Sostenibilità Green Design & Outdoor Testo di Marco Romanelli Aggiungi ai preferiti Emeco Materiali riciclati e riciclabili o biodegradabili, semplicità di montaggio e smontaggio, qualità di vernici, imballi e del packaging. La sostenibilità è servita. Anche in terrazzo. Un’improvvisa ossessione “verde” ha recentemente trasformato designer, filosofi e architetti in giardinieri. Tutto ha da essere verde ma non tutti ricordano che la natura si esprime con colori molto più variegati che non il solo verde: deserti di sale bianchissimo, scogliere di grigio basalto, nere distese di lava. Ossessioni a parte, possiamo verificare come si sia sviluppata e diffusa una rinnovata sensibilità ecologico-ambientale. Un movimento che, per alcuni versi, ricorda la grande onda “verde” degli anni ’70. In termini economici, ma anche morali, sostenibilità, è la parola che caratterizza tale fenomeno. Lavorare per la sostenibilità è un impegno severo e costante, si noti bene, assai lontano dal green show (o, come si dice in gergo, dal green washing) cui abbiamo assistito negli ultimi tempi. Numerose aziende si sono realmente impegnate nella filiera dell’ecosostenibilità: dalla scelta di materiali biodegradabili o facilmente riciclabili alla semplicità di montaggio e smontaggio, alla qualità degli imballi e del packaging. I consumatori paiono apprezzare queste condizioni per il prodotto: non solo a parole, ma accettando l’inevitabile aumento di prezzo. Conseguenza indiretta di tale nuovo approccio è la sempre più forte consapevolezza della necessità di conservare gli oggetti nel tempo e quindi di poterli aggiustare, restaurare, rinfrescare (ciò comporta, tra l’altro, una grande attenzione industriale a tutte le fasi di servizio post-vendita). Fondamentale anche il tema del riciclo. Una storia per tutte: durante la Seconda Guerra Mondiale, Emeco realizzava la sedia 1006 per la Marina Militare Americana, utilizzando alluminio riciclato. Settantacinque anni dopo, sono le bottiglie in plastica della Coca-Cola a dare luogo alla sedia 111 (numero delle bottiglie in plastica necessarie a realizzare una sedia) secondo il principio del up-cycling, ossia trasformare un rifiuto in qualcosa di maggior valore, ben più interessante di quello del recycling. 111 Navy Chair, Emeco Direttamente collegato alla green explosion, in atto da alcuni anni, e alla più recente richiesta di appartamenti dotati di terrazzo e di situazioni abitative con giardino, l’outdoor si conferma una delle merceologie più praticate. Con una curiosa peculiarità: in un diffuso delirio di “copia dalla natura”, che ha colpito ogni settore, dalle tappezzerie all’art de la table, proprio l’outdoor evita sovente la mimesi con l’ambiente naturale cui è destinato e punta piuttosto a un’assonanza estetica con gli interni “alto di gamma”: quindi, asciuttezza delle linee e qualità dei materiali. Vengono, insomma, trasportati in esterno, ovviamente attraverso un’integrale rivisitazione dei materiali, i pezzi importanti che arredano i nostri living: così abbiamo visto operare, ad esempio, Minotti con la collezione “aiki che conferma la collaborazione con il designer brasiliano Marcio Kogan e il suo studio mk27 design. Poltrona Daiki Outdoor, design by Marcio Kogan/studio MK27, Minotti Anche Arper, con la poltroncina a scocca Adell, progettata da Lievore + Alther Désile Park, crea un link indoor-outdoor. Adell, design by Lievore + Alther Désile Park, Arper - Photo by Salva Lopez La natura che “resta fuori” dal progetto dei mobili per esterno torna però, dirompente, nell’art design: la ricerca di molti giovani designer (per ora solo un movimento di nicchia) si riempie, infatti, di paglie, fanghi, funghi, canapa e sughero. Intanto, bisogna segnalare, come conseguenza indiretta di quanto detto sopra, un’inedita declinazione rough del progetto di arredo che, pure essendo maggiormente presente in interni, non manca nemmeno all’esterno. Analizzando, ad esempio, le collezioni presentate da Ethimo, possiamo citare ben due casi: la poltrona Pluvia di Luca Nichetto e la collezione Rafael di Paola Navone. Rafael, design by Paola Navone, Ethimo - Photo by Bernard Touillon