Salone Selection La pietra e il fascino della sfida: tre mostre da vedere questo autunno Testo di Paola Carimati Aggiungi ai preferiti Barceloneta, Serralunga, design Raffaella Mangiarotti I progetti che oggi con pazienza scavano un materiale antico e spostano i confini dell’abitare. In tre appuntamenti not-to-be-missed C’è l’interpretazione contemplativa di Roberto Sironi e gli spaccati armonici dei Millim Studio, il recupero intuitivo di Ilaria Bianchi e gli intagli magistrali di Paolo Ulian: il palcoscenico del design contemporaneo è ricco di esempi, perché la pietra, in tutte le sue declinazioni, esercita sulla creatività dei progettisti di tutte le generazioni, un misterioso fascino arcaico. Senza tornare alle origini del ‘good design’ e scomodare Angelo Mangiarotti — al quale Agape, per i suoi 50 anni, ha dedicato più stanze della mostra nella sua sede nel Parco del Mincio —, vale la pena sottolineare alcuni passaggi di ‘Lithos. Pietre marmi mosaici nell’artigianato artistico contemporaneo’, il libro di Ugo La Pietra, per capire perché in tanti amano surfare sulle superfici lapidee. “Modificare la forma o la consistenza della pietra è il primo gesto di arte e di architettura che l’uomo compie”, scrive Domenico Potenza. Azione solo apparentemente semplice, perché in realtà è un fatto complesso: “in quanto quel gesto mette in atto una trasformazione che muta la natura primitiva dei luoghi per trattenere nella sua memoria l’origine del costruire”. Una sorta di battesimo del fuoco per i progettisti che amano sfidare le asperità della materia antica. Lo dimostrano almeno tre appuntamenti da non perdere questo autunno, in cui la matita trasforma la roccia in docili animali domestici e punteggia lo spazio di nuove armonie. ‘Episodi di Mosaico Contemporaneo’ il progetto di Maria Cristina Didero a Palazzo Rasponi delle Teste (Ravenna, fino al 14 gennaio 2024), prova a traghettare il mosaico nel mondo dell’industrial design. Insieme a sei voci (Arthur Arbesser, Atelier Biagetti, Gio Tirotto, Marco Guazzini, CARA \ DAVIDE e Francesca Lanzavecchia) la curatrice ha provato a contaminare di esplorazioni materiche, la dimensione quotidiana. “A Ravenna, la tradizione del mosaico ha un ruolo cruciale, ha persino influenzato il pensiero dello psicologo Carl Gustav Jung”, afferma Didero ricordando che il mosaico è un’arte paziente e sacra. “È lo strumento attraverso il quale si manifesta l’afflato cristiano: la luce trasforma l’opacità della materia in un caleidoscopico gioco di colori”. Lo dimostra ‘Andamenti’ di Gio Tirotto: la serie di corpi illuminanti che scivolano sulle pareti e uniscono Led e tessere in vetro opalino: “il mio modo di far dialogare tecniche e tecnologie distanti secoli”. Nonostante le sfide legate alla produzione seriale, quella del mosaico è un ‘tipo-di-costruzione’, citando La Pietra, che si adatta bene alle sfide del contemporaneo. "Andamenti" di Gio Tirotto "Andamenti" di Gio Tirotto Non a caso il grande scrittore surrealista Roger Caillois scriveva: “Più di una volta mi è capitato di pensare che fosse opportuno guardare alle pietre come a una sorta di poesia”. A lui Villa Medici, l’accademia di Francia a Roma, ha dedicato la mostra ‘Storie di pietra. Sulle tracce di Roger Caillois’ (fino al 14/01/2024), un affondo nella sua collezione di ‘pregevoli esemplari minerali’. Lo studio milanese PioveneFabi ha allestito la raccolta come prologo del percorso espositivo: "Sono queste rocce che la ragione titubante del Rinascimento analizza, sono queste pietre che gli studiosi cinesi raccolgono, vedendo nelle fessure, nelle caverne, nelle pieghe della materia delle fughe, delle porte per lo spirito”, dichiarano nell’introduzione al catalogo, i curatori Jean de Loisy e Sam Stourdzé. Il progetto di Ambra Fabi e Giovanni Piovene squarcia l’imponenza delle stanze per enfatizzare l’energia sprigionata dalle pietre con innesti temporanei: segni architettonici leggeri che scandiscono l’incedere della storia con la sola forza del colore. Un po’ come il segno estremo di Raffaella Mangiarotti che con la sua Barceloneta per Serralunga, nel 2011 ha reso omaggio a Mies Van Der Rohe. Oggi, in occasione della Barcelona Design Week, la seduta, con la sua fiera leggerezza, entra finalmente in dialogo con la monumentale imponenza delle pareti di marmo del Padiglione di Barcelona, pietra miliare dell’architettura moderna. Senza giochi di parola. "Storie di Pietra", Villa Medici "Storie di Pietra", Villa Medici "Storie di Pietra", Villa Medici "Storie di Pietra", Villa Medici Barceloneta, Serralunga, design Raffaella Mangiarotti Barceloneta, Serralunga, design Raffaella Mangiarotti