Manifestazioni Nika Zupanc Testo di Porzia Bergamasco Aggiungi ai preferiti L'eclettismo misurato con precisione e la ricerca di elementi visivi archetipici sono i fil rouge dei suoi progetti così come quell’ergonomia emotiva di cui spesso racconta Con sede a Lubiana, attiva dal 2007, dal mobile alla moda si contraddistingue per quel qualcosa in più che hanno le cose che fa. Non è solo forma o decoro, ma come dice lei stessa, è “l’ergonomia emotiva” di cui, è convinta, non possiamo e non potremo fare a meno, soprattutto in futuro. Un valore che le è stato riconosciuto dalle numerose aziende con cui collabora ed è attestato dal lungo elenco di partecipazioni a mostre e premi. Per il 2020 sono in arrivo sue tante novità e fremiamo con lei in attesa di aprile! www.nikazupanc.com Onirico e fiabesco, ma anche molto contemporaneo e non nostalgico, il linguaggio del tuo lavoro racconta sempre una storia con oggetti, concept di allestimenti o progetti di interni. In che modo riesci a mantenere questo approccio coerente e proporre ogni volta un'idea nuova e diversa? Credo innanzitutto che la narrazione sia una parte molto importante del design contemporaneo. Secondo me l’affermazione modernista “la forma segue la funzione” è ancora valida, solo il significato della frase nel nuovo millennio è stato in qualche modo esteso. Adoro lavorare con le icone di ogni tempo e sovvertirle con eleganza: che si tratti della forma iconica, della storia iconica, del materiale iconico o della funzione iconica. Alleno il mio cervello a lavorare come una sorta di filtro visivo, che raccoglie riferimenti da ogni parte della nostra cultura, riflessa nella realtà più ordinaria e quotidiana. L'eclettismo misurato con precisione e la ricerca intenzionale di elementi visivi archetipici sono i parametri che mi piace usare nel mio lavoro, intenzionalmente, sebbene in modo distintamente discreto. Con questi interventi intenzionali nei miei progetti piuttosto razionali, minimi e funzionali, sto cercando di articolare i temi che non sono ancora stati articolati nella disciplina del design. Cosa ne pensi di un "linguaggio femminile del design"? Potrebbe riflettere la tua ricerca? Non credo che ci sia davvero un linguaggio di design femminile, o almeno non credo che la parola "femminile" sia quella giusta da usare in questo contesto. Credo che il design sia senza genere in quanto tale, ma ovviamente ci sono un numero infinito di storie o temi che possono essere affrontati attraverso il design, anche la questione del genere. Nell’ottica di diversi approcci progettuali, vorrei aggiungere che esiste solo una poetica diversa, un approccio progettuale diverso, attraverso il quale si può affrontare un determinato compito progettuale, ma non credo che dovremmo parlare del linguaggio femminile del design. Si dice che il design può migliorare la vita, cosa dovrebbe aggiungere alla vita quotidiana dei nostri giorni? Quali sono le sfide che ci attendono? Penso che oggi la questione della sostenibilità sia la questione chiave nel design e la questione generale e più importante della nostra società. La sostenibilità oggi è una meta-tendenza, quindi è un movimento che cambierà la nostra società in quanto tale, cambierà i modi di produzione, i modi di vivere, avrà un impatto reale sulla nostra vita quotidiana. Naturalmente questo problema può essere affrontato attraverso molti diversi aspetti, non solo attraverso l’uso di materiali riciclati o ecologici. I tuoi clienti sono aziende di fascia alta. Si parla molto di lusso e design del lusso, perché e cosa ne pensi? Riguarda oggetti e mobili carichi emotivamente e realizzati alla perfezione? Penso che il vero lusso sia realmente raro da trovare e penso che si basi su un principio di come sono fatte le cose, dalla visione del design, passando dallo schizzo e dal processo di progettazione, fino al prodotto finale. Per me, il vero lusso sta nella conoscenza, nei materiali, nei metodi di produzione, nell’impegno per determinati valori, nell’impegno per la filosofia della storia del design e per la filosofia di una determinata azienda. E questi sono i parametri che puoi trovare in tutte le aziende eccellenti o in prodotti eccellenti, non necessariamente solo nei marchi di lusso di fascia alta. Il valore emotivo, o ancor più accurato, l’ergonomia emotiva dei prodotti in qualsiasi produzione è qualcosa che considero elemento necessario nel design contemporaneo. Credo che il design possa essere uno strumento potente per diffondere un messaggio o, semplicemente, porre una domanda, far riflettere e meravigliare le persone, e puoi farlo con l’ergonomia emotiva. Quali “lussi” ti concedi? Il lusso più grande per me è avere tempo, godermi i miei desideri, che non sono necessariamente collegati al design. Fare sport che amo, allenarmi, fare box, fare windsurf. Per vincere la natura selvaggia. Per vivere la vita fuori dagli schemi. A quali progetti stai lavorando o quali hai appena presentato? Ho appena presentato una nuova sedia, Juliette, per un marchio spagnolo, Houtique, a Maison&Object di Parigi e in questo momento stiamo completando nuovi prodotti e collezioni con alcuni dei marchi con cui ho già lavorato in precedenza, come Sé, Ditre Italia e Scarlet Splendour, che saranno presentati al Salone del Mobile.Milano ad aprile. Inoltre, stiamo lavorando ad alcune nuove e molto interessanti collaborazioni, che verranno presentate in quella stessa settimana sempre a Milano. A questo punto non posso ancora rivelare di più, perché è prematuro, ma posso assicurare che i prossimi progetti sono davvero entusiasmanti e non vedo l’ora che arrivi aprile. A proposito del Salone del Mobile.Milano. Il tuo debutto al SaloneSatellite è stato nel 2007: lì hai incontrato Patricia Moroso e Marcel Wanders e la tua carriera ha avuto inizio. Quali sono i tuoi suggerimenti per i giovani designer? Il mio consiglio è molto semplice: sii unico, fedele a te stesso, senza paura, coraggioso e appassionato di ciò che fai. Bubble lamps, Nika Zupanc for Nika Zupanc personal collection Golden cherry, Nika Zupanc for Qeeboo, 2017 Ribbon chair, Nika Zupanc for Qeeboo, 2017 - Photo by Carlo Lavatori Oh Baby it is a wild world, Nika Zupanc for Bosa Tower cabinet, Nika Zupanc for Rossana Orlandi Loyalty cabinet, Sé, Nika Zupanc for Collection III (awarded with Icff award 2014 for the best furniture, NYC) Photo by Cécil Mathieu Stay range, Sé, Nika Zupanc for Collection III (awarded with Icff award 2014 for the best furniture, NYC) The Golden Chair, Black front, Mooi Longing cabinet, Nika Zupanc for De Castelli, 2017 (awarded with special Salone del Mobile award for Tracining identity project, Milano 2017) Whisper box, Sé 10 febbraio 2020 Share