Storie Nicola Zanardi racconta la Milano Digital Week 2022 Testo di Alessandro Squatrito Aggiungi ai preferiti Photo Luca Locatelli Dal 10 al 14 Novembre a Milano si è svolta la quinta edizione della Milano Digital Week. Quest’anno gli eventi in programma hanno trattato il tema dello sviluppo all’interno dei limiti affrontando problemi ecologici, politici e sociali. Ci siamo fatti raccontare l’evento da Nicola Zanardi, curatore dell’evento La quinta edizione della Milano Digital Week si è appena conclusa. Dopo gli ultimi due anni a distanza, l’evento è tornato in presenza per la sua quinta edizione con più di 400 eventi, un appuntamento che ha visto nelle edizioni passate, la partecipazione di più di un milione di persone. Quest’anno i 4 giorni di eventi dedicati al digitale hanno ruotato attorno al tema dello sviluppo all’interno dei limiti. Il tema, quanto mai attuale visto che in questi giorni la popolazione mondiale ha raggiunto gli 8 miliardi, pone una sfida complessa ma necessaria. Lo sviluppo dei limiti, titolo e tema conduttore dell’intero appuntamento, celebra il cinquantesimo anniversario della ricerca proposta dal Club di Roma nel 1972 e realizzata da ricercatrici e ricercatori del MIT (Massachusetts Institute of Technology) di Boston I Limiti allo Sviluppo, prima critica “ecologica” del modello di produzione occidentale in continua espansione. Questa quinta edizione approfondisce piccoli e grandi problemi contemporanei: da quelli etici legati alla privacy e agli algoritmi, fino alle disuguaglianze socio-economiche. Il problema dell’impatto ambientale del lavoro, e i problemi legati all’intelligenza artificiale, nonchè quelli della scuola e della didattica, e di una sanità che deve saper continuamente affrontare nuove sfide a partire da quella della aumentata longevità. Nicola Zanardi, CEO di Hublab e curatore dell’evento, ci ha raccontato la scelta del tema, gli eventi e le aspettative presenti e future. Nicola, partiamo dal tema di quest’anno, ci vuoi parlare di questa scelta? Il tema di quest’anno è “Lo sviluppo dei limiti”. 50 anni fa, un gruppo di ambientalisti, che si chiamavano Il club di Roma, commissionarono una ricerca al MIT. Questa ricerca era frutto di un’intuizione di Aurelio Peccei, dirigente FIAT e poi in Olivetti che si era posto il tema, in quel momento storico particolare, di uno sviluppo incontrollato in un pianeta con risorse finite. Lo studio ha aperto una serie di riflessioni che si tradurranno nel tempo poi in conferme, e le cui previsioni legate alla seconda parte del XXI secolo, sono invece già oggi concrete. Quest’anno dunque è il cinquantesimo anniversario del rapporto del Club di Roma, e la riflessione che abbiamo fatto per l’edizione della MDW di quest’anno, vede proprio in quel rapporto il punto di partenza. Abbiamo scavallato un secolo, con la testa ancora rivolta verso il 900’ e le sue tematiche legate alla serialità nella produzione e alla continuità nei rapporti e nel lavoro. Se una volta l’università era un ascensore sociale che ti conduceva al tuo posto nella società che continuava ad essere quello per il resto della tua carriera, oggi questo paradigma, e già a partire dagli anni 70, viene ribaltato. A lato di questo l’età media si è innalzata enormemente e questo apre il tema dei consumi e del diritto al consumo. Abbiamo dunque deciso di riprendere questi temi, di aprire un momento di confronto inclusivo sul tema dello sviluppo all’interno dei limiti del contemporaneo. Il nostro è un approccio che raccoglie visioni e progetti in modo iper-inclusivo, ci poniamo come un contenitore che può raccogliere i contributi di un gran numero di persone. La domanda che abbiamo dunque posto quest’anno è “Come ci svilupperemo in futuro?”, considerando che la stessa parola sviluppo in un futuro prossimo potrebbe diventare un ossimoro. Nicola Zanardi, Milano Digital Week curator Hai parlato di limiti e di confini, ma quali sono i limiti nel digitale e quali i confini? Quali i temi che avete trattato? Lo sviluppo dei limiti è collegato al tema di come questi limiti devono essere rispettati. Pensiamo al Metaverso o alla blockchain, che impatto ambientale hanno? Quello che abbiamo visto in questi