Storie Moda e design: come sono andate le ultime Fashion Week Testo di Elisa Carassai Aggiungi ai preferiti Ph. courtesy Grace Ling Il complicato rapporto tra moda e design esiste da oltre un secolo. Negli ultimi anni, le contaminazioni e gli scambi sono diventati più intensi, di solito mostrati come collaborazioni durante eventi legati al design come il Salone del Mobile di Milano In questa stagione l'industria della moda è sottoposta a un intenso esame, in quanto la crisi ambientale diventa sempre più evidente, si evidenzia un aumento di questa impollinazione incrociata tra moda e design, emersa grazie all'attenzione per l'artigianato come strumento per promuovere la sostenibilità. A New York, più di 30 stilisti hanno presentato collezioni in qualche modo attente al clima - non molto lontano dalla metà del totale del calendario ufficiale. L'impegno, soprattutto degli stilisti emergenti, è un segnale positivo per un'industria che è tra le più distruttive al mondo dal punto di vista ambientale. Alla presentazione in stile salone di Maria McManus, spiccava il lavoro della giovane designer Grace Ling. Laureata alla Central Saint Martins e alla Parsons School of Design, Ling ha vestito nomi del calibro di J.Lo ed è una delle poche stiliste che a New York ha reso sexy il design a rifiuti zero attraverso audaci abiti cut-out realizzati con tessuti di scarto e hardware stampato in 3D. A Milano, il marchio di moda Colville ha presentato la sua ultima collezione a Casa Mutina, la poliedrica sede milanese della storica azienda ceramica italiana Mutina, un progetto d'autore in costante dialogo con designer di fama internazionale il cui impegno nella ricerca e nella completezza delle proposte si sposa con l'etica di Colville. La sostenibilità è parte integrante dell'etica di Colville fin dall'inizio, in quanto i modelli più amati delle stagioni passate vengono rivisitati e rinnovati di stagione in stagione. Per la primavera-estate 2024, diversi classici d'archivio - compresi quelli delle stagioni precedenti - sono stati presentati in nuove varianti con stampe audaci e vivaci e una tavolozza di colori forti, rendendo omaggio a diversi designer del movimento Memphis, come Ettore Sottsass. "Le collezioni presentate durante le fashion week nelle diverse città hanno dimostrato una comune indagine sugli oggetti di prossimità, capi di uso comune la cui tensione è la riduzione della complessità e l’attenzione alle lavorazioni, al bello materico e intellegibile da un pubblico più vasto possibile", afferma Alessandro Manzi, direttore creativo di Arebour e K-448 e professore di moda e design al Politecnico di Milano e alla Naba. "I brand di moda hanno così dialogato con designer di prodotto lasciandoli lavorare sulle superfici: decorando, incidendo o accostando tessuto e materia. Ne sono un esempio lo stage in ceramica decorato da Claire Detalante per Bottega Veneta che ha supportato il racconto di viaggio immaginato da Matthieu Blazy, la presentazione di Colville a Casa Mutina dove le stampe degli abiti di Molloy e Chambers dialogavano con le consistenza ruvida delle ceramiche il designer Pierre-Marie Ange che dopo la sua collezione per Bitossi ha lavorato ai fragili intarsi su pelle che Nadege Vanhee ha pensato per Hèrmes," continua. Nel frattempo, mentre a Parigi montavano le proteste contro l'uso di pellicce e pelle, Stella McCartney ha presentato, al termine della sua sfilata di questa stagione, l'apertura dello Stella Sustainable Market, con 22 bancarelle di abiti vintage e startup che innovano i materiali. La McCartney è una nota pioniera da ormai 20 anni della ricerca sui materiali sostenibili ed in questo caso la stilista ha voluto creare uno spazio che facesse da sfondo alla passerella, ispirando ed educando i partecipanti alla moda circolare e alle alternative in pelle e filati. Tra le aziende produttrici di materiali innovativi in mostra c'erano la piattaforma di deadstock Nona Source, di proprietà di LVMH; gli innovatori di filati a base di alghe Keel Labs; Natural Fiber Welding (NFW), il laboratorio che sta dietro alla pelle Mirum, a base vegetale e priva di plastica; gli innovatori di paillettes di cellulosa Radiant Matter; e Mabel Industries, che produce pelle vegana dagli scarti di mela dell'industria italiana dei succhi e delle marmellate. Ogni azienda ha avuto la possibilità di spiegare il proprio lavoro e di mostrare ai visitatori l'aspetto e la sensazione di alternative consapevoli ai materiali di origine animale. Anche il debutto di Francesco Risso a Parigi è stato all'insegna dell'artigianato e della sostenibilità. Alcuni dei pezzi più sorprendenti della nuova collezione hanno coinvolto la meccanica: la maglieria a quadri, completamente rifinita su macchine in un unico pezzo senza scarti, mentre da alcuni abiti spuntavano steli di filo vibrante sormontati da centinaia di fiori di metallo, come un'opera d'arte tridimensionale, tagliati da lattine, Coca Cola, Fanta e così via. Sembra quindi che, sebbene in una stagione in cui i marchi sono sotto pressione per mantenere la produzione costante ad alti livelli, molti stiano prendendo spunto dall'innovazione del design, che il più delle volte unisce i metodi artigianali tradizionali con le nuove innovazioni tecnologiche. Questa sembra essere la chiave di volta per il superamento dei valori obsoleti insiti nel sistema della moda, che richiede un completo rinnovamento delle sue stesse fondamenta verso un concetto di sostenibilità culturale e di conservazione della cultura materiale. Manzi è d'accordo: "Oltre i tre noti fondamenti della Sostenibilità: ambientale, economica e sociale dobbiamo iniziare a considerare un quarto vettore ossia la sostenibilità culturale: un lavoro che deve aiutare a preservare le comunità, a valorizzare il lavoro di conoscenza che può passare anche attraverso la manualità e una rigenerazione del locale garantendo ai creativi di modificare nella sostanza gli oggetti, recuperando i craft e creando oggetti funzionali. Nei suoi articoli sulla sostenibilità, Sofie Buchel indica una via collaborativa tra le aziende di diverse industry, che non devono più considerarsi concorrenti ma cooperanti per lo sviluppo di una filiera unica di valore. Spesso l’industria della moda risulta recalcitrante a questi cambiamenti ed il dialogo con aziende del design o di ricerca come nella pratica di brand come Stella McCartney sviluppa una catena di valore basata sulla comprensione e il beneficio reciproco". 5 ottobre 2023 Tags Moda Share