Salone Selection La selezione dei progetti da non perdere al London Design Festival Testo di Marilena Sobacchi Aggiungi ai preferiti Weird Sensation Feels Good - The world of ASMR. Design Museum, Credit WSFG, Ed Reeve Il LDF festeggia i 20 anni con più di 300 eventi in città. Cosa vedere in tre giorni? Ecco una selezione e una mappa degli “imperdibili” Atterrare a Londra in questi giorni non è banale. Per via della folla che giunge per partecipare all’evento (più triste) del secolo, ma ancor di più per la carica emotiva che si percepisce. Da un lato, lo shock per la perdita di una regina, l’ultima o l’unica nel suo genere, icona del ‘900 e oltre; dall’altro, l’euforia per i vent’anni del London Design Festival e per la Fashion Week. Ma tant’è: atterriamo e raggiungiamo il Victoria & Albert Museum, cuore del Festival del Design che, con i suoi dodici Design District, le Design Fair e i partner ospita oltre 300 eventi, mostre e installazioni all’insegna del design circolare e sostenibile. Regenerative Futures, V&A. Zero emissions Utility Vehicle, EOOS. Photo Exell Film Tanti i progetti allestiti al V&A. Tra i più interessanti: From the Forest, che indaga questioni relative alla gestione ambientale e all’uso sostenibile del legno attraverso progetti d’arredo di Formafantasma, Playfool, Gitta Gschwendtner, Mac Collins, Sebastian Cox, Fernando Laposse, Marjan van Aubel e James Shaw; l’installazione Plasticity, realizzata da Niccolò Casas in collaborazione con Parley for the Oceans: alta 3,6 metri, stampata in 3D e fabbricata a partire da rifiuti di plastica recuperati dagli oceani, questa scultura è un esempio di come si possano riutilizzare e riconvertire materie plastiche già pronte; l’evento speciale Edge of Reality: Experiencing Data (Un)Sustainability, che mette in scena un futuro immaginario gestito da tecnologie innovative, intelligenza artificiale, dati e algoritmi – un’esperienza che fa riflettere su come le pratiche digitali influenzino (in negativo) il clima. Tre i landmark che visitiamo. INTO SIGHT di Sony Design è una piattaforma multimediale immersiva di enormi proporzioni: entrandovi, il nostro corpo trasforma semplici superfici in uno spettacolo di luci, colori e suoni. Swivel, ideato da Sabine Marcelis a St Giles Square, è composto da sedute materiche e iper-colorate che permettono di riposare tra un’esposizione e l’altra. Curiosa l’esperienza delle 20 Things che l’architetto Sam Jacob ha individuato nel quartiere di Earl’s Court, a dimostrazione di quanto il design si trovi ovunque in città. Into Sight by Sony Design, photo Ed Reeve Brompton è sicuramente il distretto cult per gli appassionati di progetto – tra showroom e atelier di nuova e vecchia data, esposizioni e iniziative speciali. A Cromwell Palace, No Ordinary Home è un progetto animato da Martino Gamper, che chiede a un gruppo di designer di realizzare un oggetto che ospiti della natura, pianta o fiore che sia, utilizzando materiali ed elementi presi dai propri studi, rigenerando vecchi prototipi o scarti di lavorazioni e sperimentando tecniche e forme nuove. Notevolmente green. La Seeds Gallery allestisce TWO SEEDS, NO SOFA, in cui James Shaw e lo scrittore Lou Stoppard esplorano i temi relativi al convivere. Gli oggetti di Shaw si mescolano ai classici del design e Stoppard racconta di una coppia che negozia gusti e abitudini nel tentativo di costruire una casa per due. I drammi, che nascono dal modo differente di preparare il tè, piegare gli asciugamani, scegliere le sedute della cucina o il divano, trasformano lo spazio domestico in un banco di trattativa. Una meditazione sul senso del sé e sul ruolo che giocano gli oggetti di uso quotidiano nelle nostre relazioni. Illuminante.