anni è una sorta di polarizzazione delle risorse e delle ricchezze, il digitale invece può attraversare i confini di questa polarizzazione in quanto mezzo inclusivo. Il digitale credo sia un abilitatore di conoscenza, un abilitatore di relazioni e di visioni. I temi sono stati i più diversificati, ad esempio il tema del lavoro: ci siamo chiesti come e cosa sarà il lavoro in questo millennio, legato al tema tipico del 900’ dell’identificazione personale con il ruolo lavorativo. Sapendo che questa idea sta cambiando profondamente. Visto che il lavoro sarà sempre meno e sempre più frammentato, come faccio a far parlare delle comunità che si identificavano con il lavoro, con quelle che invece non lo fanno più. Un tema che secondo me come MDW va affrontato è quello proprio dell’inclusività, c’è un piccolo spazio anche per te in cui puoi portare il tuo punto di vista. Il digitale in questo è uno strumento perfetto capace di poter dare uno spazio per il proprio punto di vista a chiunque. Parliamo proprio della città di Milano, parlami della relazione con la città, di come ha reagito a questa quinta edizione. Milano è una città che risponde sempre molto bene alla chiamata del MDW. Quest’anno per qualche ritardo nell’organizzazione la call è stata lanciata il 27 Luglio, e a metà settembre, considerando il blocco estivo di Agosto, avevamo quasi 300 adesioni. Questo vuol dire che il sistema della città di Milano ha voglia di partecipare. Credo che la partecipazione di Milano sia la cosa più sorprendente. Quando siamo partiti con la prima edizione qualcuno ovviamente era dubbioso sulla buona riuscita del progetto, anche perché una delle critiche era quella di pensare che digitale volesse dire tutto e niente. Quello che però ci siamo ritrovati a fare fin dal primo anno, è proprio la cosa di cui accennavo prima, cioè la capacità di curare uno spazio democratico in cui poter esprimere la propria voce. Questo a Milano mancava, ragione per cui ad esempio il primo anno, abbiamo avuto una partecipazione in massa di tutte le Università del territorio. Anche perché abbiamo sempre cercato di dare un cappello agli interventi attraverso la scelta di un tema. Milano secondo me è una sorta di hub, ha sempre fatto la parte del connettore e della vetrina di tutto un settore industriale che creava innovazione. Questo ruolo ovviamente con il digitale è cambiato, non si ha più necessità di stare fisicamente a Milano per approdare all’estero, però il ruolo di Milano, di connettore va perseguito e coltivato. La città deve provare a ridisegnarsi, e nel nostro piccolo proviamo a dare uno spazio, un canale per nuove voci. Raccontaci qualche evento della scorsa settimana Credo che ci siano stati molti eventi interessanti durante questi ultimi 4 giorni. La prima sera per l’apertura, in un modo potremmo dire un pò pop, abbiamo avuto sul palco Massimo Popolizio, attore, regista e doppiatore, che ha appunto interpretato il testo tratto dalla ricerca del MIT I limiti dello sviluppo del 1972. Questo secondo noi è stato un momento molto importante. Ci sono poi stati un pò di temi legati al museo, quest’anno molti degli eventi sono stati organizzati all’ADI Design Museum, lí abbiamo organizzato per un intero pomeriggio un evento che abbiamo chiamato Orizzonte Museale, in cui insieme a Google abbiamo fatto vedere cosa è stato fatto per il digitale su questa tematica. Un altro evento secondo me molto interessante è stato organizzato insieme a Mind, Milano Innovation Discrict, il tema era “progettare il software della città”. Ci riamo resi conto che le compagnie immobiliari, stanno cominciando ad investire soldi, tempo ed energie in progetti che mirino sviluppo delle comunità. I grandi progetti non vengono più affidati a figure che una volta avremmo chiamato Archistar, ma a figure multiculturali capaci di mettere in comunicazione più saperi e creare humus per lo sviluppo delle comunità. Per quest’anno dunque la Milano Digital Week si è conclusa con il successo che l’ha contraddistinta gli scorsi anni, e attendiamo per il prossimo anno la sesta edizione dell’evento, curiosi del tema che guiderà la settimana. Milano Digital Week 2022, image courtesy 23 novembre 2022 Share