Storie Il design luminoso e democratico di Marjan Van Aubel Testo di Alessandro Squatrito Aggiungi ai preferiti Sunne, courtesy studio Marjan van Aubel A Rotterdam, la prima Solar Biennal, aperta fino al 30 Ottobre, indaga l’energia solare dal punto di vista del design. Di questa Biennale, Marjan Van Aubel insieme a Pauline van Dongen, ne è organizzatrice e promotrice. L’abbiamo intervistata e ci ha raccontato la sua idea di un mondo in cui l’energia è democratica e alla portata di tutti Marjan Van Aubel, classe 1985 è una solar designer come le piace autodefinirsi. Con una formazione in product design al RCA di Londra, da qualche anno è tornata a vivere nella sua città d’origine, Amsterdam, da dove propone una ricerca con un punto fisso: il sole. Marjan sembra avere quasi un’ossessione per questa fonte energetica che come dice lei è “fortemente democratica, perché a disposizione di tutti”. In un momento in cui le fonti energetiche sono diventate il centro di attenzione di governi e cittadini, Marjan Van Aubel propone una transizione energetica che passa attraverso l’energia solare. A giugno la designer ha partecipato alla talk Radical Nature - the design and science of worldbuilding, che Beatrice Leanza ha tenuto durante la 60esima edizione del Salone del Mobile di Milano. Marjan van Aubel portrait, ph. Sander Plug Ripercorrere brevemente la storia e la carriera di Marjan Van Aubel, permette di poter comprendere il suo lavoro e il suo pensiero. Il suo interesse per l’energia prodotta dal sole comincia già durante gli anni universitari: “Osservavo la luce solare che si scontrava sulle superfici e sono stata affascinata da questa forma di energia, visibile, che arrivava praticamente dappertutto. Quello che come designer vedi di questa energia alla fine è la tecnologia dei pannelli solari sui tetti, per nulla gradevole e accattivante, e così mi sono chiesta se era possibile fare qualcosa di meglio. Ho cominciato a riflettere sull’idea di attivare le superfici, ho cominciato a vedere l’energia solare come una materia e ho cominciato a dargli una forma. Quindi ho cominciato a ricercare e ho scoperto una serie di tecnologie che permettono ad esempio di creare superfici trasparenti che catturano l’energia solare, e più approfondivo il discorso più mi ritrovavo affascinata ed eccitata dalla possibilità di utilizzare questa energia.” Quanto tempo hai impiegato prima di arrivare ad un prodotto vero e proprio? “Il primo prodotto che ho creato è stato durante il periodo dell’università quando ero studente al RCA. La mia tesi di laurea è stato un servizio di bicchieri “solari”, quindi in quel momento avevo del tempo per approfondire le mie ricerche. Il lavoro di ricerca ad esempio sui coloranti per la produzione di energia solare, è durato molto tempo, direi anni.” Current table, courtesy studio Marjan van Aubel Il primo progetto di Marjan su questo tema è datato appunto nel 2012: The energy collection. Una collezione di bicchieri che attraverso l’utilizzo delle celle di Grätzel, una speciale tecnologia che permette di creare celle solari utilizzando coloranti naturali, raccoglie continuamente l’energia del sole trasformando un oggetto comune in un accumulatore energetico. Da questo primo concept i prodotti di Marjan si sono evoluti e nel 2014 è nato Current table, un tavolo la cui base è costituita da celle solari e quindi in grado di raccogliere ed accumulare energia elettrica da utilizzare poi per l’alimentazione di piccoli dispositivi. Sono seguiti Current window in cui ha applicato la stessa tecnologia ad una finestra che ricorda i vetri colorati delle cattedrali gotiche, poi una collaborazione con Swarowski, fino ad arrivare nel 2020 al progetto per il tetto del padiglione dei Paesi Bassi a Expo Dubai. Cyanometer Swarowski, courtesy studio Marjan van Aubel C’è un’idea di fondo che spinge Marjan Van Aubel nella sua ricerca con e per l’energia del sole, ed è l’idea di una fonte energetica democratica, utilizzabile da tutti e che arriva a tutti. Questo il motivo per cui la sua ricerca si è spinta molto nella creazione di prodotti. Tra questi