La costruzione architettonica di un divano si fa ancora più spinta nel progetto Infinito (2020), firmato da Marcantonio (1976) per Natuzzi. Nasce da un simbolo, «quello dell’infinito, appunto», conferma lui: «Disegnando, ho visto che poteva prestarsi ad accogliere due sedute. Abbiamo tentato di mantenere la sinuosità delle forme curve, risolvendo il punto in cui scivola su se stesso, l’incrocio, mentre la fase realizzativa è stata prettamente scultorea: come scolpire una forma, astratta». Sulla struttura in tubolare metallico è stata applicata l’imbottitura in poliuretano elastico di diverse densità, più rigido nella parte che funge da schienale: «Abbiamo cercato il miglior comfort. Se fosse stato troppo morbido sarebbe collassato», spiega. Il divano è disponibile nel rivestimento Water, firmato dallo studio olandese Byborre, con un filato che abbina lana e Pes riciclato. Le vie della contemporaneità passano anche da qui.