Il Design contemporaneo arriva al Quirinale

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Palazzo del Quirinale, Studio alla Vetrata, lampada Biagio di Tobia Scarpa, Flos , foto Massimo Listri 2019. Su concessione del Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica

Il Made in Italy a Palazzo per la terza edizione di Quirinale Contemporaneo

Sembra inverosimile, ma fino a due anni fa nella ‘Casa degli italiani’ non c’era nessun pezzo di Gio Ponti. Per non parlare di Castiglioni, Ico Parisi o Gae Aulenti. Tutto era rimasto all’epoca sabauda. Ma un progetto, Quirinale Contemporaneo voluto dal Presidente Mattarella nel 2019, porta a Palazzo 76 gruppi di progettazione e 102 oggetti di design oggi ancora in produzione. Renata Cristina Mazzantini, la curatrice, racconta idee, necessità e nuove acquisizioni.

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Palazzo del Quirinale, Atrio accoglienza visitatori, Tavolo Frate, Enzo Mari, Driade , foto Massimo Listri 2019. Su concessione del Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica

Come è nato il progetto Quirinale contemporaneo?

Quando il Palazzo del Quirinale ha aperto quotidianamente al pubblico, il Segretariato generale della Presidenza della Repubblica ha profuso molto impegno per renderlo accogliente per i visitatori. Allora però il Palazzo dava un’immagine che non corrispondeva alla sua natura e sembrava, come osserva il Segretario generale Ugo Zampetti, “un museo di un’epoca conclusa” come se l’orologio si fosse fermato all’epoca regale. Non rappresentava quindi la sede della Presidenza della Repubblica, la massima magistratura dello Stato repubblicano.

La ‘Casa degli italiani’: sembra uno slogan, ma non lo è.

Il Quirinale è il biglietto da visita del nostro Paese. E quell’immagine cristallizzata non corrispondeva all’Italia di oggi, che è quella dei nostri avi ma anche quella dei nostri figli. È stato chiesto quindi di integrare il patrimonio della dotazione presidenziale, acquisendo nuove opere d’arte e di design per rappresentare l’Italia Repubblicana e caratterizzare ogni sala con un segno del contemporaneo. In alcune sale troviamo oggi opere monumentali, in altre anche piccoli ma significativi oggetti di design, dal vaso della Venini a quelli di Andrea Branzi.

Perché l’esigenza di ricordare attraverso il design che siamo nel 2021 e non nel 1946?

Il Quirinale conserva un patrimonio artistico importante di oltre centomila oggetti, tra opere d’arte, porcellane, bronzi, argenti. Raccoglie opere di scultura, pittura e architettura, ma anche notevoli capolavori di arte applicata. L’inserimento del design, che mette insieme estro e abilità tecnica, appare una naturale evoluzione di queste premesse.

Ci sono stati contrasti di stili?

Si tratta di un dialogo sereno tra iniziatori ed eredi in una stessa tradizione, vale per i vetri di Murano, per le ceramiche, per gli arredi. In un certo senso, mettere Fornasetti di fronte a Maggiolini, uno dei più grandi ebanisti italiani, attualizza anche quest’ultimo. Seguendo il filo rosso della storia dell’arte creativa, si capisce meglio anche il valore del passato; inoltre, proprio perché non siamo in un museo, questi oggetti di design finiscono per essere usati

Quindi assolvono alla loro funzione primordiale?

Assolutamente, il Quirinale è un palazzo vivo, per questo il design è stato introdotto anche con l’intento di renderlo più confortevole e fruibile.

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Palazzo del Quirinale, tavolo consolle PA' 1947, Ico Parisi, Cassina Torrino, foto Massimo Listri 2021. Su concessione del Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica

Qual è stata l’idea iniziale?

Rappresentare gli architetti e i progettisti che hanno fatto la storia del design e i talenti emergenti, attraverso una selezione di opere ancora in produzione. Un’operazione concepita al di fuori dall’ottica museale, per promuovere il Made in Italy e per portare il Quirinale al passo con i tempi, in modo che l’immagine del Palazzo divenisse uno specchio del nostro stile di vita. Il design è uno dei fiori all’occhiello dell’Italia odierna.

Un po’ di numeri, quanti artisti ci sono?

76 gruppi di progettazione, gli oggetti di design sono 102 di cui 36 acquisiti nel 2021. I pezzi di design sono stati donati, mentre alcune opere d’arte potranno avvicendarsi.

Ci sono grandi assenti?

No. Si è dovuto rinunciare ad alcune icone andate fuori produzione proprio per evitare la musealizzazione. Ma i nomi dei designer importanti ci sono. Inoltre ci sono aziende e progettisti che hanno disegnato degli oggetti ad hoc, come Venini o Paola Lenti, Armani o Guzzini. Poi la selezione dei prodotti è stata fatta con l’intento di integrare armoniosamente gli arredi e l’illuminazione esistenti per migliorarli.

Per tirare le somme, nelle sale del Quirinale è entrata la cultura del progetto.

Il design promuove la cultura del progetto: delega la produzione, la ingegnerizza, per renderla più economica e tecnologicamente avanzata, questo fa sì che il design possa essere considerato una forma d’arte democratica, ove conta la cultura del progetto.

Il design, dunque, può rappresentare una forma d’arte?

In un certo senso può essere considerato una forma d’arte concettuale, ove conta l’idea quindi il progetto, ma anche una forma d’arte partecipata, perché si fonda sul concetto di interfaccia, quindi sull’uso da parte dell’utente. Ma anche una forma di arte “pop”, influenzata dalla globalizzazione, dal mondo delle merci, dall’innovazione tecnologica, che esprime molti caratteri salienti dell’Italia repubblicana.

Come si è riusciti a garantire l’armonia?

Evitando contrasti e instaurando utili confronti tra passato e presente. Il Quirinale è un punto di riferimento del Paese: l’Italia ha un passato straordinario che per essere una risorsa deve costituire un punto di partenza privilegiato, non un punto di arrivo. I palazzi sono più belli se ogni generazione vi aggiunge qualcosa di nuovo che un giorno sarà degno di diventare antico. Noto che anche nel mondo delle aziende, che cominciano a scovare vecchi disegni negli archivi, o a creare musei aziendali, sta nascendo l’esigenza di valorizzare meglio la tradizione su cui si fondano la creatività e il saper fare italiani. Si comincia a capire che i luoghi acquisiscono fascino quando raccontano, attraverso una lettura diacronica, tutta la loro complessità storica.

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Palazzo del Quirinale, Illuminazione della Scala del Mascarino Adolfo Guzzini, iGuzzini, foto Massimo Listri 2021. Su concessione del Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica

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Palazzo del Quirinale, Sala della Pace, Carteggio, Aldo Rossi, Molteni &C, foto Massimo Listri 2019. Su concessione del Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica

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Palazzo del Quirinale, Palazzina del Fuga Studio, Lampada Arco, Achille e Pier Giacomo Castiglioni, Flos, foto Massimo Listri 2021. Su concessione del Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica

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Palazzo del Quirinale, Palazzina del Fuga, Lampade Parola, Gae Aulenti e Piero Castiglioni  FontanaArte, foto Massimo Listri 2019. Su concessione del Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica

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Palazzo del Quirinale, Sala Rossa, Higgs, Piero Castiglioni, Promemoria, foto Massimo Listri 2021. Su concessione del Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica

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Palazzo del Quirinale, Coffee House, Poltrona Ghost, Cini Boeri, Fiam Italia, foto Massimo Listri 2019. Su concessione del Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica

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28 ottobre 2021