Storie Indossare Sottsass Testo di Bianca Felicori Aggiungi ai preferiti Ettore Sottsass,Promoted by Cosmit and Organized by iSaloni spa on the occasion of the Salone Internazionale del Mobile – april 1999 La carriera di Ettore Sottsass Jr. è caratterizzata da un’assoluta poliedricità. Architetto, artista, designer, disegnatore e scrittore, nei primi anni Sessanta inizia a creare “ornamenti” per il corpo umano, gioielli che diventano una sorta di traduzione tridimensionale del piacere di riscoprire la propria esistenza attraverso il contatto con un oggetto estraneo. Da quasi cinquant’anni siamo soliti chiamare “maestro” il grande Ettore Sottsass Jr., una delle figure più influenti e poliedriche del mondo del design mondiale, attivo nella seconda metà del Novecento. Il suo personaggio, dotato di uno humour unico, continua ad essere un eterno e costante punto di riferimento per le nuove generazioni, che riscoprono loro stessi nell’Ettore architetto, artista, designer, disegnatore e scrittore. Dei molti Ettore, oggi vogliamo ricordare l’Ettore designer di gioielli, che ha saputo racchiudere in un oggetto di decoro l’immagine di una società in cui faceva fatica a rispecchiarsi. Già a partire dalla prima metà degli anni Sessanta, Ettore Sottsass Jr. inizia a disegnare “ornamenti” per il corpo umano, non tanto per questioni estetiche, quanto per una sua personale vicinanza al tema della rivendicazione sociale. Per Ettore, infatti, disegnare gioielli significa lanciare un messaggio ben preciso, un messaggio politico che deve arrivare dritto nel cuore e nella mente di chi, per strada, al bar, in farmacia, incontra la persona che lo indossa. E la persona che lo indossa, di sesso femminile, diventa una sorta di manifesto del pensiero del designer, si espone al pubblico sposando la sua linea politica. Di qui nascono tutta una serie di gioielli che, come scrive Sottsass su Domus nel 1968, sollevano una questione che “vorrebbe andare molto più lontano di quello che sembra”[1]. Ettore Sottsass, collana, 1985 and collana pendente figura, 2002 Courtesy Cleto Munari E continua: “la questione vorrebbe volare con leggerezza sopra alla silenziosa, torva, rabbiosa competizione proletaria, sopra alla piccola, petulante, acida competizione borghese, sopra alla grande, magra, strascicata competizione dei ricconi e anche sopra la presuntuosa, vigliacca, velenosa competizione degli intellettuali, per posarsi su quei cuscini dove la femminilità è inspiegabile e non spiegata, dove le donne hanno un modo di fare e di essere che non si riesce proprio a capire perché e come”[2]. La questione per Sottsass non è solo politica, nemmeno di classe, è una questione di libertà. Questi ornamenti hanno lo scopo di unire globalmente ogni donna esistente sul pianeta terra, dall’amazzone alla parigina, e sono indirizzati, in particolare, ad una donna che riscopre i suoi gradi di libertà in una società fortemente avariata e in nome dell’amore. Sono gioielli per le donne “vere, matte, inspiegabili, asociali, perdute e sole, amanti dentro amori che mutano in pazzia o dentro amori finiti male, chi lo sa: gli ornamenti devono finire da qualche parte lì: un po’ come un segno dell’amore, amore, amore sul serio, quello cosmico, un po’ come offerta per un appassionato viaggio della vita, un po’ anche come segno della pietà per i corpi che generano amore e poi lo perdono, sono lucenti e poi diventano pochi, trovano braccia per essere abbracciati e poi restano soli per sempre abbandonati”[3]. Una grande ambizione, quella di Sottsass, che riscoprirà poi anni dopo, verso la fine degli anni Ottanta, quando Cleto Munari chiede a Sottsass e ad altri grandissimi designer di disegnare gioielli per lui. Può tornare quindi a riparlare di ornamento di corpo umano come primitiva forma di abbigliamento che lega indissolubilmente ogni popolazione sin dai tempi dell’antichità. E può farlo attraverso la creazione di oggetti che rappresentano questo messaggio e che diventano una sorta di traduzione tridimensionale del piacere di riscoprire la propria esistenza attraverso il contatto con un oggetto estraneo. Sottsass attribuisce un valore magico a questi gioielli che sono il risultato di un processo logico e concettuale, ricco di simboli e significati. Negli anni continua a disegnare gioielli, orologi ed oggetti di design per Cleto Munari, maestro italiano dell’arte dell’oreficeria nonché grande imprenditore e mecenate. Collane in legno, anelli che sembrano architetture decostruttiviste, orecchini che rimandano a ricordi primigeni, tutti gli oggetti sono pensati e disegnati da Sottsass secondo principi antropologici e sociali, e secondo quella sua idea d’amore, che nel suo essere così idealizzata oggi può sembrare quasi distocica. Ma non è giusto arrendersi alle cose mediocri. E come dice lui stesso: “la savana non ha confini: ci stiamo tutti”. Ettore Sottsass, bague (or, corail), 1967. Courtesy Cleto Munari [1] E. Sottsass Jr., Sono mille volte meglio gli ornamenti dei nomadi del sole, in «Domus», n. 464, luglio 1968, p. 39. [2] Ibid. [3] Ibid.