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Se i marchi stanno diventando emittenti

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Se i marchi stanno diventando emittenti

Il magazine olandese Frame osserva come le dirette streaming stiano cambiando il retail e l’esperienza di acquisto, con la Cina al centro di questo nuovo fenomeno. I brand aprono i propri canali tv, lanciano le radio, aprono le porte ai podcast. E ripensano i propri negozi fisici.

Dopo l’e-commerce, il live streaming sta cambiando la vendita al dettaglio e l’esperienza di acquisto. Lo scorso autunno, la più famosa piattaforma cinese di e-commerce ha generato transazioni per 7,5 miliardi di dollari nei primi 30 minuti della sua campagna di prevendita per il Singles’ day. La Cina è al centro del nuovo fenomeno, che un’analisi McKinsey stima potrebbe rappresentare dal 10 al 20% di tutto l’e-commerce entro il 2026.

Gli streaming live uniscono video, interattività e contenuti, insieme a un po’ del brivido dell’acquisto di persona”, commenta una società di consulenza e la pandemia ha accelerato la tendenza. Durante il lockdown i lussuosi brand di moda hanno organizzato vendite online per i propri clienti, con nuove tecnologie, formati e personale competente, usando come set le sedi storiche. In questo modo sono superati anche “i contenuti statici dei social media”, scrive l’autrice dell’articolo Eva Gardiner.

Un’altra modalità attraverso la quale i marchi si stanno trasformando in emittenti è attraverso la radio, un mezzo che ha conosciuto durante il Covid una nuova popolarità. A Tokyo, un marchio noto di calzatura sportiva ha sperimentato il proprio canale radio, con contenuti iperlocalizzati per i propri ascoltatori giapponesi. Altro marchio di calzature ha lanciato a febbraio il proprio canale radio, a metà strada tra una community radio e una tv, in diretta dai propri punti vendita, aprendoli addirittura alla community anche come studi di registrazione.

Questo cambiamento si inserisce in quello più ampio di ripensamento degli spazi interni, che diventano più flessibili. Una nota azienda di cancelleria americana ha ridisegnato i propri negozi come hub di co-working per professionisti, insegnanti e studenti, includendo anche studi di registrazione per i podcast. “Ci aspettiamo di vedere più concept store di fascia alta costruire studi multimediali nel loro design d’interni”, scrive ancora Frame.

Secondo Bain, il mercato del lusso si è contratto del 23% nel 2020, mentre quello dell’intrattenimento è cresciuto del 6,5% nel 2021, spinto dalle richieste di contenuti digitali. Non c’è da sorprendersi se i brand hanno cominciato a cercare entrate alternative in settori più trainanti.

In Italia la filiera del mobile ha registrato nel primo semestre 2021 un fatturato tornato oltre i livelli pre-pandemici, con un incremento del 12,9% rispetto ai valori registrati negli stessi mesi del 2019. Risultati che tuttavia non precludono nuovi modi di pensare il retail, in linea con quanto accade nel resto del mondo.

 

 

Crediti

Testo originale: Eva Gardiner

Foto: courtesy FRAME

Rivista: Frame

Editore: Frame Publishers B.V.

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27 settembre 2021