Arredo e design: la copia è ancora un problema?
Il magazine italiano Interni indaga sulle nuove tecnologie a servizio della protezione della proprietà industriale. Più facile proprio grazie alla lettura automatizzata delle immagini
Sul magazine Interni, Elisa Massoni inizia la propria disanima sul copyright nel mondo della progettualità citando il libro “Brevetti di design in Italia dal 1945” di Giampiero Bosoni e Francesca Picchi: una storia della creatività vista dal punto della cronaca legale di una proprietà intellettuale e industriale, che inizia sempre e comunque con la registrazione del brevetto.
“Uno studio dell’EUIPO e dell’OCSE del 2019 sostiene che le violazioni dei diritti di proprietà industriale negli scambi internazionali nel 2016 potrebbero aver raggiunto il 3,3 % del commercio mondiale. Fino al 6,8% delle importazioni dell’UE, ossia 121 miliardi di EUR l’anno, è costituito da prodotti contraffatti», scrive Massoni, aggiungendo che “proteggere il lavoro e gli investimenti dei designer è un po’ più facile oggi. Ci sono gli strumenti digitali e nuove professionalità capaci di districarsi più agilmente fra norme internazionali e mercati globali. E la copia, soprattutto quando è online, è un problema oggi risolvibile”.
Come? “Pensate a software specializzati nel riconoscimento fotografico e nella lettura automatizzata delle immagini e al machine learning per la scansione pragmatica delle informazioni pervenute in rete”, spiega Edoardo Mola di Praxi ID, una delle società attive in questo campo. Il riconoscimento della copia è il primo passo per la protezione dell’originale.
E quando questa viene commercializzata? Si procede alla sua rimozione. Le policy dei grandi marketplace internazionali difende la proprietà intellettuale: “Esiste un principio normativo che obbliga i provider dei siti ad eliminare i contenuti (immagini, inserzioni ecc.) non appena vengano a conoscenza che causino infrazioni o contraffazioni”, fanno sapere da Praxi IT. Più difficile intercettare la distribuzione non autorizzata di prodotti originali attraverso canali o dealer non ufficiali, seppur legali, come le piattaforme di vendita del second hand.
Crediti
Testo originale: Elisa Massoni
Foto: Courtesy by Interni
Magazine: Interni
Editore: Arnoldo Mondadori Editore