Storie Metaverso ed NFT, la voce delle aziende e dei creativi Testo di Alessandro Squatrito Aggiungi ai preferiti H A virtual exhibition, image courtesy Abbiamo chiesto a LG e a Lanzavecchia+Wai di raccontarci le loro esperienze, i progetti, i punti di vista e le aspettative sulle tematiche legate a NFT e Metaverso Metaverso e NFT si sono contesi nel 2021 il podio come “parola dell’anno” secondo il famoso dizionario Collin’s; alla fine ha vinto la seconda, ma di sicuro continueremo a sentirle entrambe almeno per un pò. Una breve nota è d’obbligo per capire di cosa stiamo parlando. Metaverso, una specie di evoluzione di internet, è una parola generica che indica un insieme di spazi virtuali popolati da avatar, oggetti e attività completamente digitali. NFT invece è una sigla, Non Fungible Token, in italiano “gettone non replicabile”, e indica dei certificati di autenticità digitale basati su blockchain, un registro informatico di dati che non può essere modificato. Un NFT sta ad un’opera d’arte digitale come un certificato di autenticità sta ad una qualsiasi opera fisica, e gli NFT stanno rivoluzionando il mondo dell’arte stravolgendo canali di vendita, scambio e comunicazione che abbiamo conosciuto fino ad adesso. Ma cosa ne pensano creativi ed aziende a riguardo? Abbiamo chiesto direttamente a loro. Alessandro Zero è product e brand marketing senior manager in LG Electronics Italia, e ci ha parlato del punto di vista dell’azienda, dei progetti in campo e quelli futuri per e con il Metaverso. Lanzavecchia + Wai for UNHCR : A Flower of Hope for the Refugees, image courtesy Cosa si aspetta LG dal Metaverso, cosa avete fatto in questi due anni di pandemia? La possibilità di combinare mondo fisico e virtuale è un tema da sempre caro a LG, che la recente pandemia ha reso ancora più prioritario e rilevante. Ci aspettiamo che questa commistione possa diffondersi ancora di più e ampliare ulteriormente le possibilità di connettere le persone. In questi due anni abbiamo sfruttato il virtuale per offrire alle persone, non solo la possibilità di vedere i nostri prodotti ma anche di vivere un’esperienza a questi legata. Un esempio sono gli stand virtuali realizzati per IFA 2020 e CES 2021 allo scopo di dare accesso a più persone possibile alle principali fiere di settore negli anni della pandemia. A CES 2021 LG ha presentato Reah Keem, un’assistente virtuale, compositrice e DJ virtuale, resa ancora più umana dalla tecnologia di deep learning introducendo al pubblico alcune novità in completa autonomia. Reah Keem, image courtesy Qualche altro progetto di cui ci vuoi parlare? LG Digital Connect è uno showroom online lanciato a novembre 2020 in cui i visitatori possono selezionare il Product Showroom Tour per visualizzare le ultime novità proposte da LG in fatto di LED all’interno di una sala espositiva virtuale, oppure scegliere il Vertical Showroom Tour per sperimentare vari scenari di utilizzo delle soluzioni per il digital signage. E invece per il futuro cosa vi aspettate? Avete dei progetti? Piani? Visioni? Molte delle nostre ricerche puntano a creare un’esperienza digitale senza soluzione di continuità, anche nel mondo fisico. LG OMNIPOD, ad esempio, è la soluzione di mobilità presentata al CES 2022, una sorta di estensione su strada del proprio ambiente domestico, progettato per funzionare come home office, centro di intrattenimento e perfino come un salotto, ci offre uno sguardo su come potrebbe essere vivere in un futuro in cui lavorare da remoto non significa necessariamente dover lavorare da casa, ma idealmente da qualsiasi luogo. A settembre 2021 LG Electronics ha fondato LG NOVA, un centro di innovazione situato nella Silicon Valley, che ha lanciato Mission for the Future, un programma annuale creato per cercare le migliori idee e attività per migliorare la qualità della vita tramite un futuro più verde, più smart, più sano e più connesso, sfruttando anche il metaverso. Per i progetti finalisti fino a 20 milioni di dollari per supportare lo sviluppo del concept e l’accesso all’infrastruttura globale e alla catena di fornitura