Salone Selection Lake Como Design Festival: il design si confronta con la storia Testo di Sara Deganello Aggiungi ai preferiti Palazzo Valli Bruni Tra le iniziative della rassegna, nella città lariana fino al 10 ottobre: la mostra “History Repeating” al Ridotto del Teatro Sociale, l’allestimento “Reedition” dentro a Palazzo Mantero, aperto per l’occasione, e “20/21”, una selezione di pezzi contemporanei che andranno all’asta su Catawiki C’è un divano letto di Alvar Aalto nella Sala Turca del Ridotto del Teatro Sociale di Como. È l’AA1 disegnato dal maestro finlandese nel 1932, attualmente nel catalogo della MisuraEmme di Mariano Comense (Como): un pezzo che viene da lontano e risale all’incontro di Aalto con Walter Gropius, László Moholy-Nagy e Siegfried Giedion nel 1929, al secondo Congrès internationaux d'architecture moderne, a Francoforte sull’Existenzminimum. Giedion nel 1932 lo coinvolse in una collezione per Wohnbedarf, mettendo in produzione il divano trasformabile che venne esposto nel 1932 a Stoccarda, e successivamente all’Expo Universale di Bruxelles nel 1935. Oggi è uno dei pezzi della mostra History Repeating. Come designer e aziende guardano alla storia, curata dal direttore del museo del design della Triennale di Milano Marco Sammicheli all’interno del Lake Como Design Festival, nella città lariana dal 6 al 10 ottobre (il biglietto costa 15 euro). L’AA1 rappresenta uno degli “atterraggi inconsueti” della storia, come li chiama Sammicheli, in questo caso fuori dalla natìa Finlandia in cui siamo abituati a vedere all’opera Aalto: proprio dalle parti di Como, il territorio su cui si focalizza la mostra e l’intera manifestazione, giunta alla terza edizione – che da fiera diventa festival – sotto la guida del direttore artistico Lorenzo Butti. “Il fatto che alcuni autori stranieri come Alvar Aalto siano finiti sui cataloghi di aziende del territorio in anni lontani, ci racconta anche di una capacità del tessuto comasco di essere accogliente, non solo con i turisti o comunità di passaggio, ma anche con autori che qui trovano le condizioni per creare qualcosa di speciale”, spiega Sammicheli illustrando la mostra. Teatro Sociale, Lake Como Design Festival 2021 Nelle quattro sale riccamente decorate del teatro, con l’allestimento curato dagli architetti Stefano Larotonda e Niccolò Nessi, trova spazio una selezione di oggetti, tutti ancora in catalogo, ognuno caratterizzato da una precisa relazione con la storia, ognuno capace di risolverla in diversi modi, ognuno legato in qualche modo al territorio comasco e dintorni. “Oggi, si vede un adeguamento di materiali, un adeguamento magari al comfort contemporaneo, e si rilevano citazioni e idee di rincorsa, partendo dalla storia per poi lavorare sull’interpretazione che dona ai nuovi progetti vita autonoma rispetto al passato”, commenta Sammicheli. C’è la riedizione di Molteni&C della poltrona 66 Round D.154.5 di Gio Ponti del 1954, già protagonista dello scorso “supersalone”. Quella di Agapecasa della panca Cavalletto di Angelo Mangiarotti del 1953. Quella di LaCividina del lungo divano rosa Osaka di Pierre Paulin del 1967. Il plaid a pattern Triennale, creata da Lanerossi proprio per la Triennale del 1933 e ora nella collezione Memory is My Home. C’è anche l’opera, stampata a Como dalle Edizioni Lithos su rotolo di carta, Dieci modesti consigli per la nuova Carta di Atene di Andrea Branzi che fa i conti con il classicismo. Gli schizzi di Mario Bellini per il Centro Espositivo Villa Erba. Le fotografie del Bar San Tomaso a Como, progettato nel 1968 da Ico Parisi e Gabriele De Vecchi. Le lampade di Luceplan e Astep che raccontano la storia della famiglia Sarfatti, legata a questo lago anche in modo tragico, con la scomparsa sulle sue sponde di Riccardo Sarfatti, figlio di Gino e fondatore di Luceplan, in un incidente nel 2010. Teatro Sociale, Lake Como Design Festival 2021 Infine ci sono le ultime generazioni: la poltroncina Nina di Chiara Andreatti per Arflex Japan, la sedia Thonet 520 PF di Marco Dessì per Thonet, gli abiti di Arthur Arbesser in debito con gli artisti Heinz Stangl e Koloman Moser. “La storia può essere una zavorra, un piedistallo, una merce di scambio. Ho voluto presentare un catalogo di possibilità. Tra il coraggio che serve e la minaccia della nostalgia”, racconta Sammicheli. “Per molti designer la storia è qualcosa da scrollarsi di dosso. Soprattutto in Italia. Le riedizioni dei maestri è un’invenzione del marketing. E avviene per la prima volta alla fine degli anni 80”. Accanto alla mostra al Ridotto del Teatro Sociale di Como, il tema del confronto con la storia viene esplorato anche nelle altre iniziative del Lake Como Design Festival. Palazzo Mantero, costruito nel 1923, progettato per essere l’abitazione privata di Riccardo Mantero – fondatore di Mantero Seta – e diventato sede storica dell’azienda, apre al pubblico per la prima volta ospitando Reeditions, selezione di sette aziende (Alias, Amini, Azucena, FontanaArte, Ginori 1735, Molteni&C, Somma 1867) che lavorano con i loro archivi per rieditare pezzi del passato. Alle pareti, le stampe di Lithos: Ettore Sottsass, Andrea Branzi, Enzo Cucchi, Michele De Lucchi, Ico Parisi, Alessandro Mendini, Nathalie Du Pasquier. Palazzo Valli Bruni, Lake Como Design Festival 2021 Alias, Palazzo Mantero, Lake Como Design Festival 2021 Amini, Palazzo Mantero, Lake Como Design Festival 2021 FontanaArte, Palazzo Mantero, Lake Como Design Festival 2021 Ginori 1735, Palazzo Mantero, Lake Como Design Festival 2021 Molteni&C, Palazzo Mantero, Lake Como Design Festival 2021 Somma 1867, Palazzo Mantero, Lake Como Design Festival 2021 Teatro Sociale, Lake Como Design Festival 2021 Anche Palazzo Valli Bruni apre al pubblico per la prima volta. Al suo interno, 20/21: un dialogo tra Ventesimo e Ventunesimo secolo attraverso l’esposizione di una selezione di oggetti disegnati da Draga&Aurel (di base proprio a Como), Duccio Maria Gambi, studiointervallo, Portego con Cara/Davide, NM3, Studio Manda, Pietro Russo tra gli altri. Saranno venduti all’asta da Catawiki. Per concludere l’immersione nella Como del design e dell’architettura, gli appuntamenti dell’iniziativa Archivi: la proiezione di una selezione di film di ricerca realizzati tra il 1962 e il 1972 da Bruno Munari e Marcello Piccardo con il loro Studio Monte Olimpino all’Accademia Aldo Galli (oggi IED di Milano). La mostra Preludo ed Epilogo. Un’indagine su Asnago Veder a Como e provincia nei 40 anni dalla morte di Mario Asnago, al Novocomum disegnato da Giuseppe Terragni. Anche qui, dalla ricerca negli archivi nascono nuovi spunti per la contemporaneità.