Manifestazioni Letti e armadi, com’è cambiato il nostro stile di vita Testo di Giulia Pellegrino Aggiungi ai preferiti Bedrooms furnished with functional built-in wardrobes, Furniture pavilion, Fiera Campionaria di Milano, 1974 La camera da letto, da contenitore di “cose private” a spazio su misura. Continua il viaggio nel passato attraverso le immagini inedite dell’Archivio di Fondazione Fiera Milano, aspettando il Salone del Mobile.Milano di giugno 2022 Era il 1963 quando Vittorio de Sica in Ieri, oggi, domani consacrava il ruolo della camera da letto come contenitore di “cose private” ed incideva nella mente di tutti, uomini e donne, la figura di Mara (Sofia Loren) come un modello a cui ispirarsi e soprattutto un modello raggiungibile, una seduzione casalinga che doveva contare su poche cose: poiché la bellezza della Loren non era proprio così comune alle regine del focolare ci si poteva quindi affidare alla luce soffusa da calze scure, un po’ di musica - indimenticabile Abat Jour di Henry Wright - e il letto. Minimale, Chippendale, rotondo, imbottito, pieghevole, tecnologico o tradizionale: la Fiera poteva soddisfare tutte le aspettative e le fantasie riuscendo a dare a ciascun mercato il proprio giaciglio ed era quindi un luogo affollato, dove confondersi tra tanti e sbirciare letti fantasiosi e meno fantasiosi togliendosi dall’imbarazzo dell’andare a cercare qualcosa di “strano” nel negozio del centro città! Beds with suede finishes, Furniture pavilion, Fiera Campionaria di Milano, 1977 Inizia, parallelamente, anche la grande cavalcata dell’armadio che sfocerà decenni più tardi in un ribaltamento dei ruoli: una volta l’armadio si adattava allo spazio, poi si è iniziato a farlo disegnare e produrre “su misura”, poi prende la scena l’armadio modulare componibile, poi si torna a fare un taylor made almeno per le ante che vengono rivestite con mille materiali differenti, hanno cerniere sempre più performante luci interne che finalmente permettono ai mariti di non confondere le calze nere con quelle blu. Infine arrivano le cabine armadio per chi vive in una casa di metratura umana e non nelle stie a cui sono abituati i giovani che studiano qui ma anche all’estero. Non dimenticherò mai le fotografie della stanza del residence per studenti a Strasburgo dove alloggiava mio nipote; moderna, pulita, nuova ma in competizione con le cuccette del peggior Roma - Reggio Calabria (fatto anche quello!) con la differenza dell’aria condizionata, internet e la certezza che non ti borseggino: non prendetela male ma vi assicuro che anche il capotreno vedendo me, mia sorella e l’ennesimo nipote (ne ho 5!) ci aveva fatto promettere di serrarci dentro fino a destinazione! Salone del Mobile opening, Fiera di Milano, 1973 L’armadio quindi, oltre ad essere grande almeno per contenere un amante, inizia ad essere molto importante e non per forza in camera di fronte al letto di radica fiammata e con lo specchio! Si prende la sua rivincita e diventa così importante da custodire non solo i vestiti ma, letti a scomparsa, scrivanie e blocchi cucina. Chi poi era molto molto moderno poteva contare su una nuova serie di contenitori che scardinavano completamente i canoni classici: cassettiere componibili in plastica stampata, lavabili, impilabili, implementabili: finalmente anche la padrona di casa poteva contare sul suo “mattoncino Lego” e sbizzarrirsi in audaci costruzioni La necessità di “fare ordine” era dettata dal progressivo rimpicciolimento degli spazi abitativi, dall’arrivo del gusto nordico che riduceva all’osso le esigenze (casa a Stoccolma vs casa a Venezia, fate voi…) e da una voglia di pulizia nelle linee: il riflesso di questa tendenza nell’arredo ebbe un riflesso anche in tutta la produzione degli oggetti che sono ancora oggi delle icone di design - non basterebbe una cartella per rendere omaggio ai posaceneri prodotti in quegli anni, i vassoi, gli accessori per la tavola o per la scrivania, un intero universo di progetti “disegnati” senza la spada di Damocle dei numeri e delle vendite: erano altri tempi e le logiche portavano sulle spalle il peso dell’audacia e del saper fare più che del mercato e della pressione fiscale. Sormani Industrie Arredamento adv. Cabriolet Bed, designer Joe Colombo La conquista di queste novità si allargò a macchia d’olio ed entrarono sul mercato i letti pieghevoli e nascosti in uffici, stirerie e a volte corridoi. Si rivoluzionò anche il mondo dell’ospitalità e le camere di alberghi, residence e bungalow nei campeggi videro il trionfo di letti a castello e strutture pieghevoli che se non stavi attento si impossessavano dei falangi, falangine e falangette! C’erano stand dedicati anche agli ospedali dove la cura del paziente iniziava ad essere considerata non solo come materia scientifica e medicale ma anche attenta alla comodità e all’ergonomia degli strumenti, i letti meccanizzati per primi. Io sono nata nel 1971 e i miei genitori, nonostante il loro senso dell’umorismo e la gioia che trasmettevano a noi tutti, temo non avrebbero tratto grande ispirazione da una navicella spaziale come quella esposta in quell’anno. Chiudo con l’augurio che si possa davvero tornare a dirigere il traffico sulle strisce pedonali così affollate da avere la necessità di un “ghisa” dedicato al pubblico che, da quello che sappiamo, ha già riempito di prenotazioni tutta la città, evviva! Salone del Mobile, Fiera di Milano, 1967 Bedrooms furnished with functional built-in wardrobes, Fiera Campionaria di Milano, 1974 Salone del Mobile, Fiera di Milano, 1988 Scopri in anteprima i prodotti che verranno presentati al Salone del Mobile.Milano 2022 Accedi