Marmo e pietra nelle nuove collezioni 2023
Al tempo stesso antichi e moderni, eleganti e ieratici ma adattabili grazie alle nuove tecniche di lavorazione ad alto tasso di tecnologia, i materiali lapidei offrono tanti spunti ai designer. Ecco alcuni tra i prodotti più interessanti visti sugli stand dell’ultima edizione del Salone del Mobile.Milano
Tra i materiali da costruzione più usati fin dall’antichità – Plinio il Vecchio ne decantava già le qualità nella sua Naturalis historia – il marmo e gli altri tipi di pietra naturale non smettono di stimolare la creatività dei progettisti. Le nuove lavorazioni, in particolare quelle che prevedono l’uso di macchinari a controllo digitale di ultima generazione, permettono anzi di alleggerire gli spessori e di ottenere forme più ardite, affiancando un’inedita versatilità ai molti pregi delle materie lapidee. Questa caratteristica si ritrova anche nelle proposte dei brand presenti al Salone del Mobile.Milano, che sfruttano l’eleganza naturale del marmo e della pietra associandoli a linee pure e volumi ben definiti, spezzano l’apparente rigidità dei materiali con intagli e scolpiture particolari, o ancora nobilitano irregolarità e difetti trasformandoli in una cifra stilistica.
Paolo Ulian per Antonio Lupi
Paolo Ulian è nato ai piedi delle Alpi Apuane e ha cominciato a interessarsi al marmo nei primi anni Novanta, anticipando temi che più tardi sarebbero diventati centrali come il recupero degli scarti. Per Antoniolupi ha disegnato una serie di lavabi scultorei in cui il materiale raggiunge un insolito dinamismo. L’ultimo nato, Flow, si distingue per il suo profilo sfrangiato che deriva da una peculiarità della macchina water-jet a controllo numerico usata per realizzarlo. Questo tipo di strumento tende infatti a creare spontaneamente delle onde irregolari sulla superficie della pietra, un effetto che di solito gli addetti ai lavori cercano di evitare e che il designer toscano ha scelto in questo caso di magnificare. L’azienda fiorentina ha presentato anche le riedizioni in marmi e pietre pregiati di alcuni tra i suoi lavabi più iconici in Flumood: Tuba e Albume, disegnati da Carlo Colombo, Ago85 e Simplo85 di Mario Ferrarini e Fusto di Nevio Tellatin.
Lithea e la cultura del Mediterraneo
L’azienda siciliana Lithea affonda le sue radici nella cultura del Mediterraneo e ha tra le sue fonti di ispirazione principali il mondo antico. Dal Classico, il nuovo progetto esposto in fiera in un allestimento curato da Martinelli Venezia, rivisita gli stilemi dell’architettura greco-romana in chiave contemporanea. Quattro i designer coinvolti: oltre allo studio milanese-siciliano fondato da Carolina Martinelli e Vittorio Venezia, che è anche art director del brand e per i rivestimenti Greche e il tavolo Pantalica, entrambi in travertino e pietra pece, ha guardato allo stile geometrico delle ceramiche realizzate a partire dall’ottavo secolo avanti Cristo in Attica e in Magna Grecia, hanno partecipato Elena Salmistraro, Mario Scairato e Astrid Luglio.
Citco, tra artigianato artistico e tecnologia
Un altro specialista dei materiali lapidei, Citco, prosegue il suo lavoro sui Maestri del contemporaneo con una serie di nuovi pezzi firmati da Ron Arad, Estudio Campana, Zaha Hadid Design e Fabrizio Bendazzoli e caratterizzati da una forte componente narrativa. Il termine Hipocentro indica in portoghese l’ipocentro, cioè il luogo sotterraneo dal quale si sprigiona l’energia sismica. Lo specchio leggermente concavo che porta questo nome (design Estudio Campana), a metà strada tra l’oggetto funzionale e l’installazione site-specific, sembra spezzare il marmo bicolore brasiliano nel quale è incastonato, comunicando all’osservatore l’idea di un’esplosione o, appunto, di un terremoto. Ayauhasca, sempre disegnato da Humberto Campana e dal suo studio, è un coffee table scolpito con un motivo di radici marmoree. Si muovono sul crinale tra arte e design anche le due novità firmate da Ron Arad dopo il successo ottenuto lo scorso anno con Love Song. Il tavolino Slice “affetta” un pezzo di marmo grezzo con un taglio libero, ondulato e tridimensionale, ottenuto grazie a una sofisticata tecnologia di “taglio a filo”, mentre la seduta monumentale Not Carved in Stone ospita una frase – una lunga citazione di Oscar Wilde – scritta a mano dal progettista israeliano aprendo una riflessione sul rapporto tra artigianato artistico e tecnologia.
Emmanuel Gallina per Poliform
Tra gli usi più comuni per il marmo e per le pietre c’è senz’altro la realizzazione di tavoli dal grande impatto scenico. Monolith, proposto da Poliform e disegnato da Emmanuel Gallina, riprende le forme imponenti dei dolmen e dei menhir, i monumenti preistorici tipici del nord della Francia e delle isole britanniche. Esiste nella versione indoor, con materiali più preziosi come il marmo travertino o l’olmo nero che ne esasperano la maestosità, e nella versione outdoor, che può accogliere un piano in pietra basaltina.
More, legno e marmo
Nel tavolo Avar dell’azienda amburghese More un ripiano in legno massiccio si appoggia su due solide gambe in marmo nero a forma di “a”, ciascuna formata da due elementi la cui sovrapposizione può ricordare la conformazione di alcune montagne dell’arco alpino.
Minotti, la scenografia del marmo
I marmi e le pietre, per esempio la quarzite naturale Avocadus dalle vibranti sfumature verdi, sono infine tra le finiture più scenografiche che possono essere scelte per esaltare tavoli, tavolini e complementi proposti dai grandi brand dell’arredo. Possono contare su un top litico, per esempio, i coffee table della famiglia Brady di Minotti, una creazione di Rodolfo Dordoni che coniuga rigore formale e personalità.
Rodolfo Dordoni per Molteni&C
Il grande tavolo ovale Old Ford disegnato sempre da Dordoni per Molteni&C viene proposto in legno o in marmo (Emperador, Calacatta o Sahara Noir) nelle versioni opaca e poliestere lucida.
Piero Lissoni per Porro
Nella grande casa messa in scena da Piero Lissoni per Porro, il tavolo Pascal si mostra in una veste ancora più preziosa con il nuovo top in Calacatta verde.