Storie Monica Mazzei spiega il pensiero di bottega artigianale radicato in Edra Testo di Marilena Sobacchi Aggiungi ai preferiti Photo courtesy Edra L’azienda di Perignano nasce con l’ambizione di creare prodotti straordinari, da tramandare di generazione in generazione, capaci di raccontare i valori di qualità, ricerca, comfort ed estetica che guidano la proprietà e i designer che ne abbracciano il progetto Monica Mazzei è uno spirito libero, come quello dell’azienda di famiglia, Edra, nata dal desiderio di realizzare un progetto fondato sulla qualità senza compromessi dei prodotti e su un’appassionata attività di ricerca. Non vede la luce dal nulla, Edra, ma dalla Mazzei, che produceva mobili fin dal 1949. Nel 1987, si avverte il bisogno andare “oltre” per proporre al mercato oggetti che garantiscano un comfort unico e abbiano “qualcosa di superlativo e senza tempo”, ci confida Monica, vicepresidente dell’azienda. Il punto di forza e l’ossessione saranno, da allora, ricerca e tecnologia. “La ricerca, quella vera, non dà alcuna certezza, ma è anche l’unica strada per raggiungere profonde migliorie; quando si coglie l’obiettivo è una soddisfazione etica, perché il suo valore è unico, originale, definitivo”. È il 1964 quando Brunero Mazzei, padre di Monica e Valerio, partecipò per la prima volta al Salone del Mobile. Da allora, la loro presenza non è mai mancata. Monica Mazzei, ph. Giovanni Gastel Qual è il valore della Manifestazione per voi? Il Salone del Mobile è un momento unico, fantastico, è il mondo che si incontra a Milano, è l’Italia che dà il meglio di sé. Lì, si può mostrare il vero valore del Made in Italy. I nostri prodotti sono fatti con una cura maniacale: l’altissima qualità strutturale e dei materiali, indispensabile per un comfort assoluto, la texture dei rivestimenti, sono concretezze che è importante mostrare, far conoscere e far toccare la nostra collezione al mondo. Un aneddoto legato al Salone che vi fa piacere condividere. Partire dalla Toscana per andare al Salone era un grande avvenimento che segnava la nostra vita di famiglia dai mesi precedenti. Al mare, mio padre veniva solo il fine settimana perché c’erano da preparare lo stand e i prodotti per la fiera – che, negli anni ‘60 fino al ’90, era nel mese di settembre. Poi, si partiva tutti alla volta di Milano. Mio fratello Valerio, più grande di me, si ricorda di un’avventura molto simpatica – sbucci a parte – e racconta: “Nel 1961 avevo 6 anni, con la famiglia andammo a vedere il 1° Salone del Mobile. Io ero eccitatissimo, ero orgoglioso di fare il primo viaggio con l’auto nuova fiammante, vidi per la prima volta Milano, i negozi pieni di giocattoli, un’infinità di luci e tanto altro. Entrando al Salone, oltre alle lunghe corsie di stand luccicanti vidi anche le scale mobili – altra grande novità – una cosa incredibile, erano irresistibili. Cominciai ad andare su e giù all’impazzata come solo da bambini si può fare. Ad un certo punto... patatrac!… le ho ruzzolate tutte, ma proprio tutte. Avevo i pantaloncini corti, così gli spigoli a dente di ogni scalino mi hanno procurato una quantità tale di buchi nelle gambe da far contemporaneamente ridere e paura. A distanza di 60 anni, mi vien da pensare che sia stato un vero e proprio “patto di sangue” con il Salone. E da allora lo adoro”. E un augurio per i suoi 60 anni? L’augurio più grande è tornare a vivere il Salone con tutta la bellezza e intensità della vita in fiera. Con le corsie piene di gente felice di essere lì per conoscere quello che noi aziende presentiamo nei nostri stand. Che si possa vivere la città di Milano con i bei palazzi, gli showroom e le mostre d’arte per far conoscere al mondo la nostra bellezza. On the Rocks, Edra, ph. Matteo Piazza A proposito di bellezza. Il suo valore e quello della tecnologia per Edra. Alla bellezza abbiamo dedicato questo lavoro da sempre. E tecnologia è stato il primo termine che abbiamo associato a bellezza. La tecnologia è bellezza e sono, insieme, strumento per assicurare il benessere visivo e fisico alle persone. L’idea del Cuscino Intelligente, ad esempio, inventato e brevettato tanti anni fa, permette di poter modellare schienali e braccioli dei nostri divani come meglio si desidera. Dà vita al divano, lo rende meravigliosamente dinamico, e offre un comfort assoluto. Stesso discorso per il Gellyfoam®, un materiale inventato e brevettato da Edra che assicura un relax incredibile. Solo grazie a questa straordinaria “tecnologia del materiale” hanno preso forma le sedute di Francesco Binfaré, come l’On The Rocks, lo Standard, il Grande Soffice e la Chiara. La loro bellezza, che possiamo apprezzare quando li vediamo, risiede soprattutto nell’altissima tecnologia nascosta che li ha resi possibili. Cosa si ricorda di Massimo Morozzi? Massimo è stato un grande maestro, che amava definirsi il “giardiniere”. Ci consultammo con lui per anni per curare gli