Il segno inconfondibile di Gae Aulenti

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April by Gae Aulenti, Zanotta, ph courtesy

Gae Aulenti ha lavorato per importanti aziende di arredamento italiane e internazionali come Artemide, Kartell, Knoll, Tecno, Zanotta. I suoi progetti di arredo spaziano dall’essenzialità intramontabile delle sedute disegnate per Zanotta al segno inconfondibile della collezione Locus Solus, rieditata da Exteta

Aggiornato il 30 agosto 2023. Gae Aulenti si laurea in Architettura al Politecnico di Milano nel 1953. Esordisce nel mondo del progetto in una Milano distrutta dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale. In un universo del tutto maschile si conquista – a fatica- un posto di rilievo. La sua avventura con il design inizia nel 1961 con l’azienda toscana Poltronova per la quale disegna il dondolo Sgarsul. In quello stesso anno apre i battenti a Milano il Salone del Mobile.

Nel 1964 progetta per Zanotta, azienda con la quale instaurerà una lunga collaborazione, la sedia Aprilina. Pieghevole e leggera, con struttura in metallo, di minimo spessore quando è chiusa, Aprilina “può essere appesa a un gancio dentro l’armadio ed essere la sedia in più”, come leggiamo su “Domus” 438 del 1966, dove appare tra gli oggetti in vendita nel nuovo Centro Fly Casa di Milano. Il Centro Fly è il primo grande magazzino dell’arredamento di qualità: nasce per portare il design a un pubblico ampio e Gae Aulenti ne è art director.

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April by Gae Aulenti, Zanotta, ph courtesy

Il peso ridotto e il minimo ingombro che caratterizzano Aprilina sono anche il fulcro del successivo progetto della poltroncina April, disegnata sempre per Zanotta sette anni dopo, nel 1971.  In questo anno il Salone del Mobile si presenta con una atmosfera estremamente tranquilla e placida, in forte contrasto con le “esplosioni” sperimentali delle precedenti edizioni degli anni Sessanta. Basta pensare ad alcuni allestimenti: Kartell presenta tutta la sua collezione in versione nera mentre Zanotta gioca sul contrasto tra piastrelle bianche lucidissime che ricoprono i gradoni e le pareti dello stand e gli oggetti che vengono presentati in versione nera e bianca. La April sembra incarnare appieno questo diffuso desiderio di equilibrio. Il progetto è una riproposizione di un modello del passato, l’archetipo della popolare seduta da regista pieghevole, reso però contemporaneo attraverso la revisione dei materiali: come ha scritto Andrea Branzi, il lavoro di Gae Aulenti incrocia il tema della modernità con quello della permanenza dei segni. Al posto di legno e tela della tradizione  la Aulenti concepisce una struttura in profilato di acciaio a sezione ovale e un rivestimento sfilabile in cuoio (oggi anche in tessuto o pelle). Questi materiali conferiscono all’oggetto un’eleganza che gli permette di entrare a pieno titolo nell’arredamento domestico, e, ancora oggi, di rappresentarne un classico insuperato. Zanotta presenta al Salone del Mobile del 1971 anche tre nuovi tavoli con struttura in acciaio inox:  il Festo, sempre di Gae Aulenti, con piano in fiberglass, il Prado con piano in laminato e il tavolo-scrivania ABC con piano e vaschette estraibili in fibra di vetro, entrambi di Roberto Menghi.

L’anno successivo, il 1972, è la volta della collaborazione con Kartell, che presenta al Salone la Serie Gae Aulenti: la sedia 4854 e la poltrona 4794 accompagnate dal tavolino 4894. Si tratta di un progetto innovativo ed estremamente elaborato nella sua messa a punto, con profili a sezione variabile e curvature complesse, disegnato nel 1968. È la prima serie al mondo ad essere realizzata con poliuretano rigido mediante stampaggio ad iniezione. Se i precedenti progetti Kartell venivano colorati in massa, con la nuova tecnologia escono dallo stampo con un colore neutro e sono verniciati solo successivamente: questo permette di realizzare colori non di serie a costi ridotti. Vengono proposti inizialmente il giallo, l’azzurro e il bianco appositamente studiati per i rivenditori FIAT, poi entrano in catalogo un’ampia gamma di varianti cromatiche, dal marrone amaranto tipico di quegli anni al più tradizionale bianco, nero e blu fino al rosa shocking e al verde neon. Le sedute sono estremamente confortevoli, le linee essenziali.

