Storie Instagram e l'opulenza anni '80 Testo di Marco Romanelli Aggiungi ai preferiti De Padova L’ultima frontiera dell’interior design: instagram-mania e ripresa di stilemi anni ’80 con cromie da luna park, dettagli sofisticati e abbondante uso di elementi architettonici Fortissima è, in questa stagione, l’influenza di Instagram che si pone non più come una piattaforma per comunicare esperienze visive, ma piuttosto come uno strumento di legittimazione: ciascuna immagine (quindi ciascun prodotto) deve funzionare nell’istantaneità dei social, catturare la rétina nel tempo di un battito di ciglia. Per fare ciò è necessario un generale “ammorbidimento” del messaggio: le immagini si fanno quindi ricche di cromie avvolgenti e di dettagli sofisticati. Gli oggetti presentati non sono mai isolati, caso mai giocano la carta dell’accumulo, della sovrapposizione (vedi, ad esempio, le dimensioni generose e l’abbondanza di nappine che caratterizza la poltrona “Shah” prodotta da Etro Home Interiors by Jumbo Group). Le stanze progettate dagli/dalle stylist (protagonisti emergenti dell’anno) finiscono per somigliare a scenografie o a Wunderkammer. Il day bed Five to Nine, ideato dallo Studiopepe per Tacchini, è un esempio chiaro di tale atteggiamento di immediatezza visiva, così come la puntuta sedia Kimono, in policarbonato stampato trasparente, che Ramon Esteve ha disegnato per Vondom Kimono, design by Ramon Esteve, Vondom In qualche misura collegato alla “Instagram-mania”, possiamo citare un’evidente ripresa di stilemi anni ’80 con precisi riferimenti all’estetica post-moderna nelle cromie “da luna park” come nell’utilizzo di elementi architettonici archetipici, la colonna e l’arco a tutto sesto (emblematica la carta da parati Crystal Palace disegnata da Paolo Badesco e Costantino Affuso per Wall&decò). Ritorna anche alla riga “balneare” laccata o in laminato (materiale che conosce una nuova giovinezza estetica). E allora rosa, giallo, azzurro, verde acqua, alternati al recupero del seminato veneziano (vero o presunto), alle marmette cementizie (vere o presunte), a marmi rarissimi (veri o presunti). Ma tra vero e “presunto”, cioè imitato, non esiste più alcun giudizio di valore: l’unico giudizio sta nel gusto di chi propone il “mix”, considerandolo trasgressivo, e negli occhi di chi guarda. Per quanto concerne invece gli imbotti il ritorno ai primi anni ’80 è evidente nella proposta di forme “gonfie”, ove la struttura gioca un ruolo assai ridotto e l’appoggio è praticamente a terra. Lo scopo è quello di suggerire visivamente, prima che esperienzialmente, il comfort (in particolare relativamente allo home-cinema, sogno condiviso da molti durante il lock-down). Possiamo interpretare così, ad esempio, la poltrona Ripamonti proposta, per DePadova, dal designer giapponese Keij Takeuchi. Patricia Urquiola, certamente una delle protagoniste del design 2020, accetta il riferimento eighties con la poltrona Ruff per Moroso, ma lo declina in termini più geometrici, proiettando indietro lo schienale. Utilizzano, invece, una trapuntatura sartoriale Roberto Tapinassi e Maurizio Manzoni per aggiungere volume alla poltrona Odea 2 di Roche Bobois. Ripamonti, design by Keij Takeuchi, DePadova Il mercato dell’imbottito, a questo punto, pare dividersi radicalmente in due: la linea morbida e sculturale di cui abbiamo detto e, viceversa, un disegno “più magro”, sospeso da terra e con dettagli strutturali evidenti come la collezione Octave ideata da Vincent van Duysen per Molteni & C. Octave, design by Vincent van Duysen - Molteni & C. Alla stessa bipartizione sono assoggettati i letti: dal trionfo dell’imbottitura e del capitonné a una linea asciutta e pulita. A questo secondo gruppo appartiene Gaudì disegnato da Matteo Nunziati per Flou, con dettagli lignei in massello analoghi a quelli che lo stesso Nunziati propone nella poltroncina Tela per Rubelli Gaudì, design by Matteo Nunziati, Flou