Storie Nendo dal 2002 al 2020, in mille pagine e due volumi Testo di Porzia Bergamasco Aggiungi ai preferiti Phaidon aggiunge un secondo libro all’antologia dei prodotti del designer giapponese Oki Sato e del suo team, con i lavori degli ultimi 13 anni In questi mesi del 2021 nendo ha già allungato la lunga lista dei suoi progetti, passando dalla fiaccola olimpica di Tokyo 2020 al concept per un altare buddista, dalla Chaise Medaillon 3.0 che reinterpreta l’icona di Christian Dior fino ai Theaster Gates per festeggiare i 25 anni di Wallpaper e altro. Non a caso per raccogliere tutto quello che lo studio giapponese ha prodotto dal 2002 sono servite 1.000 pagine in totale, divise in due volumi. Dopo l’uscita del primo nel 2019 – l’anno in cui è stato nominato Designer of the Year da Architektur & Wohnen – il secondo ha da poco raggiunto gli scaffali delle librerie per completare la cronologia dal 2016 al 2020. L’iniziativa editoriale di Phaidon riceverà senz’altro il plauso dei numerosi estimatori di Oki Sato rintracciabili in tutto il mondo al seguito della sua fama, che ha reso familiare il suo nome e quello dello studio di cui è il fondatore. Perché, data appunto la varietà tipologica, la quantità numerica (la leggenda vuole che siano 100 i progetti che lo studio segue annualmente) e l’ampio numero di aziende internazionali con cui collabora non è facile rimanere aggiornati e il rischio è perdersi qualcosa. Così le pagine si mostrano come una vetrina in cui passarli in rassegna tutti insieme: i prodotti, gli allestimenti, i packaging, gli interventi di interior design e, come il volume più recente ci ricorda, anche il suo impegno nell’architettura. L’introduzione di Tony Ellwood, direttore della National Gallery of Victoria, di Melbourne, sottolinea come sia la capacità interdisciplinare a legare e guidare il tutto. A trovare le soluzioni. E poi, l’esame antologico di foto e testi, se guardato in filigrana, lascia intendere qualcosa riguardo all’organizzazione nei suoi uffici di Tokyo. A partire dalla collaudata macchina comunicativa attenta a produrre efficaci still life e descrizioni puntuali, con cui viene diffusa e documentata ogni singola cosa, oltre a collezionare gli sketch filiformi sempre molto espliciti per la comprensione del processo generativo. Insomma, è per tutti un interessante compendio della sua creatività. A ben guardare, non è importante la scala. Ogni suo lavoro comprende già i gesti, l’uso e anticipa i possibili interrogativi che l’utilizzatore potrebbe porsi. Miscela mondi digitale e fisico. Ribalta e interpreta il significato e le aspettative intorno alla percezione della leggerezza o della morbidezza, del piccolo e del grande, di ciò che è fisico e di ciò che è immateriale. Ed è ancora più sorprendente, perché tutto questo è nascosto nell’aspetto poetico, nella composizione e scelta estetica. In quello che diremmo il suo “non stile” che di fatto diventa una vera e propria firma, pur se le intenzioni non sono né autocelebrative né autoriferite. Le estetiche attingono spesso dalla natura o dai fenomeni naturali, anche in quelle tipologie di oggetti nei quali non ce lo si aspetta. E, va da sé, nendo nei progetti di architettura la fa entrare di diritto. Ci si accorge, in definitiva, che ogni forma è come se fosse stata “vista”, prima di realizzarla e ogni soluzione ne fa parte. Magari tutti i progettisti lavorano così o forse non è affatto così. Però tutte le cose, nel singolo e nell’insieme, sembrano comunicare questa impressione. E ogni cosa – per sottrazione o addizione – sembra discendere dalla precedente o successiva, come se fosse un capitolo di un libro immaginario nel quale si aggiungono protagonisti sempre diversi di una medesima enorme famiglia, destinata ad ampliarsi. Il libro vero non fa che dimostrarlo. Titolo: nendo 2016-2020 Introduzione: Tony Ellwood AM Casa editrice: Phaidon Anno di pubblicazione: 2021 Pagine: 479 Lingua: inglese