Storie Materie prime: i metalli nell’arredo Testo di Sara Deganello Aggiungi ai preferiti Latteria by Keiji Takeuchi for Fucina Cresce l’attenzione verso i prodotti in acciaio, alluminio, rame, ottone: sono materiali versatili, resistenti e nobili allo stesso tempo. In più, sono riciclabili all’infinito. Entrati ormai a pieno titolo nella casa, diventano anche una scelta sostenibile «Abbiamo assistito negli ultimi anni a una rivalutazione del metallo nel mondo dell’arredamento e in particolare nel segmento casa. I nostri prodotti, dal design essenziale e personalizzabili grazie alle molte finiture, partecipano alla creazione di ambienti belli e confortevoli. È stato premiato il nostro lavoro: abbiamo cercato di dare un’anima al metallo, attraverso lavorazioni come la verniciatura goffrata, per la quale chi lo tocca ci dice: “Non sembra metallo!”. Siamo in crescita a livello di fatturato e rete commerciale, nonostante da un anno a questa parte il prezzo della materia prima abbia avuto una crescita mai vista prima, più che triplicata, che ci ha costretti a rivalutare il listino dei prodotti». A parlare è Sandro Fantin, ingegnere e CEO dell’omonima azienda di Fiume Veneto (Pordenone), fondata nel 1968, che in questi ultimi anni si è concentrata nello sviluppo di collezioni d’arredo in acciaio adatte a ogni contesto, dalla casa all’ufficio, dal retail all’industria. «Abbiamo lavorato con la stessa intensità sia sulle forme che sulle finiture, queste ultime raddoppiate in pochi anni da 20 a oltre 40 colori, grazie agli investimenti tecnologici sulla verniciatura a polveri atossiche», conferma l’art director Salvatore Indriolo. Fantin negli ultimi cinque anni ha accresciuto il suo fatturato di oltre il +50% e sfiorerà i 4 milioni di euro alla fine del 2021. Queste scelte premiano una crescita continua in termini di fatturato e di presenza sul mercato: «Abbiamo iniziato con Austria e Germania, poi Belgio, Olanda e Francia. L’interesse è in costante crescita anche in Italia, e stiamo cominciando anche negli Usa e in Asia». Frame Sideboard, Fantin Frame Kitchen Cupboard, Puglia Private Apt, Fantin Frame Sideboard, Fantin Frame Sideboard, Fantin A trainare l’attenzione è anche la sostenibilità insita nei prodotti in metallo, riciclabili al 100%. «Il materiale che lavoriamo è già riciclato e poi può essere riutilizzato a sua volta in un cerchio virtuoso infinito. A questo si aggiunge una concezione del prodotto fatto per durare. La nostra Frame Kitchen, per esempio, è pensata come una workstation per essere spostata come un normale mobile, e non buttata», spiega Fantin. «Per tutti questi motivi guardiamo al futuro con buone prospettive», conclude. Fantin ha collaborato con Moroso nella produzione della libreria Secret Cubic Shelves di Olafur Eliasson, presentata all’ultimo “supersalone” e nata dall’installazione Green Light – An artistic workshop alla Biennale di Venezia nel 2017. L’attenzione alle risorse è da sempre uno dei temi di ricerca dell’artista danese-islandese la libreria, in questa nuova edizione, è realizzata completamente in acciaio, anche in questo caso riciclato e riciclabile, con verniciatura a polveri atossiche. Secret Cubic Shelves by Olafur Eliasson for Moroso. Ph. Credits Alessandro Paderni Secret Cubic Shelves by Olafur Eliasson for Moroso. Ph. Credits Alessandro Paderni Secret Cubic Shelves by Olafur Eliasson for Moroso. Ph. Credits Alessandro Paderni Secret Cubic Shelves by Olafur Eliasson for Moroso. Ph. Credits Alessandro Paderni Secret Cubic Shelves by Olafur Eliasson for Moroso. Ph. Credits Alessandro Paderni Un altro metallo da fondere e riutilizzare all’infinito è l’alluminio, materiale al centro del lavoro dell’americana Emeco: “È super resistente, leggero e a prova di fuoco. È inoltre non corrosivo, non magnetico e non batterico. È questo il motivo per cui è stato scelto per la 1006 Navy Chair nel 1944 (la sedia per le navi della marina americana prodotta dall’azienda, ndr). L’alluminio può essere riciclato all’infinito. La maggior parte dell’alluminio prodotto alla fine del 1800 è presente ancora oggi. In lattine, padelle, parti di computer e mazze da golf. E sì, nelle nostre sedie”, si legge sul sito dell’azienda. Tra gli ultimi prodotti Emeco a metterne in mostra le qualità c’è lo sgabello Za progettato da Naoto Fukasawa, disponibile nelle finiture anodizzata, spazzolata, verniciata a polvere. È uno sgabello in alluminio anche Latteria, firmato da Keiji Takeuchi per Fucina, marchio creato all’interno di Lidi, azienda di Desio (Monza Brianza) che da oltre 50 anni lavora su facciate, scale, infissi in acciaio, alluminio e affini. In questo caso la seduta è prodotta mediante fresatura di un blocco unico di alluminio spesso 5 cm. Emeco’s Za Small stools and Naoto Fukasawa Za Small stools by Naoto Fukasawa for Emeco Za Small stool home by Naoto Fukasawa for Emeco Za Small stool outdoor by Naoto Fukasawa for Emeco È invece in profilato di alluminio, con sedile in pressofusione, la sedia impilabile Plato di Jasper Morrison per Magis. Mentre Harvey di Francesco Faccin per Et. Al, evoluzione del marchio Metalmobil, ha il piano in alluminio sorretto da due cavalletti in tubo d’acciaio elettrificati con i supporti per il fissaggio. Magis baguette TV1700 + TV1726, SD1230 chair SD1230 chair, Magis SD1230 chair, Magis SD1230 collection, Magis SD1230 collection, Magis Harvey by Francesco Faccin for Et.al Harvey by Francesco Faccin for Et.al Harvey by Francesco Faccin for Et.al Harvey by Francesco Faccin for Et.al “Alluminio e acciaio sono da tempo materiali entrati a pieno titolo nella casa e nei luoghi destinati alla collettività. Hanno caratteristiche apprezzate da tutti e alcune loro lavorazioni hanno trovato particolare sintonia anche nel mondo dell’industrial design e dell’art design. Negli ultimi anni, forse anche per un ritorno del decor, si è affermata la richiesta di ottone e rame. Sono materiali nobili, dal valore intrinseco molto elevato, resistenti, e con possibilità di finiture molto varie (come l’ossidazione, la fiammatura, la spazzolatura) che ne modificano sensibilmente l’estetica ma lasciano invariate le virtù del materiale. Per esempio, per il solo rame, alla De Castelli abbiamo a catalogo 24 diverse finiture, alle quali poi possono essere applicate diverse lavorazioni”, racconta Albino Celato, amministratore delegato dell’azienda di Crocetta del Montello (Treviso) che trasforma i metalli in superfici e collezioni di arredi. L’ultima, Rame at home, nata dall’esplorazione delle proprietà antibatteriche del materiale, comprende Alpha di Martinelli Venezia, un piccolo tavolo contenitore modulare a base romboidale, con la pelle in rame naturale lavorato con tecnica DeErosion, che prevede un’erosione controllata.