Storie Minotti, storia di eccellenza Made in Italy al traguardo dei 75 anni Testo di Patrizia Malfatti Aggiungi ai preferiti Minotti at Salone del Mobile.Milano 2023, photo courtesy È un “abitare profondo” quello proposto da Minotti. Un lifestyle classico ma contemporaneo nel settore residenziale e hospitality. E distintivo per la sua capacità di far evolvere anche le tradizioni Settantacinque anni e il desiderio di celebrare questo traguardo con un viaggio attraverso i valori e la storia del brand Minotti. E così l’azienda di Meda, entrata lo scorso anno nel Registro speciale dei Marchi storici di interesse nazionale istituito dal Mise, Ministero dello Sviluppo Economico, ha dato vita a due progetti ambiziosi per far vivere l’anima del brand e metterne in luce il lungo percorso fatto. Il primo, un filmato emozionale, un viaggio virtuale, tra sogno e realtà, nel mondo Minotti, che ricorda quelli in voga fra gli aristocratici nell’Europa a partire dal 18° secolo. The Grand Tour è, infatti, ambientato in cinque esclusive location –da un appartamento urbano a uno chalet alpino, fino a uno yacht che solca il mare – a suggerire silenziosamente, insieme a istanti di vita, che il gusto e le collezioni del brand viaggiano nel mondo declinando un linguaggio universale ma, allo stesso tempo, altamente riconoscibile e unico. Minotti at Salone del Mobile.Milano 2023, photo courtesy Il secondo omaggio è stato, invece, il Minotti Pavilion 2023, l’immenso stand realizzato per il 61° Salone del Mobile.Milano, al quale l’azienda partecipa sin dalla sua prima edizione. Un luogo scenografico con caratteristiche uniche e insolite, tra cui una corsia della stessa fiera, incorporata all’interno del Pavilion, interpretata come vero e proprio boulevard centrale costellato da aree verdi, per rivelare l’anima del brand. Ma quali sono i fil rouge di questi due progetti? In primis, la volontà di tutelare il patrimonio comune del Made in Italy, particolarmente caro a un’azienda di impronta artigianale fondata nel cuore della Brianza nel 1948 e che, ancora oggi, valorizza la tradizione del ben fatto e del fatto a mano accostandoli all’innovazione delle ultime tecnologie. Poi, la ricerca costante della bellezza, insita nel DNA e nella filosofia aziendale, espressa nelle sue collezioni indoor e outdoor. E, non da meno, un linguaggio universale, sempre unico e riconoscibile, legato ai valori di sobrietà estetica ed eleganza senza tempo. Una semplice parola d’ordine: il lifestyle Minotti. Ce lo racconta direttamente Roberto Minotti – co-CEO del marchio Minotti. Minotti, Raphael, design GamFratesi, photo courtesy Parliamo di questi 75 anni. Ve li sentite? Come li vivete? Rimpianti? Aspettative? Passato, presente, futuro: come convivono? Ogni azienda ha la propria identità e la nostra si è evoluta nel tempo, seppur ancorata alle sue origini, di ormai 75 anni fa. Fonda le sue radici nel classico ma negli anni ’60 ha iniziato subito la sua evoluzione verso lo stile contemporaneo, capace di rinnovarsi sempre nel tempo, per rispondere alle esigenze di mercato e ai cambiamenti del vivere. Non siamo nostalgici, il nostro impegno nel segno dell’eccellenza, della creatività e dell’autenticità del design è costante e il nostro obiettivo è sempre quello di fare affidamento sulla nostra storia per poi declinarla nel nuovo, creando collezioni capaci di rassicurare ma al contempo di stupire. La vera sfida è non dimenticare il passato, vivere il presente, proiettarsi nel futuro. Si tratta della nostra cifra distintiva, che rende i nostri prodotti dalla classicità senza tempo. Minotti, Torii Bold, design nendo, photo courtesy Il vostro brand interpreta da sempre le abitudini del vivere contemporaneo. Come sono cambiate e come cambieranno nei prossimi decenni? La trasformazione del vivere contemporaneo è costante e per questo