Storie Il potere di un luogo. Il racconto per immagini di Ciarmoli e Queda Testo di Patrizia Malfatti Aggiungi ai preferiti “Folegandros è diventata la dimora delle nostre anime”: una dichiarazione d’amore per un’isola greca prende le sembianze di un libro. Dove si respirano libertà, forza e solitudine. Può un libro essere una lettera d’amore? La risposta è sì, e la scopriamo lentamente sfogliando le quasi 200 pagine rilegate in una copertina azzurra, come il colore del mare. Quello delle isole greche. Ed è proprio una di loro, nelle Cicladi, la destinataria di questa missiva amorosa. E il mittente? I suoi innamorati sono Simone Ciarmoli e Miguel Queda, designer nati nel mondo della moda e approdati all’interior design – fra i progetti, quelli per il Salone del Mobile.Milano, “Before Design: Classic” (2016) e “DeLightFuL” (2017) con cortometraggio d’autore firmato da Matteo Garrone – nonché all’isola. Anni fa l’hanno scoperta casualmente e subito scelta come loro buen ritiro. Il perché? Essenzialmente, un amore a prima vista e, poi, “perché senza aeroporto e accessibile solo via traghetto – persino in estate il viaggio dura parecchie ore”. Così si legge nella prefazione di Folegandros Amore firmata da Pilar Viladas, affermata giornalista americana, mandata sull’isola dal suo editore per un reportage sulla casa dei due creativi. Folegandros è sicuramente un luogo fuori dalle mode. Dove d’inverno si contano appena 350 abitanti. Come spesso accade in questi posti, i turisti sono identificati quali invasori e, quindi, riuscire a parlare con i locali diventa un’impresa ardua. “Conoscere gli abitanti”, scrive Simone Ciarmoli “ci ha permesso di costruire un rapporto speciale con l’isola. Proprio come la luce segna l’essenza di questo posto, le persone con le loro storie lo rendono speciale. La gente e le sue storie sono diventate molto importanti per noi – la loro genuinità mi commuove ancora oggi”. E così alcuni folegandresi (si dirà così?), poco meno della metà, sono stati ritratti pensando a queste pagine, intime e semplici, dove le fotografie – scattate da Theo Vranas e editate dai due designer – sono le vere protagoniste. Rigorosamente in bianco e nero, parlano da sé. Sono immagini “dirette e affezionate, decisamente fatte da chi quelle persone le conosce bene e le ammira”, scrive Pilar Viladas. Inquadrature che raccontano di volti solcati dalle rughe del vento e del sole, di visi antichi incorniciati da foulard annodati sotto il mento, di uomini con berretti da pescatore o in groppa al proprio asino, di capelli scompigliati dal vento, di mani intrecciate su bastoni con impugnatura a sagoma di pesce o alle prese con gomitoli di lana e ferri da calza, di sorrisi profondi e sguardi lontani, o semplicemente di gesti spontanei e quotidiani, come quello dell’impasto. Persone che lì vivono e lavorano riprese nei loro semplici soggiorni, nelle loro piccole cucine dove tutto è lindo e funzionale. Ritratti di vera essenza umana. Ogni volto, ogni persona ha un nome, impresso a chiusura del volume a sigillarne il ricordo. “Anno dopo anno”, scrivono gli autori “siamo diventati amici con i locali e abbiamo appreso le loro storie, le loro gioie e, a volte, i loro dolori”. Come i racconti epici di Katerina Papadopoulos, immortalata in copertina e in alcune pagine centrali, che “si emoziona (ancora) quando vede la luna piena e […] in un’era digitale ci chiama”, scrivono con un sorriso Ciarmoli e Queda “per dirci della luna”. O che parla di suo padre, lo stimato Capitano Yannis, che ha costruito la sua casa. Edificio che, come la maggior parte di quelli dell’isola, è senza fondamenta e appoggiato ai contorni del terreno: “il pavimento irregolare”, spiegano i designer “necessita di arredi con gambe di altezze diverse”. Le pagine del volume percorrono anche l’isola partendo dal suo mare per attraversarne poi le sue colline, i suoi vicoli, le sue piazzette, le sue chiese, le sue case: quell’architettura cicladica, di cui si è fatto cenno, “diminutiva, sospesa in equilibrio, quasi galleggiante, con una stabilità statica da fare invidia alla moderna ingegneria”. Architettura evocata anche dalla casa dei designer, “elegante, ma senza ostentazione” scrive Pilar Viladas. “Le stanze sono confortevoli, ma non enormi e il suo focus è sulle viste ipnotizzanti del mare blu. Alcune sono panoramiche, altre sono viste ‘zen’ attraverso piccole finestre – e in qualche modo sono quelle ancora più potenti”. Sfogliando il libro emergono tre precise sensazioni: “libertà, forza e solitudine”, le stesse provate da Ciarmoli e Queda sbarcando la prima volta sull’isola e attraversando il selvaggio Canyon diretti a Chora, il capoluogo. Affiora, poi, il fascino della luce, che sia quella sulle increspature del mare, sulla calce bianca dei muri o sul volto delle persone oppure quella filtrata dal vetro di tre bicchieri su una tovaglia di merletto, quella “luce che disegna e traccia i volumi essenziali e il paesaggio”. Un paesaggio scoperto nell’estate del 2007 e rivisto per la seconda volta poco dopo, in autunno. “Novembre, non potevo credere ai miei occhi. Colpito da tanta bellezza […], ricorda Simone. “Da quel giorno non abbiamo mai più dimenticato Folegandros”. E, da allora, Ciarmoli e Queda, tra un impegno e l’altro, sono sempre ritornati, concentrando, qui, il loro amore per la Grecia. “Folegandros è diventata la dimora delle nostre anime. Non era sufficiente. La passione non conosce parsimonia. Folegandros ci ha intrattenuti con momenti unici”, ricordano. “Qualcosa era cambiato, era stato suggellato un patto che portava in sé un sapore di mito. La dichiarazione di un destino: voi siete Folegandros”. E, ora, forse, anche noi lo siamo un po’, così come è stata catturata una lettrice d’eccezione, Marva Griffin, fondatrice e curatrice del SaloneSatellite. Titolo: Folegandros Amore Un progetto editoriale di Simone Ciarmoli e Miguel Queda Prefazione: Pilar Viladas Fotografie: Theo Vranas Anno di pubblicazione: 2021 Pagine: 196 Lingua: inglese