Storie Marco Sammicheli racconta la mostra “Ettore Sottsass. La Parola.” Testo di Marilena Pitino Aggiungi ai preferiti Ettore Sottsass. La Parola, Triennale Milano. Photo Gianluca Di Ioia Marco Sammicheli, Direttore del Museo del Design Italiano di Triennale Milano, ci racconta la terza tappa dell’esposizione dedicata al grande designer e architetto, “Ettore Sottsass. La parola.”, curata insieme a Barbara Radice e Iskra Grisogono di Studio Sottsass, con l’art direction di Christoph Radl “Un amico mi ha fatto notare che siamo abituati a vedere e leggere Ettore Sottsass, ma mai a vedere e leggere Sottsass insieme. L’intento del nuovo progetto è infatti di non scindere i due aspetti. Per lui la scrittura accompagnata all’arte visiva si rivela un’azione complementare, che esprime la volontà di raccontare un’urgenza e di essere capito”. Sono le parole di Marco Sammicheli, Direttore del Museo del Design Italiano di Triennale Milano, che ha curato la mostra Ettore Sottsass. La Parola, insieme a Barbara Radice e Iskra Grisogono di Studio Sottsass, con l’art direction di Christoph Radl. Dopo Struttura e colore (3 dicembre 2021 – 12 giugno 2022) e Il calcolo (15 luglio 2022 – 8 gennaio 2023), la terza saga del ciclo espositivo dedicato a Ettore Sottsass si concentra sull’uso molteplice della parola nella produzione del grande architetto e designer. Un percorso di ricerca che ha l’intento sia di mantenere viva la sua memoria che di studiarlo grazie al costante dialogo con lo Studio Sottsass. Ettore Sottsass. La Parola, Triennale Milano. Photo Gianluca Di Ioia L’esposizione è allestita intorno all’installazione permanente di Casa Lana, l’interno della residenza privata progettata negli anni Settanta da Ettore Sottsass per Giovanni Lana, litografo e stampatore, ricostruito fedelmente e accessibile al pubblico grazie alla donazione di Barbara Radice Sottsass. Un luogo che intende mettere in luce aspetti inediti del lavoro e del pensiero di Ettore Sottsass. È la parola-affresco il tema della terza tappa: un’antologia della letteratura di Sottsass nelle sue diverse forme. Un tentativo di rappresentare l’essenza di una vena letteraria, dove la frequenza e la varietà della scrittura offrono al pubblico una prospettiva inedita di Sottsass. La sua scrittura, quasi sempre in stampatello maiuscolo, comunica uno spirito di condivisione, esprime l’urgenza di essere capito e di infondere un dubbio. “L’allestimento è un’intuizione di Christoph Radl con Barbara Radice e Iskra Grisogono. Avevamo individuato tra le opere da esporre i Kalligraphy: una raccolta, che nel corso del tempo, da disegni era diventata una collezione di ceramiche per la Galerie Bruno Bischofberger di Zurigo tra il 1995 e il 1996. Segni che vanno alla radice del gesto, associabili a pitture parietali, graffiti, tatuaggi, ideogrammi. Così, Radl ha immaginato un salto di scala, riproducendo questi calligrafi lungo tutta la parete perimetrale della sala Sottsass. Lo stesso meccanismo è stato poi ripetuto con le altre opere esposte, riprodotte con un salto di scala”, ci spiega il curatore. Ettore Sottsass. La Parola, Triennale Milano. Photo Gianluca Di Ioia I disegni originali sono quindi incorniciati e appesi al muro affiancati da gigantografie. “Volevamo suscitare l’attenzione del pubblico, perché quello che mostriamo è qualcosa di estremamente privato e poco conosciuto di Sottsass”, prosegue Marco. Singolare l’opera poetica e personale “In nome dell’amore” del 1966, dove si ritrovano elementi della cultura nordamericana del graffito politico e di quello intimo. Ma ci sono anche “Una cosa rossa e la giallina”, “Materia oscura”, “Bandiera Bianca” e “Scodella con zuppa di lenticchie”: pezzi che raccontano un’immagine, una sensazione, un’emozione. Sono tutti lavori di epoche diverse, degli anni ‘60, ‘90 e del 2007. Una caratteristica che ricorre anche negli allestimenti di Casa Lana dove si scoprono differenti periodi e formati per trasmettere l’idea che la ricerca di Sottsass è stata costante lungo tutto la sua carriera. Al centro delle sue opere ci sono tematiche universali: la morte, la vita, la poesia e la promiscuità dei corpi. “Parla in modo trasversale, passando dalla cultura degli oggetti, a quella degli spazi fino alla letteratura. Oltre ad essere un abile comunicatore e divulgatore, ha sempre dimostrato di essere un raffinato scrittore. La sua prosa, cristallina e accattivante, raramente la si ritrova in altri progettisti e designer”, ci svela Marco. Miljö för en ny planet, National Museum Stockholm, 1969, Courtesy Studio Ettore Sottsass I suoi testi non sono mai didascalie perché oltre all’informazione aggiungono valore, narrano l’atmosfera che ha favorito il disegno. La selezione delle opere, provenienti dal ricco e organizzato archivio dello Studio Sottsass, sono spesso orientate dalla volontà di portare alla luce storie meno note. “Ogni volta che visito l’archivio mi colpisce la sua capacità di includere il prossimo, e di non lasciare indietro nessuno, pur restando fedele a se stesso. I suoi messaggi sono sempre ricordi che includono il lettore, il visitatore, l’utente, il passante”, ci dice Marco. Emerge nei lavori di Sottsass l’estrema generosità nel suo percorso; chi ha lavorato con lui o l’ha semplicemente incontrato sopravvive alla sua eredità. Ciò rende il suo lavoro senza tempo e fonte di stimoli per le future generazioni di progettisti e studiosi. “Alle generazioni che intendono intraprendere lo studio di Ettore Sottsass direi di allacciare le cinture di sicurezza perché stanno per partire per un mondo che va molto veloce ed è molto colorato, pieno di sentimenti e di sorprese. Sottsass è un autore che non ha avuto paura di invadere svariati campi e di sperimentarli tutti. In diversi difficili momenti della sua vita, si è completamente reinventato con grande coraggio. Preparatevi quindi a vivere un’esperienza memorabile”, conclude Marco. Ettore Sottsass. La Parola, Triennale Milano. Photo Gianluca Di Ioia Ettore Sottsass. La Parola, Triennale Milano. Photo Gianluca Di Ioia Scodella con zuppa di lenticchie, Buste per anno 2000 e il prossimo millennio, 1999, per Condé Nast Publications, London, Courtesy Studio Ettore Sottsass