“Nel marzo 1989, l’allora direttrice Susan S. Szenasy individuò una tendenza nascente: sempre più persone sceglievano di lavorare da casa, o almeno di prolungare l'orario di lavoro in casa. Cinque anni dopo, la redattrice Karrie Jacobs dispiegò la digitalizzazione del lavoro dei colletti bianchi, prevedendo: ‘Gli uffici saranno virtuali. Le città saranno vuote’. Nel 2021, sappiamo che aveva almeno in parte ragione”.

È questo l’incipit del focus “l’evoluzione del lavoro”, il primo dei 7 macro temi che la rivista newyorkese Metropolis ha individuato nel corso dei suoi 40 anni di storia, mettendo in fila una serie di articoli d’archivio e di suggestioni capaci di anticipare e prevedere tendenze e fatti che poi si sarebbero davvero realizzati.

Il lavoro, la sostenibilità, il movimento legato al benessere, il concetto di riuso, le questioni di genere, il tema dell’accessibilità, le nuove tecnologie digitali: sono gli argomenti sviluppati dalla redazione nel corso degli anni e che hanno ancora qualcosa da dirci.

“Sfogliando il nostro archivio, sono rimasto colpito dal numero di articoli in sintonia con le sfide di oggi. Sulle politiche del lavoro a distanza o sulla disparità di genere, sul conteggio della CO2 o sul processo produttivo, Metropolis ha sollevato domande a cui stiamo ancora cercando di rispondere oggi”, ha scritto nel suo editoriale di presentazione il direttore Avinash Rajagopal.

Tra le storie in evidenze: "Building with the Sun" di Don Prowler, del maggio 1989, si lamentava dell’ascesa e della caduta dell'utilizzo di energia solare. "Beyond the Binary" di Royce Epstein, del febbraio 2016, sottolineava come un design neutrale rispetto al genere dovrebbe essere qualcosa in più della discussione sui bagni.

Crediti

Testo: Sara Deganello

Foto: courtesy by Metropolis

Magazine: Metropolis

Editore: Sandow Media

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