Storie More, 30 anni di arredi di carattere e di consapevolezza ecologica Testo di Patrizia Malfatti Aggiungi ai preferiti More, Varan round table, design Gil Coste, photo courtesy More, azienda tedesca con base ad Amburgo, si racconta attraverso le parole del suo fondatore e managing director Bernhard Müller. Un’anteprima di tutte le novità in progress per il Salone del Mobile Annus mirabilis 1993. È allora che nasce more, azienda dal cuore e dalla testa sostenibili. Sostenibilità come mezzo di espressione e di crescita. Un principio semplice, adottato in maniera del tutto naturale come linea guida. Dove ogni passo, anche il più piccolo, ha il suo valore. Per un mondo migliore e più consapevole. L’innato senso estetico ha portato il suo fondatore e managing director, l’architetto Bernhard Müller, alla creazione di mobili realizzati come se dovessero arredare la sua casa, anziché quella degli altri. “Arredi di carattere”, ama definirli. Comunicatori di un grande senso di libertà anziché prevaricatori sullo spazio. E fatti anche per durare una vita. Come si può risparmiare? C’è il modo di fare a meno di qualcosa? Dove è possibile sostituire materiali convenzionali con alternative eco-sostenibili? Queste le domande che Müller e il suo team si sono posti negli anni. Le risposte sono gli articolati cataloghi dove prevalgono legni caldi, tessuti, pelli e materiali naturali provenienti da fonti sostenibili e produzione responsabile. L’alta artigianalità di falegnami, conciatori e tappezzieri e la cura del dettaglio fanno il resto: ad esempio, la concia con l’estratto di foglia d’olivo o l’utilizzo del kapok, fibra 100% biologica, o del ramie, noto anche come erba cinese, che non richiede né pesticidi né irrigazione né un lungo processo di sbiancamento essendo naturalmente bianco. “Nessun compromesso quando si parla di qualità dei materiali” dichiara Müller, “anche per le componenti invisibili, come l’imbottitura”. Lasciamo, ora, a lui dirci di più. Bernhard Müller, photo courtesy Che cosa l’ha spinta a creare questa azienda? I suoi sogni si sono avverati in questi 30 anni? Ho costruito il mio primo pezzo d’arredo in acciaio quando avevo 17 anni. Aveva profili semplici e lineari: un po’ in stile decostruttivista. Negli ultimi 30 anni, partendo da 60 metri quadri e un frigo vuoto, sono riuscito a studiare architettura, attivare la mia prima partnership, fondare la mia prima azienda di arredi a 23 anni, e realizzare tanti altri sogni. A spingermi sono le idee nuove, le soluzioni semplici e l’amicizia con i designer. Il mio approccio è sempre stato, e resterà sempre, motivato più dalle opportunità scultoree che da quelle di business. Secondo la vostra filosofia, un design di sostanza non aspira solo a raggiungere la perfezione formale, ma anche a rispondere alla domanda: come vogliamo vivere? Lei come vorrebbe vivere? Oppure riesce già a vivere come voleva? Ho sempre vissuto come volevo, e continuo a farlo. Sono molto grato di riuscirci. Sin da piccolo mi hanno insegnato a proteggere gli oggetti e a non gettare via le cose senza pensarci. Cerco di trasmettere questo messaggio ai miei figli e all’interno dell’azienda: la felicità conta più del profitto. More, Cape coffee table, design Gil Coste, photo courtesy La sostenibilità è nel vostro DNA dal 1993. Che cos’è per lei? Vedi sopra: è stata l’educazione che ho ricevuto a plasmare il mio DNA. Pensiamo davvero a tutto ciò che serve per creare un buon prodotto: non usiamo teak o altri tipi di legno come il wengè, che provengono da luoghi che hanno bisogno di essere protetti, non sfruttati a nostro vantaggio. Sono felice che esistano delle alternative e che le persone siano attente alla propria impronta ambientale. Utilizzate lana della Nuova Zelanda, pellami provenienti da Inghilterra, Austria e Germania, conciati in Italia. Il legno lo fate riposare a una certa umidità tra una fase e l’altra della lavorazione e l’assemblaggio degli arredi viene fatto in Germania. Addentriamoci in questo immenso backstage produttivo. È sempre bene trovare il materiale perfetto per ciascun prodotto. Ci piace sapere non solo come costruire qualcosa ma anche come ci si sente a creare e “acquisire” un prodotto dal materiale che utilizziamo. Perfezioniamo continuamente anche i prodotti che sono già sul mercato da qualche tempo. Imparare lavorando è molto divertente. Per me è fondamentale fare affidamento sugli stessi fornitori e produttori, per capire esattamente il loro metodo, fare passi avanti insieme e cercare di ampliare il processo manifatturiero. More, Cape coffee table, design Gil Coste, photo courtesy Come festeggerete questo compleanno: con nuovi prodotti, edizioni speciali o un allestimento particolare al Salone del Mobile? Festeggeremo con una collezione limitata di tre oggetti: i pezzi preferiti dei nostri designer, che ne firmeranno 30 unità a testa. Gil Coste ha progettato il tavolino VARAN durante il lockdown, come paesaggio da ammirare anche seduti sul divano. è decostruttivista e ben solido, con tanti angoli netti. è fatto con il legno di alberi che non sono stati abbattuti, ma che sono caduti per via dei temporali in un parco belga. Abbiamo usato tutto il materiale, anche le parti che solitamente avremmo eliminato, per mostrare davvero tutta la bellezza del legno. Peter Fehrentz invece ha firmato il tavolino di marmo CUT, disponibile in un formato speciale. Piccolo ma grandioso, in un verde stupendo. Io ho progettato il tavolo DRIP, di pelle arancione e vacchetta naturale. è quasi un oggetto fashion: decisamente diverso dalla versione di freddo acciaio e legno nata dieci anni fa. Per il nostro 30° anniversario al Salone abbiamo progettato uno stand bellissimo e unico. Il padiglione sarà ispirato ad abitazioni che sono per noi casi di studio, con una struttura semplice e un grande bacino d’acqua. Più che un padiglione sembrerà una casa. Sarà uno stand che offrirà tante sorprese in fiera. In più, sveleremo un piccolo redesign che darà una rinfrescata al nostro logo. Grazie anche al Salone, per 30 anni di felicità e divertimento. More, Nil table, design Gil Coste, photo courtesy More, Harri home bar, design Peter Fehrentz, photo Peter Fehrentz More, Paulo bar cabinet, design Peter Fehrentz, photo courtesy 11 gennaio 2023 Tags Artigianato Arredamento Share