Mercati Illuminazione e risparmio: efficienza ed estetica si incontrano Testo di Cristina Kiran Piotti Aggiungi ai preferiti Vesoi, Treunotre, photo courtesy Brand che ormai da tempo hanno puntato ad una illuminazione attenta ai consumi come Artemide, Foscarini e Vesoi raccontano come evitare sprechi, assicurando funzionalità e decorazione Se due anni di emergenza pandemica hanno influenzato in modo decisivo il modo di vivere la propria casa, vedi smartworking e una rinnovata attenzione alla funzionalità del prodotto, gli ultimi mesi hanno invece accelerato la spinta a favore di tecnologie e innovazioni legate al risparmio in chiave di illuminazione, complice una crisi energetica che preoccupa (non poco) i consumatori. L’altro lato della medaglia è però l’opportunità di favorire ambienti ad alta efficienza energetica, pur salvaguardando l'estetica, e mantenendo un occhio ben aperto all'impatto ambientale. Artemide, Se|eS, design Carolina Gismondi de Bevilacqua, photo courtesy Una delle aziende che da tempo ha lavora a questo tema è Artemide. In tempi non sospetti, ovvero a gennaio 2022 al momento della pubblicazione del suo Sustainability Report, scriveva: “Per Artemide è sempre più centrale l’innovazione optoelettronica per migliorare l’efficienza degli apparecchi, non solo grazie ad un update costante delle sorgenti ma soprattutto attraverso lo sviluppo di soluzioni brevettate che non sprecano il flusso emesso e lo massimizzano, come ad esempio la tecnologia delle ottiche Refractive oggi applicata su molti prodotti. Questo ha portato nelle nuove collezioni miglioramenti concreti, anche oltre al 30% della quantità di luce emessa a parità di consumi, non solo su molti sistemi di luce più tecnica, ma anche su prodotti iconici come Tolomeo”. La questione posta da Artemide è chiara: nel progetto di illuminazione la luce deve essere sempre più libera di essere dosata, spostata, modificata. La chiave per il risparmio risiede infatti anche nella capacità di regolare una risorsa, non solo nella tecnologia che ne riduce l’utilizzo alla fonte. Una illuminazione, insomma “non solo controllata con gestioni intelligenti ma anche semplicemente toccata, orientata, regolata con prodotti dinamici come Ixa di Foster+Partners o portata dove realmente serve con soluzioni come Unterlinden di Herzog & de Meuron, che si regolano in altezza per la lettura o lasciano la libertà di distribuire punti luci nello spazio nella versione a Chandelier”. Calibrare la luce nello spazio che la circonda evitando sprechi non è penalizzante, anzi può aiutare a creare paesaggi di luce più vari e dinamici, sottolineano da Artemide. In questo modo, la luce domestica può essere interpretata con soluzioni trasversali tra spazi interni ed esterni. “Se|eS ad esempio è libero di essere utilizzato all’aperto o in casa, è una presenza di luce che non disturba la natura e anche spento interagisce con l’ambiente grazie alla superficie specchiata. Oppure Funivia, una struttura accogliente, minima e leggera per portare la luce dove serve, senza distinzioni tra interni ed esterni. Reinterpretabile è sostenibile non solo per i bassi consumi ma perché è pensato per la lunga durata, con un basso impatto ambientale lungo tutto il ciclo di vita”. Foscarini, Twiggy Grid, design Marc Sadler, photo courtesy Quest’ultimo è un concetto caro anche a Foscarini, come spiega Carlo Urbinati, presidente sia del brand d'illuminazione sia di Assoluce: “Per noi essere sostenibili inizia con l’idea che i nostri progetti debbano essere in grado di resistere al test del tempo. È così che in Foscarini intendiamo il design: le nostre lampade sono prodotti di qualità e di senso, non proposte usa e getta che durano lo spazio di una stagione”. L’esempio è da manuale: “Basti pensare a Lumiere di Rodolfo Dordoni introdotta nel 1990 o a Orbital di Ferruccio Laviani, che proprio quest’anno festeggia il trentesimo anniversario, due modelli ancora a catalogo perché hanno ancora molto da raccontare”. A questo si aggiunge, continua Urbinati, un continuo lavoro sui prodotti, specie sui best seller, per migliorarne l’efficienza energetica e la lunga durata nel tempo: “Due icone come Caboche e Twiggy, ad esempio, sono state riprogettate negli ultimi anni, in particolare nella parte illuminotecnica, per assicurare migliore resa luminosa e consumi energetici più contenuti. Inoltre, le nostre lampade sono modelli decorativi, belli anche spenti. Quindi ce li possiamo godere anche così… senza accendere la luce”. Vesoi, Museum, photo courtesy No, quella di Urbinati non è una provocazione: una luce che sappia indossare l’abito dell’oggetto di arredamento, così da non sfigurare neppure da spenta, è fondamentale. Tanto quanto la sua capacità di dosarsi in un mondo che sempre di più, ci ricorderà che “meno è meglio”, concorda Mario De Rosa della Vesoi: “Convinti dal senso etico, sviluppiamo soluzioni innovative semplici ma mai semplicemente, con minimo sforzo produttivo ed una reale attenzione al pianeta: ‘more green with less”. Anche in questo caso, l’attenzione al tema non è dell’ultima ora, come dimostra la riedizione di t.five, in una nuova versione cromatica multicoloure e ad alta efficienza. Il 2022 ha visto anche la nascita di “incasso quattrozerozero”, “incasso tresettezero” e “incasso treunotre”, famiglia con corpo in materiale altamente riciclabile, l’alluminio, in grado di dosare la luce e dotate di una sorgente led di nuova generazione che assicura qualità, durabilità ed efficienza energetica. Si guarda poi ai grandi spazi, quelli dove l’attenzione al risparmio si fa vitale: museum reinterpreta il sistema a tubi fluorescenti a sorgente lineare led dimmerabile molto performante, salvaguardando l’estetica e assicurano un basso consumo.