Storie Poliform: la parola ad Alberto Spinelli, Aldo Spinelli e Giovanni Anzani Testo di Francesca Esposito Aggiungi ai preferiti Divano Saint-Germain, design Jean-Marie Massaud Un’intervista corale, realizzata dai tre soci fondatori dell’azienda brianzola in vista del supersalone: la filosofia dell’azienda e i suoi valori, la declinazione del brand, la visione di valutazione del mercato. Ormai più di 50 anni fa, nel cuore del Distretto del Mobile della Brianza, i cugini Alberto Spinelli, Aldo Spinelli e Giovanni Anzani hanno trasformato l’impresa di famiglia fondata nel 1942 nell’azienda Poliform: un’industria moderna fondata su valori etici e umani. Alla vigilia del supersalone abbiamo discusso con loro di passato, presente e futuro. Cabina armadio Lexington, design R&D Poliform e Jean-Marie Massaud Come Poliform ha interpretato il tema del supersalone? È stato interessante e stimolante, interpretare il brief di Stefano Boeri. In occasione della conferenza stampa è stato, infatti, richiesto alle aziende di rivedersi, rispetto ai consueti canoni di lettura cui siamo abituati nella settimana del Salone del Mobile.Milano, ritrovandoci a pensare non in termini di metri quadrati di stand, ma in metri lineari. Come è stato fare questo nuovo bilancio? Abbiamo cercato di capire quale fosse il modo migliore per rappresentare il nostro concetto di lifestyle, siamo andati nel profondo. Dopo tante domande abbiamo iniziato a costruire una filosofia, abbiamo cercato di capire come i nostri mobili potessero avere una nuova visione e una nuova vita. Per questo abbiamo scelto di partire dal progetto che ci siamo regalati per i nostri 50 anni, quello curato dal fotografo internazionale Paolo Roversi e di rappresentarlo all’interno del supersalone. In cosa consisteva? Avevamo chiesto a Roversi di interpretare attraverso i propri occhi quello che siamo noi, l’azienda e i suoi prodotti. O meglio, di trasportare in quella che è la sua visione moderna la tradizione della produzione artigianale aziendale di Poliform. Le immagini sono poi state inserite in un volume - Time, Light, Space, curato da Rizzoli, disponibile attraverso un circuito internazionale di librerie. Come avete fatto a trasformare il progetto da editoriale a espositivo? Abbiamo provato a rappresentare il racconto di Paolo Roversi rendendolo multimediale. Sulla parete lineare che il Salone ci ha dato, prenderà vita un progetto immersivo all’interno del quale il visitatore finale potrà attraversare, vivere ed ascoltare con le proprie orecchie quello che è stato il percorso del brand in questi 50 anni. Siamo orgogliosi di aver trasportato e fatto conoscere nel mondo i nostri valori, in un modo differente. Una trasformazione importante anche nel mondo del digitale. La pandemia ha aiutato il nostro settore, un po’ elefantiaco, a velocizzare alcuni passaggi che erano già in essere. Questo ha permesso di accelerare il nostro processo non solo internamente, con strumenti di riunioni in live streaming, ma anche di velocizzare la nostra comunicazione. Abbiamo fatto investimenti importanti che saranno visibili con l’inizio di supersalone appuntamento durante il quale abbiamo deciso di raccontare questo cambio di passo. Cabina armadio Lexington, design R&D Poliform e Jean-Marie Massaud Cassettiere a vetrina Tavolo Henry, design Emmanuel Gallina Tavolo Henry, design Emmanuel Gallina Il Covid ha avuto anche risvolti positivi. Tanti progetti hanno preso corpo in questo periodo, abbiamo posto le basi per i prossimi anni, quello che è accaduto ci ha permesso di concentrarci molto di più e di avere una visione imprenditoriale più ampia. Cosa ne pensate della direzione intrapresa dalla presidente del Salone, Maria Porro? Siamo contenti che una persona giovane come lei abbia questo ruolo. Una visione così diversa forse era l’unica strada da poter seguire perché imponeva una strada diversa, per tempi e contenuti. Essere così disruptive era l’unica soluzione. La scelta, poi, di coinvolgere la città, l’idea di uscire dalle logiche del passato, è stata coraggiosa e vincente, ha permesso alle aziende di uscire dal momento di negatività – quando è stata annunciato il supersalone eravamo ancora in zona rossa – e ha dato un nuovo slancio di ripartenza. Quali saranno le novità per Poliform? Poliform in questi mesi non si è mai fermata, abbiamo continuato a presentare e comunicare nuovi prodotti alla distribuzione. Volevamo fosse un messaggio di continuità di ricerca e progettazione, non volevamo essere ancorati ai tempi che il nostro settore ci dà. Il mercato sta trainando e traghettando le vendite, abbiamo lanciato tanti prodotti. Per settembre usciremo con nuovi prodotti che saranno visibili nel nostro showroom in centro città Forse la pandemia ha dato un nuovo ordine di priorità. Come si cambia? Le aziende si sono modificate, e anche l’interlocutore finale. Sarà interessante vedere come si sono trasformate le cose, come ci siamo evoluti. Il messaggio che abbiamo voluto trasmettere al nostro network è stato quello di rassicurarli. Siamo un’azienda fatta di persone. Il valore umano per noi è fondamentale. Librerie Lexington bifacciali, design Jean-Marie Massaud Cucina Alea Pro, design R&D Poliform Cucina Alea Pro, design R&D Poliform Cucina Alea Pro, design R&D Poliform 30 agosto 2021 Share