Storie Il futuro dell'illuminazione secondo Carlo Urbinati Testo di Sara Deganello Aggiungi ai preferiti Carlo Urbinati, Assoluce president Il presidente di Foscarini e di Assoluce traccia il bilancio di un anno intenso, il 2021, per la sua azienda e quelle del suo settore, e lancia qualche suggestione per la strada che ci porterà a Euroluce 2023 «Stiamo viaggiando su livelli massimi storici mai toccati. La nostra non è una crescita solo in Italia, è forte anche in altri Paesi. Per la luce decorativa poi i canali web hanno fatto la parte del leone. Si tratta di processi e dinamiche in evoluzione che si sarebbero concretizzati tra 4-5 anni, ma che ora sono stati accelerate dalla pandemia» spiega Carlo Urbinati Il 2021 ha segnato anche il ritorno in presenza delle fiere. In particolare, avrebbe dovuto essere l’anno di Euroluce, ma le incertezze legate alla pandemia hanno costretto all’organizzazione di un evento inedito e ibrido, lo scorso settembre, che ha dato il via alla (nuova) stagione ufficiale del design: il “supersalone”. Madre, Shanghai, Vite project by Foscarini. Ph. credits © Gianluca Vassallo Come giudica questa esperienza? È stato giusto fare il “supersalone”. Quando è stato deciso di organizzarlo, non era chiaro che potevamo augurarci di avere le presenze che poi effettivamente abbiamo avuto. È stato un coraggio premiato dai risultati. Non si poteva fare in altra maniera. È stata un’esperienza utile anche per capire che certe caratteristiche della fiera non possono essere disattese. Il cambio di pubblico di riferimento imposto dal format è stato gravoso ma non si poteva fare altrimenti, per i tempi. Il Salone nasce e potrà muoversi e crescere solo esclusivamente nell’alveo degli operatori di settore. È una manifestazione specialistica dove il pubblico veniva tenuto fuori, solo successivamente c’è stata l’apertura al privato. Come si immagina dunque il prossimo Salone? Ad aprile noi non ci saremo (la prossima Euroluce sarà nel 2023, ndr). Stiamo lavorando perché nel 2023 molte cose cambino. Il Salone è rimasto un po’ legato alla propria leadership e prigioniero del proprio successo, in un momento in cui la pandemia ha concentrato in poco tempo innovazioni che avrebbero avuto bisogno di anni per svilupparsi. La svolta digitale, per esempio. O le nuove prospettive della disintermediazione. Certe manifestazioni devono trovare motivazioni nuove. Buds 2, Venezia, Vite project by Foscarini. Ph. credits © Gianluca Vassallo Per esempio? Le fiere da contenitori devono diventare propositori. Per quanto riguarda Euroluce, noi abbiamo notato negli ultimi anni alcune dinamiche sulla qualità dei visitatori che richiedono interventi per riuscire a tornare ad avere una focalizzazione sulla luce. Il nostro settore non condivide al 100% il pubblico richiamato dal Salone. Ci sono figure professionali sempre più importanti nel processo decisionale che fanno parte di altri mondi professionali rispetto a quello della decorazione e del design e che non vengono al Salone: ingegneri dell’illuminazione, progettisti di sistemi, responsabili dei processi di automatizzazione degli impianti. Con loro invece c’è la necessità di instaurare un dialogo. Perché hanno l’interesse di trovare interlocutori in una sede dedicata ai temi della luce e vengono richiamati grazie ad attività specifiche. Le fiere devono diventare più attive. Bisogna andare a caccia delle persone che servono. Organizzare questo tipo di offerta, che non è solo quella di chi espone, convince chi è interessato ad affrontare il viaggio. Le fiere sono nate per far conoscere prodotti e aziende in tempi in cui era difficile contattarle. Ora siamo tutti raggiungibili: devono quindi fare altro. Agli ingegneri non basta dire: vieni ti faccio vedere il design. Hanno una propensione minore per questo tipo di offerta. Invece è interessante sfruttare il fatto che diversi operatori di un settore sono contemporaneamente nello stesso posto e allo stesso tempo: questo genera possibilità di scambi. Photo courtesy Foscarini Su quali frontiere state lavorando? Foscarini per il momento è dedicata esclusivamente all’illuminazione decorativa di design, non credo si occuperà di altro. Però chi segue un progetto è interessato a gestire tutta la parte dell’illuminazione, dal digitale al tecnico al decorativo. Ci vuole un ampiamento dell’offerta visto che del sistema fanno parte cose diverse. Abbiamo un punto di contato con il settore del bagno: siamo terminali di un impianto a monte che sta diventando sempre più raffinato ed esigente, offre possibilità flessibili per l’utilizzatore, per gestire meglio i consumi, per esempio. Questo diventa parte integrante del mondo in cui noi dobbiamo operare. I professionisti incaricati di consulenze progettuali devono partire da come si gestiscono i sistemi, fino ad arrivare alla parte decorativa. Il nostro settore è nel mezzo di una tempesta perfetta in cui sono cambiate in modo pesante le normative. L’illuminazione è stata presa come rompighiaccio, tra quelli che per primi devono farsi carico dei risparmi energetici. La normativa UE è cambiata e ognuno sarà costretto a rivedere tutta la produzione. Assoluce esporta il 70% dei propri prodotti: per continuare a farlo dobbiamo affrontare il nodo delle costose certificazioni che costituiscono un freno alle penetrazioni in altri mercati. Quali sono le prospettive? L’evoluzione passa dai led, con i quali siamo obbligati a lavorare solo in Europa. In passato hanno avuto alcune controindicazioni, ma ora che hanno raggiunto una certa stabilità possono essere sfruttati maggiormente dal punto di vista dell’espressione. E poi la strada digitale: per riuscire a sfruttare la formidabile opportunità di essere in contatto con tutti, con costi accessibili anche ai piccoli. Twiggy, Napoli, Vite project by Foscarini. Ph. credits © Gianluca Vassallo Plenas, Shanghai, Vite project by Foscarini. Ph.credits © Gianluca Vassallo Gregg Terra, Copenhagen, Vite project by Foscarini. Ph. credits © Gianluca Vassallo Allegretto Ritmico, Shanghai, Vite project by Foscarini. Ph. credits © Gianluca Vassallo 17 gennaio 2022 Tags Illuminazione Share