di LG. Riguardo gli NFT abbiamo chiesto un punto di vista a Francesca Lanzavecchia, l’anima italiana dello studio italo-singaporiano Lanzavecchia + Wai. Lanzavecchia + Wai, Living Vase, image courtesy Avete già lanciato un progetto basato su NFT, vuoi parlarmene? Abbiamo lanciato in realtà già 2 progetti basati su NFT. Il primo legato al numero di settembre di Vogue Singapore “New Beginning” con una prima edizione di 30 NFT sulla piattaforma Opensea e abbiamo fatto gli artists in residence e creato Living Vase 01, un vaso composto da 784 fiori che vive nel mondo digitale. Poi un secondo progetto per UNHCR e i profughi siriani e abbiamo in cantiere per aprile un progetto da 10.000 NFT con un team internazionale, ma non posso dire di più adesso. Come vi trovate a lavorare con il digitale? Siamo storyteller, la storia è sempre stata il fulcro dei nostri progetti e in questo mondo di storie digitali ci siamo subito trovati a nostro agio. Prima di creare prodotti fisici abbiamo sempre creato prodotti digitali per raccontare la nostra storia quindi in qualche modo significa accorciare il passo per non sottostare a regole fisiche, di produzione. Sicuramente c’è una componente interessante che si lega alla nostra volontà di intraprendere progetti di design sempre come ricerca e di raccontare una storia attraverso oggetti virtuali in cui comunque il racconto è centrale. Lanzavecchia + Wai, Living Vase, image courtesy Quanto il mercato è pronto a questo tipo di prodotti e quanto del vostro essere designer di prodotto esiste all’interno di questi progetti? Forse è un tema più vicino ai digital artists o ai fashion designer. Io credo che le esperienze digitali siano delle esperienze che ci portiamo comunque nel mondo fisico e allora perchè non disegnarle in modo completo. In quanto persona che lavora con la cultura, penso sia necessario già capire da oggi come funzionano e dove vanno le cose. In questo momento credo che gli NFT siano ancora qualcosa di nicchia per appassionati ma tutte le gallerie, i curatori, vogliono entrarci e sono interessati a questo mondo. Sono convinta anche che sia qualcosa di molto interessante per le aziende del mobile, e non dico che debbano vendere mobili in 3D ma possedere un NFT potrebbe aprire strade inaspettate. Sto cercando di capirlo da dentro per dare soluzioni oggettive anche alle aziende. Il fatto che siete uno studio diviso da 10.000km di distanza, aiuta in questi progetti? Noi eravamo pronti al covid, al telelavoro, eravamo pronti agli NFT. È sempre stata una necessità anche perché ci interfacciamo a volte con una cultura (singaporense ndr) in cui la creazione di cose materiali è complicata. Però per quanto riguarda i temi digitali sono sicuramente più pronti e allora questi progetti derivano anche dalla necessità di intercettare i bisogni del pubblico locale. Vogue Singapore ha fatto un’edizione a settembre interamente dedicata agli NFT con la prima cover in cui non appariva una modella ma un QR code, una rivoluzione incredibile. LG NOVA, Mission for the Future, image courtesy E i social media come entrano in questo tema? Nel giro di tre mesi puoi vedere se un progetto funziona o no. Il design di prodotto ha bisogno di tempi lunghi, in questi progetti invece c’è proprio una corsa che non so se è positiva o negativa. Diventa energizzante vedere a volte che i progetti prendono vita. In questo caso specifico il marketing è 100 volte più importante del design, fatto all’interno di una community che risponde chiedendo di fare progetti. Secondo te questo mondo può aprire strade a nuovi creativi e designer? E’ sicuramente un grande strumento, con grandi potenzialità ma credo anche con grandi rischi. Per un giovane che si affaccia ora nel mondo del progetto può diventare pericoloso perchè potrebbe perdere di significato. Mi auguro sia uno strumento che ci faccia pensare piuttosto che qualcosa per creare del bello senza senso. Dal nostro punto di vista lo strumento non può essere mero esercizio di stile e a noi quello che interessa è capire e fare dei progetti ad hoc e su misura. 9 marzo 2022 Share