi interessava vivere l’esplorazione perché ci dava una libertà oceanica”. E Binfaré lì traccia itinerari e vie, senza sosta, e continua a farlo creano, nel 1980, un proprio Centro Design e Comunicazione per la ricerca e la promozione di progetti, da cui nasceranno varie icone del design italiano. Poi, arriva la collaborazione con Edra, che aveva allora 5 anni e “una entusiasmante prototecnica”, ricorda Binfarè P: 99 “Era una situazione primordiale. La mancanza di una struttura tecnica evoluta mi costringeva a trovare la soluzione nella sua forma essenziale. […] Il fascino di Edra era che aveva bisogno di avventure”. Alla Edra Binfaré cambia mestiere. Smette di tirare le fila del lavoro degli altri e inizia a firmare pezzi. Nascono così quei divani infiniti, avvolgenti, comodi, stupefacenti. Sono “inviti alla drammaturgia”. Espressioni della contemporaneità che interpretano e anticipano i mille modi in cui vogliamo stare seduti. Il suo strumento di lavoro risiede, infatti, tra funzione e magia. p. 44 “L’architetto degli architetti”, quello che “camminava con gli autori, accompagnandoli nel loro percorso creativo” è sorprendentemente (per noi oggi) senza una laurea specifica. p. 30. “Pensandoci adesso, credo che sia stata una grande fortuna. Perché ho studiato tutta la vita, in maniera anarchica e libera. Mi sono circondato di amici, di libri e di letture. Per me era fondamentale la corrispondenza tra il piacere, il desiderio e il nutrimento”. Il metodo Binfaré ribalta tutti quelli precedenti, come scrive l’autore riportando le parole dell’art director di Edra, Massimo Morozzi: p. 50 “È un metodo un po’ curioso e molto interessante. In pratica funziona in modo che nessuno sa che fare, se non parlare del bello e del cattivo tempo, del più e del meno, non necessariamente di poltrone, tavoli, ma di vita, politica, filosofia, donne, finché non emerge un’idea. Francesco è la persona che arriva a fare esprimere l’idea, a catturarla, a realizzarla”. Il 9 giugno scorso Edra ha voluto dedicare a Binfaré una serata speciale al Teatro alla Scala, in ricordo di Giovanni Gastel, omaggio che “in maniera carsica” anticipa il Compasso d’Oro alla carriera conferitogli un paio di settimane dopo. p. 129 “Anche se nessuno saprebbe dire con esattezza che mestiere faccia. Nemmeno lui”. Binfaré, Interview Intro