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L’eredità di Gira Sarabhai, creatrice dell’identità progettuale in India

 

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L’eredità di Gira Sarabhai, creatrice dell’identità progettuale in India

Sul magazine digitale indiano STIRWorld, Shilpa Das – la preside della facoltà di Interdisciplinary Design Studies al National Institute of Design – ricorda l’immensa figura di Gira Sarabhai, tra i fondatori dell’istituto e dell’educazione alla progettazione contemporanea in India, morta a luglio a 98 anni.

Una volta, negli anni 60, il celebre architetto Balkrishna V. Doshi invitò Gira Sarabhai a cena a casa sua insieme al leggendario Louis Kahn. Lei chiese a Kahn di spiegarle che cosa fosse l’architettura, o che cosa significasse per lui. Le rispose il giorno dopo con un biglietto su cui era scritto: “L’architettura è ciò che non posso annusare né toccare ma ciò di cui sento l’essenza. Che sia una nave, un uccello o un muro. È la creazione pensata dello spazio.”

Con questo aneddoto la preside della facoltà di Interdisciplinary Design Studies al National Institute of Design (Nid) Shilpa Das ricorda Gira Sarabhai, morta a luglio a 98 anni. Con il fratello Gautam contribuì alla nascita dell’istituto ad Ahmedabad nel 1961. Gira Sarabhai nacque in una famiglia industriale progressista di Ahmedabad, nello Stato del Gujarat, che negli anni ospitò in casa alcuni dei personaggi più innovativi dell’epoca, tra cui Rabindranath Tagore, Maria Montessori, Isamu Noguchi, Alexander Calder, John Cage, Buckminster Fuller, Henri Cartier- Bresson. I suoi genitori contribuirono a portare Frank Lloyd Wright, Le Corbusier e Louis Kahn in India. Le loro relazioni, incluse quelle con Charles e Ray Eames, Douglas Ensminger della Ford Foundation e lo stesso B.V. Doshi, contribuirono al tessuto culturale in cui fiorì il National Institute of Design, di cui Gira Sarabhai fu presidente onorario del directing board dal 1964 al 1972. Schiva, rigorosa, esigente, fu “la vera artefice dell’educazione al design.”

Secondo B.V. Doshi, lei e il fratello credevano nella propria identità di indiani: “Questo è esattamente ciò che Gandhi intendeva quando disse: ‘Tieni tutte le finestre della tua casa aperte in modo che possa entrare la fresca brezza dal mondo, ma fai attenzione che il tuo tetto non venga spazzato via assicurandoti che abbia solide fondamenta.’ Penso che questo sia l’etica del Nid.” Nonostante non avesse una formazione accademica da architetto, e preferisse il titolo di “designer”, Gira Sarabhai è inserita nel canone dei modernisti indiani. Tra i suoi lavori, la prima cupola geodetica in India: la Calico Dome e l’edificio del Nid a Ahmedabad, entrambi con il fratello Gautam. Riguardo a quest’ultimo, l’autrice Das osserva come “il progetto dell’edificio desse la precedenza alla funzione sulla forma, consentisse flessibilità, espansioni future, adeguamenti e minore manutenzione e fosse molto in anticipo sui tempi.”

Il ruolo di Sarabhai nella fondazione dell’istituto va oltre alla sua progettazione: fu lei a chiamare i primi due insegnanti, Dashrath Patel e H. Kumar Vyas che avevano studiato industrial design alla Central School of Art and Design di Londra. Fu lei a dare una spinta alla ricerca sul textile design. Fu sempre lei dare il via alla collezione di prototipi, documenti, libri, magazine, microfilm, audio del Resource Centre dell’istituto. Strumenti che hanno contribuito a formare generazioni di studenti.

 

 

Crediti

Testo originale: Shilpa Das

Foto: courtesy of STIRWorld

Magazine: STIRWorld

Editore: STIR Design Private Limited

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4 ottobre 2021