Mercati Paolo Fantoni racconta la Green Evolution del Made in Italy Testo di Francesca Esposito Aggiungi ai preferiti Il presidente di Assopannelli parla del Decalogo per la sostenibilità stilato da FederlegnoArredo in collaborazione con Fondazione Symbola. E racconta, senza retorica, i casi concreti, gli obiettivi da raggiungere e le strategie in atto. La green evolution è già qui. Un Decalogo con gli obiettivi da raggiungere per raccogliere la sfida della sostenibilità – che sia economica, ambientale e sociale - e anticipare il futuro. Fra strategie aziendali ed eccellenze Made in Italy, l’intervista a Paolo Fantoni, presidente di Assopannelli e delegato di FederlegnoArredo per la sostenibilità insieme a Maria Porro, presidente di Assarredo e del Salone del Mobile.Milano. Al di là di ogni retorica. L’industria legno-arredo è prima in Europa in economia circolare, da dove nasce l’idea di stilare un decalogo? L’idea del Decalogo nasce da lontano, ma nasce soprattutto dalla presa di coscienza da parte della Federazione che la nostra filiera ha già molte eccellenze in materia di sostenibilità, ma che occorre sensibilizzare e accompagnare tutte le aziende, soprattutto le più piccole, nel processo di transizione ecologica. Non farlo significherebbe infatti rimanere fuori dal mercato di domani ed è indispensabile evitarlo. Il Decalogo vuol proprio indicare le linee guida di questo percorso. Prima della sua stesura abbiamo realizzato anche, in collaborazione con Fondazione Symbola, una Survey interna per analizzare lo stato dell’arte della filiera del legno e dell’arredo. L’intento è stato quello di capire come le aziende oggi si sono attrezzate e che risposta danno, con i loro prodotti, a sostenibilità ed economia circolare. Vogliamo partire da una analisi “dal bosco al mercato” e fissare dieci regole basate su due aspetti: principi e azioni. Da dove cominciare? È necessario, innanzitutto, porre attenzione alla legalità, quindi alla tracciabilità del prodotto che deve arrivare da foreste certificate. Il desiderio della Federazione è spingere tutta la filiera a dotarsi di una certificazione, non solo per l’origine dei boschi da cui proviene il legno, ma anche a costruire la sua tracciabilità all’interno dei cicli produttivi. La certificazione è una delle prime valenze che andiamo a valorizzare e a imporre, cui si assommano le attenzioni relative a una maggiore tutela del patrimonio boschivo italiano. La ricerca di una migliore tutela dell’ambiente passa anche dal recupero di aree golenali dove vorremmo sollecitare un recupero dei terreni e della pioppicoltura. Gli edifici dell'Unione europea sono responsabili del 40% del consumo energetico, un dato che incide molto sulle azioni per il clima. Cosa prevedete? Un passaggio fondamentale è la valorizzazione dello stoccaggio di Co2, un obiettivo all’interno del progetto di ristrutturazione delle case europee che devono essere più performanti dal punto di vista energetico e che devono diventare il luogo in cui stoccare Co2. FederlegnoArredo sta ponendo le basi per piattaforme che vanno a offrire all’utente un credito di Co2 con una valenza economica e ambientale. Si sente un’urgenza ecologica da ambo le parti, sia da parte delle aziende che dei clienti. Nasce prima l’uovo o la gallina? Da chi deve partire la transizione ecologica? È reciproca, sono due processi paralleli. Soprattutto in Centro Europa la sensibilità dei consumatori e della grande distribuzione espone la nostra filiera a una scelta di campo. Il pannello è già fatto con materiali di riciclo ma sono le imprese, le filiere, le associazioni, le federazioni i soggetti prioritari nella definizione della governance della sostenibilità. Tipica è la responsabilità estesa dei prodotti che fa sì che la raccolta post-consumo del legno sia diffusa. Questo ha dato luogo a un’eccellenza italiana che è quella dell’industria italiana che, prima in Europa e prima nel mondo, realizza il 93% della produzione di pannello truciolare fatto con il 100% di legno di riciclo. Cosa fa il resto dell’Europa? Molti Paesi stanno inseguendo l’Italia per poter dar luogo a processi analoghi di pulizia del legno e di recupero del legno di riciclo. La nostra è un’eccellenza cui si affiancano ulteriori processi di Responsabilità Estesa dei Produttori: si inizia a richiedere anche ai produttori dei manufatti di legno che finiscono nell’edilizia di essere compartecipi di un processo di raccolta e di gestione dei manufatti che compongono un’abitazione, alla stregua di quanto avviene per gli imballaggi e per i prodotti RAEE. Come diffondere una cultura del riciclo? Si tratta di una responsabilizzazione dei produttori che stiamo discutendo con il ministero dell’Ambiente e che nel tempo vorremmo estendere ai mobili, in modo da garantire un sempre minor numero di tonnellate di rifiuti ingombranti in discarica. Vorremmo, infatti, fossero gestiti per ritornare nelle filiere, valorizzando i materiali all’interno dell’economia circolare. Fare cultura a livello ecologico tocca il concetto di collettività. Qual è la responsabilità del design? Il Supersalone ha realizzato gli stand con pannelli espositivi fatti interamente con legno di riciclo, esposti in modo grezzo, senza alcun tipo di pittura o rivestimento. Ovvio come sarà necessario anche il coinvolgimento dei designer che devono disegnare prodotti con logiche nuove, di smontabilità e di riuso di manufatti innovativi. L’obiettivo è anche quello di realizzare momenti di condivisione delle best practice per diffondere la capacità di innovare ispirata dalla sostenibilità. Cosa fare contro la retorica della sostenibilità? Uno dei punti del Decalogo è sviluppare passaporti di prodotto a disposizione del consumatore, in modo che ci siano informazioni riguardo la tracciabilità e la legalità del prodotto di origine, la composizione dei materiali e la possibilità di essere usati e messi in ciclo. Il passaporto deve coinvolgere le aziende ed essere uno strumento operativo che dia trasparenza e capacità di lettura. Non ci basta che solo il prodotto sia un’eccellenza ma che l’intera filiera venga riconosciuta come la più sostenibile al mondo. La sostenibilità ha tre facce - economica, ambientale e sociale: dobbiamo valorizzare gli sforzi delle aziende in queste tre direzioni. Una sorta di green pass? Non sarà un green pass nero o bianco, ma piuttosto qualcosa che illustri il Dna del prodotto. Come Federazione ci siamo dati l’obiettivo ambizioso di rendere l’Italia del legno- arredo un’eccellenza non solo del design ma anche della sostenibilità. Non abbiamo un asso nella manica, ma dobbiamo far decollare un processo culturale che ci deve trovare tutti assieme pronti a vivere questa nuova dimensione tecnica e culturale. Non si tratta solo di costruire una strategia del prodotto, ma di tutta l’azienda. 9 dicembre 2021 Share