aspetti artistici dell’azienda: un modello di pensiero davvero profondo. A volte il suo approccio era estremo e anche, allo stesso tempo, necessario per vedere da punti di vista diversi, più concettuali, la verità della ricerca progettuale. Come scegliete i vostri designer? Affinità elettive o scommesse? La vita è fatta di scelte, di incontri e poi, forse, di affinità. Le scommesse non ci appartengono. Se facciamo una cosa, ci crediamo totalmente. A volte, la scelta è vista da altri come tentativo o scommessa, ma per noi si trattava di un progetto ben preciso. I nostri autori sono scelti prima di tutto per il loro modo di pensare. A volte sono loro che scelgono Edra. Le loro idee sono fra il visionario e il grande classicismo. Naturalmente il lato umano aiuta a mantenere un rapporto vivo, profondo, duraturo: è qui che entra in gioco un’affinità non solo professionale. Una definizione per qualcuno di loro. Zaha Hadid, dal carattere apparentemente duro, era in realtà molto dolce. Era capace di progettare a diverse scale con la stessa sensibilità. Oggetti, simili a sculture, che sembravano micro-architetture fantastiche. Francesco Binfaré è un maestro e, forse, il più grande conoscitore di questo mestiere, del fare divani e poltrone. È un architetto, un artista, un poeta, un filosofo… un vero pensatore che guarda oltre. Ha una sensibilità profonda, mai scontata, nell’interpretare il comfort. Jacopo Foggini ha una straordinaria capacità di giocare con la luce, manipolarla, farle assumere sfumature e lucentezza diverse quando incontra il materiale con cui lavora, il policarbonato. È anche lui un maestro e un artista nel lavorare questa materia bellissima, a cui riesce sempre a dare forme scultoree uniche. Fernando e Humberto Campana sono due personalità eclettiche, come i loro pezzi. I materiali, da quelli più poveri a quelli più prestigiosi, nelle loro mani acquistano, come per miracolo oltre che per bravura, una nuova dimensione e una nuova vita. Masanori Umeda è un poeta gentile, di una delicatezza che solo la cultura giapponese riesce a esprimere. Famiglia Mazzei, ph. Giorgia Panzera Se non sbaglio, voi non parlate di collezioni. Non c’è una dimensione temporale nella vostra produzione. Come si trattasse di opere d’arte. Sì, è così. La nostra filosofia ci porta a creare oggetti “eternamente contemporanei”. Da sempre, produciamo pochi prodotti dal punto di vista quantitativo. Dedichiamo a ognuno molta attenzione e questo richiede tempo, a volte anni, per realizzare con cura ogni dettaglio. Alcuni sono oggetti unici, fatti a mano, come quelli di Foggini e non solo. Ci sono collezioni nella nostra azienda, ad esempio la Flowers Collection di Masanori Umeda, che è composta solo da due pezzi: le poltrone Getsuen e Rose Chair. Anche il nostro ultimo progetto, A’mare di Jacopo Foggini è una piccola collezione per esterno composta da prodotti basici: tavoli, sedie, poltrone, panca e lettino. Il divano Flap è, invece, un prodotto singolo, di un’unica misura. Ci fa piacere quando questi arredi entrano, attraverso musei, nel mondo dell’arte e vengono riconosciuti come vere e proprie opere. Come avete affrontato e cosa vi hanno lasciato questi ultimi tempi difficili? Abbiamo continuato a fare tutto il possibile nel modo di sempre e, grazie a Dio, siamo riusciti a non fermarci. Abbiamo messo a punto progetti e strumenti per comunicare i nostri prodotti. Abbiamo creato la rivista “Edra MAGAZINE – Our Point of View” per raccontare e farci conoscere in modo profondo. Siamo riusciti a portare avanti la produzione, con la stessa qualità, servizio e puntualità di sempre. Abbiamo ottimizzato le modalità di produzione e avuto l’occasione di riflettere di più, cercando di migliorare ogni cosa possibile, senza mai trascurare i rapporti fra persone. Un tema oggi sulla bocca di tutti: la sostenibilità. Come vi relazionate alla necessità di garantire o addirittura ripristinare il benessere ambientale? L’azienda è attenta alla scelta di materiali, di collaboratori esterni. Ogni operazione o cosa che facciamo in Edra deve essere sostenibile. Tutti i prodotti e tutti i materiali, compreso il packaging, sono a basso impatto ambientale, il minore possibile. Ma questi sono aspetti che, oggi, bisogna dare per scontati. Non è possibile pensare a una conduzione aziendale che non rispetti determinati requisiti. Quello che fa la differenza è produrre cose non soggette a obsolescenza, né strutturale né estetica. Edra produce cose che non si buttano o non si riciclano. I nostri prodotti sono pensati per durare nel tempo. Standard, Edra, photo courtesy Grande Soffice, Edra, photo courtesy Grande Soffice, Edra, photo courtesy On the Rocks, Edra, photo courtesy On the Rocks, Edra, photo courtesy Standard at palazzo Gianfigliazzi Bonaparte, photo courtesy Edra Standard, Edra, photo courtesy Standard, Edra, photo courtesy Standard, Edra, photo courtesy 1 marzo 2022 Share