ogni anno lanciamo una collezione nuova con l’obiettivo di inserirla all’interno di una proposta completa di Interior Decoration, sempre coerente con il pensiero progettuale Minotti e tesa a soddisfare le esigenze e i gusti di una clientela internazionale sempre più esigente e sofisticata. Non interpretiamo il lancio di una collezione pensando al prodotto fine a stesso, ma contestualizzandolo all’interno di un ambiente, al quale dedichiamo tutta la nostra esperienza stilistica progettuale. Ogni elemento vive all’interno di un contesto. Ecco, quindi che, anno dopo anno, le collezioni si evolvono mantenendo inalterato il nostro Dna e l’impronta del nostro stile. É una filosofia che perseguiamo fin dagli esordi del marchio e che continueremo a seguire anche in futuro. Perché lo spirito dinamico di Minotti è in continua crescita, ispirandosi a molteplici culture e sintetizzando in un unico linguaggio di coerenza stilistica visioni di designer di più parti del mondo che collaborano con noi. Minotti, Torii Nest "Outdoor", design nendo, photo courtesy Dal 2018 avete avviato un confronto multiculturale iniziando a lavorare con personaggi del calibro di Christophe Delcourt, Nendo, Marcio Kogan, GamFratesi e, ultimi, il duo giappo-danese Inoda+Sveje. Cosa vi ha spinto ad andare in questa direzione? Dopo 25 anni di costante collaborazione con Rodolfo Dordoni, con il quale abbiamo dato vita a un linguaggio stilistico preciso che ha reso riconoscibile il marchio a livello internazionale, è nata la volontà di coinvolgere anche nuovi architetti e designer che potessero apportare un contributo diverso e dare un’energia nuova alla Minotti. Le figure creative con cui lavoriamo sono professionalità dalle forti identità, interpreti di stili radicati in culture di aree geografiche anche molto distanti tra loro, eppur sempre fortemente legate dalla visione Minotti e ognuno di loro, esprime la propria voce in una sinfonia comune, nel pieno rispetto del DNA del marchio, con l’intento di creare un progetto omogeneo e coerente a livello globale. Siamo aperti a pensare a nuove collaborazioni ma al momento non possiamo svelare nulla. Minotti, Alison Iroko Nature, design Rodolfo Dordoni with Roberto Minotti design, photo courtesy Come avete vissuto questo “rinnovata” edizione del Salone del Mobile, a cui partecipate fin dal suo esordio nel 1961? Che cosa rappresenta per l’azienda? Con grande entusiasmo e slancio. Abbiamo infatti scelto di dare vita a un progetto ambizioso dal nome “Space and Soul”, che potesse mettere in luce il lungo percorso che quest’anno coincide appunto con il 75mo anniversario dell’azienda. Ci piaceva l’idea di prendere più spazio per dare ancora più forza a un momento di introspezione del brand. Da qui l’idea di realizzare il Minotti Pavilion 2023, per il quale abbiamo lavorato oltre sette mesi: un’architettura scenografica, sontuosa e precisa, nata con l’intento di far vivere un viaggio attraverso i valori e la storia di Minotti, un brand che guarda al futuro, capace di rinnovarsi nel tempo, seppur ancorato alle proprie origini. Siamo molto legati al Salone. La nostra generazione ha conosciuto i padri fondatori delle aziende della Brianza che hanno fatto la storia del design e che, con una lungimirante operazione di coesione, hanno creato una manifestazione-simbolo dell’Italia e della sua forza: la creatività manifatturiera. Abbiamo sempre creduto e sostenuto il Salone del Mobile come palcoscenico internazionale e ci auguriamo che anche tutto il nostro settore continui a farlo con coraggio e determinazione. Perché il Salone è un momento di grande comunicazione globale con un’energia enorme. Minotti, Twiggy Bed, design Rodolfo Dordoni, photo courtesy Minotti, Isole, design Gordon Guillaumier, photo courtesy Minotti, Superblocks, design Marcio Kogan / studio mk27, photo courtesy