Ra, un dispositivo illuminante che utilizza delle celle fotovoltaiche di natura organica, una tecnologia di terza generazione che utilizza principi di circolarità. Queste celle vengono racchiuse all’interno di un sottile foglio che ha permesso a Marjan di creare effetti Moirè con la sovrapposizione di pattern grafici. Il sistema, esposto alla luce solare, cattura l’energia, la accumula in una batteria e la rilascia per l’accensione di una speciale carta luminescente. Ma il prodotto che sicuramente l’ha vista più impegnata è stata la lampada Sunne. In questo caso, quell’idea di democratizzazione non è presente solo nella tecnologia, ma anche nel processo di finanziamento e produzione. La lampada infatti è stata lanciata e poi finanziata su Kickstarter, ha raggiunto in pochi giorni dal lancio il goal prefissato e tra poco verrà spedita a chi ha finanziato il prodotto. Sono stati gli utenti a decidere di dare una chance ad un prodotto innovativo che utilizza la luce solare per produrre energia e luce. “Mi sono preparata molto prima di lanciare il prodotto per la campagna di Kickstarter. Sapevo sarebbe stata una cosa complessa, bisogna creare i giusti materiali per far capire e apprezzare il prodotto. Mi sono appoggiata ad un conoscente, esperto nel lancio di progetti attraverso la piattaforma Kickstarter, e mi ha aiutato tantissimo in questa impresa. Posso dire di aver fatto un vero e proprio corso in Kickstarter. Ho trovato molto interessante utilizzare questa forma democratica per il lancio di un prodotto. Mi è sembrato di dire -ehi, siamo pronti per questa forma di energia”. Dall’esperienza del lancio su Kickstarter, Marjan ha fondato un’azienda, SUNNE con cui si sta occupando innanzitutto di terminare la produzione e con cui sta ideando una serie di prodotti a partire da una collezione in forme e dimensioni diverse della stessa lampada. Ma venendo al presente, il 9 Settembre è stata inaugurata a Rotterdam la prima Solar Biennale. “Tutto è cominciato durante una conferenza sull’energia solare dove ho conosciuto Pauline van Dongen, anche lei una designer che lavora integrando la tecnologia solare ai tessuti. Abbiamo dunque cominciato a parlare e raccontare le nostre esperienze. Ci siamo stupide di come fosse possibile che fino a quel momento non ci conoscessimo. Continuando a discutere una serie di nomi di personalità importanti per il movimento solare sono venute a galla e anche una serie di domande. Ci siamo dunque chieste come poter canalizzare le nostre conoscenze in qualcosa di concreto. Che cosa fare per poter attuare e spingere un vero cambiamento. Ci è sembrato naturale a quel punto portare tutti intorno ad un tavolo per discuterne in modo da poter raccogliere e mostrare ricerche e punti di vista differenti. Abbiamo quindi trovato i giusti partner, le giuste istituzioni come il DDW e HNI ma anche compagnie che si occupano di energia e sempre più persone si sono aggiunte a questa idea.” Sunne, courtesy studio Marjan van Aubel La Solar Biennale durerà per molte settimane e terminerà durante il DDW 2022. Il programma, prevede la partecipazione di artisti, designer ed esperti da tutto il mondo impegnati nella ricerca e nell’utilizzo dell’energia solare impegnati nell’organizzazione di laboratori, workshop, conferenze e talk. La biennale è stata anche l’occasione per Marjan di lanciare il suo primo libro “How to design a post-fossil world with the sun”, con cui ha l’intento di raccontare il proprio pensiero e la propria ricerca. Marjan con il suo lavoro e la sua ricerca cerca di parlare ad un pubblico ampio, il più ampio possibile, a cui prova a comunicare e trasmettere l’idea di un nuovo futuro verde e pulito: “non mi piace parlare ad un pubblico fatto di soli designer. Il mio grande obiettivo è quello di una transizione energetica per contribuire ad un mondo migliore in cui il design può avere un ruolo. I miei progetti sono tante volte molto semplici, ma dietro quella semplicità c’è tanta ricerca e tanto pensiero. È molto difficile fare cose complesse in modo semplice, ma è quello che cerco di fare per comunicare il mio pensiero.”