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Locus Solus chairs and table by Gae Aulenti, Exteta, ph courtesy

Di tutt’altro tipo la linea inconfondibile della serie Locus Solus, disegnata nel 1964, che ha rinnovato radicalmente l’arredo da esterni. Concepita per il catalogo Poltronova, poi per Zanotta con la versione da interni in tubo cromato, questa collezione, a testimonianza della valenza narrativa del suo segno, è stata rieditata da Exteta nel 2016.

Rilettura in chiave pop del mobile razionalista in tubo metallico, il gruppo Locus Solus è composto da poltrona con poggiapiedi, sedia, divanetto, tavolo, tavolino, panchetto, sgabello alto, sdraio e lampione. Il tubo metallico caratteristico dei maestri del design del movimento moderno, come Marcel Breuer e Mies van der Rohe, è reinventato attraverso un vivace cromatismo da Pop Art. La struttura, costituita a volte da tubi affiancati e a volte da un unico tubo continuo,  è verniciata a fuoco nei colori giallo limone, verde pistacchio, viola melanzana, ma anche bianco, marrone e arancio. Ad allontanare definitivamente qualsiasi memoria razionalista contribuisce la decorazione: il rivestimento, in tessuto cotone-juta o plastificato, disegnato in collaborazione con la Scuola d’Arte di Pistoia, è stampato con grandi cerchi concentrici a colori vivaci, che risaltano sul fondo bianco. I cuscini cilindrici, che fanno da poggiatesta o poggiapiedi, rimandano (ironica citazione?) a quelli utilizzati da Le Corbusier nella sua famosa chaise longue. Con il loro segno inconfondibile questi mobili sono coprotagonisti sul set del film francese La Piscine di Jacques Deray (1969), accompagnando le vicende intrecciate di Alain Delon, Romy Schneider, Jane Birkin e Maurice Ronet.

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Locus Solus chairs by Gae Aulenti, Exteta, ph courtesy

Il ruolo culturale di Gae Aulenti nella Milano anni ’60-’70 è molto importante. La sua direzione artistica del Centro Fly Casa, inaugurato nel 1966, è una vera occasione per formare il pubblico alla cultura del design. Viaggia in Europa e Stati Uniti per raccogliere informazioni utili per questo progetto, ma un «grande magazzino» dedicato all’arredamento ancora non c’è. La Aulenti disegna l’allestimento dello spazio interno – 2000 metri quadrati su tre piani- e cura la selezione dei prodotti in vendita. Progetta un open space, scandito da scale mobili arancioni e alte fioriere di metallo, con pedane rivestite di moquette color nocciola su cui sono esposti i mobili e i complementi, selezionati tra la produzione di 50 autori internazionali. Sui muri perimetrali posiziona fondali optical, come sono optical le divise delle commesse, disegnate dalla stilista Krizia. Memorabile l’inaugurazione: una grande festa notturna, con le scale mobili in funzione, “con un grande ballo, un happening, con una dose, insomma, mista di gioia e imprevedibilità” –racconta Aulenti. A dimostrazione della vocazione culturale il Centro organizzerà mostre temporanee: la prima sarà di Ettore Sottsass, la seconda di Achille e Pier Giacomo Castiglioni.

La fama di Gae Aulenti è internazionale; progetta due showroom per il marchio Knoll: nel 1968 a Boston e nel 1970 a New York. Per Knoll disegna la Gae Aulenti Collection (1976), un gruppo costituito da sedute, tavoli e divani tutti con struttura in alluminio estruso e il tavolo Jumbo, in marmo di carrara, dall’inusuale forma oversize (1972).

Nel 1992 concepisce la scenografia della trasmissione televisiva “Una Storia” del giornalista Enzo Biagi per RAI 1: in uno spazio totalmente bianco galleggiano una mensola e un tavolo neri  e le particolarissime poltroncine in giunco e rattan Tlinkit da lei disegnate per Tecno. Grazie al caldo materiale naturale queste sedute appaiono come una presenza familiare, in contrasto con il resto della scena, ampliandone così l’effetto metafisico.

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Locus Solus low table and armchair by Gae Aulenti, Exteta, ph courtesy