Mercati Illuminazione e risparmio: accendiamo la luce sul contract Testo di Cristina Kiran Piotti Aggiungi ai preferiti Ambientec, Turn+, design Nao Tamura, photo Daniel Kaihirao Davide Groppi, Barovier&Toso, Ambientec e Brokis raccontano quali sono le soluzioni in grado di evitare sprechi, assicurando un approccio sostenibile Che si tratti di strutture pubbliche o di esercizi commerciali, il mondo dell’illuminazione deve oggi, vista la situazione energetica globale, affrontare una nuova esigenza: non ci sono più solo funzionalità, estetica e sostenibilità cui tener conto, ma un aspetto essenziale per il mondo del contract è il risparmio energetico, in grado di aiutare a calmare, almeno in parte, l’impatto della bolletta su spazi e realtà che oggi più che mai lo necessitano. Davide Groppi, Infinito, design Davide Groppi, photo courtesy Ristoranti, gallerie d’arte, negozi, showroom, hotel e uffici: sono diverse le realtà illuminate dai sistemi integrati firmati Davide Groppi, che l’azienda non a caso definisce “pentagrammi di luce”. Un’essenziale ricerca ha condotto il brand verso soluzioni che, grazie alla loro versatilità, permettono di dosare senza sprechi i punti di luce, con una precisione che nulla toglie all’evidente impatto estetico: è il caso del sistema integrato Endless, descritto come “una striscia adesiva, un nastro conduttore, un binario digitale che si applica a ogni superficie”, quindi dalle pareti ai soffitti, ideato e brevettato per portare “differenza di potenziale” dove si desidera, in modo grafico e digitale. Oppure Ohm, progetto elettromeccanico che sfrutta al massimo le caratteristiche dei diodi luminosi. Affascinante e chirurgico nel suo utilizzo è Nulla, un foro di 18 millimetri di diametro nel soffitto unito ad un LED potentissimo e una lente che generano la luce, ideale per mostre e installazioni. Ancora, Infinito, nastro sottilissimo che taglia lo spazio e produce luce indiretta e Flash, soluzione pensata per l’illuminazione diretta di spazi con grande altezza. “Al centro dei nostri pensieri c’è sempre l’eco-logia. Fa parte di tutta la parte significante del nostro lavoro, ossia la necessità di conferire un senso a tutto ciò che facciamo” premette Davide Groppi. “Prima di tutto nella progettazione razionale dell’utilizzo delle fonti luminose e nel rispetto, ovviamente, delle norme che regolano la materia. In secondo luogo, consideriamo le forme come estetiche necessarie e quindi orientate alla loro non proliferazione. Ci piace arrivare al nocciolo con il minimo, alcune volte, addirittura, adottando la tecnica del ready made”. La sostenibilità, e quindi un'attenzione più dosata all’utilizzo delle risorse come l’energia, sottolinea Groppi, passa anche attraverso l’uso che facciamo degli apparecchi illuminanti: “Sarebbe opportuno che i progetti di luce siano concepiti con intelligenza e maggiore sensibilità, ponendo la luce dove necessaria”. Barovier&Toso, Rosati Lampadario, photo courtesy Lo sguardo è volto nella stessa direzione anche per Barovier&Toso, come spiega l’architetto Sara Pedrali, Head of Design Department del brand: “Ormai da anni tutti i prodotti Barovier&Toso prevedono sorgenti luminose a basso consumo e risparmio energetico, quasi tutti sono inoltre compatibili con il sistema DALI che permette una gestione attraverso applicazioni di domotica – sistemi particolarmente utili nel mondo del retail e del contract perché consentono la gestione semplificata di ogni singolo prodotto (accensione, spegnimento, dimmerazione)”. Quasi tutti i prodotti Barovier&Toso, prosegue Pedrali, sono dimmerabili e in questo modo consentono di modulare la luminosità a seconda delle necessità specifiche che possono variare a seconda dell’uso nei diversi momenti della giornata. A ben guardare, un aspetto molto importante per un ristorante che opera in diversi momenti del giorno, ma anche per uno spazio espositivo che abbia esigenze, ad esempio, di aprirsi all’organizzazione di un evento, oppure ad uno showroom che voglia garantire una certa flessibilità nell’uso dell’illuminazione: “Molti dei nostri prodotti sono inoltre dotati di accensioni separate che consentono di illuminare solo porzioni del prodotto a secondo della quantità di luce che si desidera ottenere” conferma Pedrali. “Passando invece alle nostre installazioni “site specific” spesso sono dotate di sistemi DMX di controllo degli scenari luminosi oltre che di sensori in grado di rilevare la presenza di persone nell’ambiente consentendo quindi lo spegnimento automatico quando necessario”. Ambientec, Turn+, design Nao Tamura, photo Daniel Kaihirao Guarda ad un uso “on demand” e adattabile fino allo spostamento fisico anche Ambientec, marchio giapponese di light design in grado di dare vita a sofisticate lampade portatili che uniscono lavorazioni da alta gioielleria e scienza ottica. Oggetti nomadi dalle forme essenziali che rendono il concetto di lampada d'atmosfera, tanto caro a numerosi spazi commerciali, perfettamente in grado di rispondere alle nuove esigenze di sostenibilità energetica: è il caso della nuova Turn+, lanterna contemporanea della designer Nao Tamura: “La tecnologia originale di Ambientec non è solo senza fili e conveniente, grazie al sistema di controllo della sorgente luminosa a LED che utilizza sistemi di accumulo dell'energia a batteria, ma può anche essere utilizzata su tavoli e bagni ovunque grazie alla sua tecnologia impermeabile”. Tre i punti chiave del prodotto, spiega: è cordless, così da poterlo accendere al bisogno, ma soprattutto dove se ne ha bisogno; è progettato per convertire in modo efficiente l'energia in luce senza perdita di calore, e assicura un consumo energetico estremamente basso. Brokis, Mona, design Lucie Koldova, photo Martin Chum Perché, anche per quanto riguarda il contract, sostenibilità e risparmio vanno di pari passo, ricorda il brand Brokis, le cui collezioni più vendute, come Knot e Mona, si trovano a proprio agio sia nel mondo dell'ospitalità, dagli hotel ai ristoranti, sia uffici o progetti residenziali, spiega il fondatore del brand, Jan Rabell: “La nostra azienda si è concentrata sulla questione della sostenibilità ormai da diversi anni. Il nostro progetto principale in quest'area è Brokisglass, che utilizza il bene più prezioso per le nostre luci: il vetro prodotto nelle nostre vetrerie”. Materiale prodotto da frammenti di vetro di scarto, si presta infatti ad una vasta gamma di usi nel design del prodotto e nell'architettura, come dimostrano le collezioni Geometric e Night Birds, ma sarà anche presto impiegato in nuovo progetto chiamato Brokisglass Mosaics. “Poiché consideriamo il vetro un materiale di grande valore, il nostro obiettivo è raggiungere il 100% di efficienza nel suo utilizzo, ponendo una notevole enfasi sul mantenimento di un'economia circolare e sull'upcycling” prosegue Rabell. “Un'altra importante area di riutilizzo dei materiali che stiamo sviluppando è la miscelazione di polvere di vetro nel cemento e nelle piastrelle di cemento. Utilizziamo questo materiale nelle nostre collezioni come Sfera Portable e Overlay, per le quali abbiamo recentemente vinto l'Archiproducts Sustainability Award 2022”.